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19 Marzo 2024
8:00

Che significato ha il velo islamico e quanti tipi ne esistono per le religione musulmana?

Hijab, niqab, burka: ci sono diversi tipi di velo islamico indossati dalle donne musulmane in tutto il mondo, secondo i dettami del Corano. A seconda del Paese di origine, alcuni coprono solo il capo, altri anche il viso. Vediamo il significato del velo, le differenti tipologie e capiamo se è vietato indossarlo in Italia.

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Che significato ha il velo islamico e quanti tipi ne esistono per le religione musulmana?
tipi di velo islamico

L'uso del velo da parte delle donne in realtà non è una pratica specifica e originaria dell'Islam. Soprattutto in antichità, infatti, serviva come protezione dagli agenti atmosferici (sabbia, vento, polvere). Dal punto di vista religioso, invece, l'usanza di tenere il capo coperto richiama il concetto di umiltà e di sottomissione a Dio, principi osservati anche dall'ebraismo e dal cristianesimo, oltre che dalla religione musulmana.

D'altro canto è vero che, nella nostra esperienza quotidiana odierna, se pensiamo al velo ci viene in mente quello islamico. Eppure, anche in questo caso, rischiamo di cadere in una semplificazione eccessiva. Il velo che portano le donne musulmane, infatti, può essere di vari modelli, colori e fantasie. Nella maggior parte dei casi si tratta di un tessuto che ricopre la testa e il collo, lasciando il viso scoperto, ma non è sempre così. Come vedremo, le diverse tipologie sono fortemente legate all'area di appartenenza geografica.

Nel Corano il termine più usato per indicare il velo è hijab (che è anche una tipologia specifica di velo). La parola, però, esprime più in generale un sentimento di pudore e castità che si riferisce sia alle donne che agli uomini e può incarnare anche molti altri significati.

tipologie di velo immagine, amy1313, vecteezy.com
Alcune delle principali tipologie di velo (credit: amy1313, vecteezy.com)

Le diverse tipologie di velo

Ecco una lista delle principali tipologie di velo. Ne esistono anche altre, ma sono meno diffuse:

Shayla

Una shayla è una lunga sciarpa rettangolare, avvolta intorno alla testa e nascosta o appuntata in posizione sulle spalle. È popolare nel Golfo Persico.

Hijab

L'hijab è l’unico “velo” di cui si parla nel Corano ed è è notoriamente riconosciuto come il foulard che copre la testa della donna musulmana, lasciando libero il volto.

Al-Amira

L'Al-Amira (talvolta scritto Ameera) è un velo in due pezzi, costituito da un copricapo aderente, di solito in cotone o in un altro materiale leggero, e da una sciarpa tubolare.

Khimar

Il khimar è un lungo velo simile a un mantello che può arrivare appena sopra la vita. Copre i capelli, il collo e le spalle, ma lascia il viso scoperto. È popolare tra le donne egiziane.

Chador

Un chador è un semicerchio di tessuto, generalmente nero e drappeggiato sulla testa come uno scialle. A differenza del canonico hijab, ricopre tutto il corpo. Viene tenuto sotto al mento con una mano o, in alcuni casi, si usano spille per mantenerlo chiuso. In casa o in moschea viene indossato anche in versioni più colorate. I chador sono popolari soprattutto in Iran o nei Paesi con una vasta quota di popolazione sciita.

Niqab

Un niqab è un velo che viene indossato in combinazione con un altro indumento nero sottostante. Copre completamente il viso e la testa e lascia un taglio per gli occhi. Questo indumento è popolare in molti degli Stati del Golfo.

Burqa

Il burqa copre l'intero viso, con una griglia in maglia sopra la zona degli occhi. È indossato principalmente in Afghanistan, in quanto è imposto dai talebani.

Portare il velo è obbligatorio per le donne dell'Islam?

Oggi ci sono molte discussioni in merito al velo islamico: c'è chi sostiene che sia un’imposizione e che rappresenti la sottomissione della donna e chi rivendica il suo utilizzo per sottolineare una forte identità culturale e religiosa; altre donne lo considerano invece un vero e proprio mezzo di emancipazione.

Rispetto all’obbligatorietà, alcune comunità interpretano l’uso del velo in modo rigido (come l’Afghanistan), mentre altre sono più flessibili (il Marocco). Bisogna tenere in considerazione che la comunità islamica (Ummah) riunisce un insieme di popolazioni accomunate sì da una fede comune, ma sempre legate ciascuna alla propria cultura locale.

tipologie velo islamico musulmano

Un'interessante tesi sostenuta dagli autori Reza Aslan e Leila Ahmed è quella secondo cui il termine darabat al-hijâb ("prendere il velo") veniva usato come sinonimo di "diventare moglie del profeta Mohammed" e che le donne musulmane hanno iniziato a indossare l'hijab per emulare le mogli del Profeta. Questa interpretazione porta alcuni dei più importanti sapienti appartenenti alle 7 scuole di diritto islamico (madhāhib) a ritenere il velo obbligatorio.

Secondo altri autori, invece, il Corano non menziona assolutamente alcuna imposizione del velo sui capelli. Il termine hijab avrebbe maggiormente a che fare con un’ “attitudine d’animo”. Questa varietà di interpretazioni fa sì che nei Paesi a maggioranza musulmana (arabi, asiatici, africani) in cui il velo non è obbligatorio troviamo donne musulmane che lo portano e altre che non lo fanno.

Anche l’età in cui le ragazze iniziano a portare il velo varia da cultura a cultura e da Paese a Paese. In alcuni casi il velo inizia a essere indossato dopo il matrimonio, in altre dopo l’arrivo della pubertà, come parte di un rito di passaggio. In altre ancora, si smette di indossare dopo la menopausa.

La legge italiana proibisce di portare il burqa

Indossare un velo in Italia non è reato, nemmeno quello integrale. Chi si oppone a questa pratica, generalmente si appella all'art. 85 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (R.D. n. 773/1931) e alla legge n. 152/1975, il cui art. 5 recita:

"È vietato l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l'uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito con l'arresto da uno a due anni e con l'ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l'arresto in flagranza."

Il Consiglio di Stato ha stabilito che la motivazione religiosa rientrasse tra i validi motivi per poter circolare con il velo islamico. Il punto centrale è che l’obiettivo di chi lo indossa, non è quello di non farsi riconoscere, ma di professare un certo credo religioso (ed è questo punto che distingue una donna con il burqa da un ladro con il passamontagna, per esempio).

Anche nelle foto dei documenti è autorizzato l’uso del copricapo, a patto che si possa vedere il volto. Anche qui, il velo non è assimilabile a un cappello o ad un qualsiasi vestiario, poiché fa parte integrante degli indumenti abituali e concorre, nel loro insieme, ad identificare chi li indossa.

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