
Il presidente del Burkina Faso Ibrahim Traoré, nel maggio del 2025, è diventato un idolo sui social media. Scorrendo tra i reels di TikTok, ci sono centinaia di video che celebrano il militare e che lo mostrano mentre tiene appassionati discorsi contro l’imperialismo occidentale, o che mettono in scena celebrità e personaggi influenti che gli dedicano canzoni e messaggi di stima, o che mostrano decine di migliaia di persone manifestare in suo sostegno nelle strade di città occidentali. In particolare, nelle ultime settimane sono apparsi filmati con celebri cantanti statunitensi afroamericani che intonano diverse versioni di una stessa canzone, "Dio proteggi Traoré". Tutto molto bello, se non fosse che quei video sono falsi, generati con l’intelligenza artificiale.
Eppure, al di là della finta narrazione che ha travolto i social, il giovane Traoré gode davvero di un ampio consenso interno. Salito al potere con un colpo di Stato nel settembre 2022, è un geologo di formazione e militare di carriera. Perché piace così tanto? Perché ha dichiarato di voler liberare il Burkina Faso dall’influenza delle ex potenze coloniali (quella francese in primis) per promuovere lo sviluppo del Paese e migliorare le condizioni di vita della popolazione. Così facendo, Traoré ha rafforzato i legami con gli altri Paesi del Sahel (la fascia di territorio a sud del Sahara) e si è avvicinato alla Russia.
Nascita e carriera militare di Ibrahim Traoré
Ibrahim Traoré è nato nel paese di Bondokuy, in Burkina Faso, il 14 marzo 1988. Ha frequentato le scuole superiori a Bobo-Dioulasso, seconda città del Paese, e in seguito si è iscritto alla Università di Ouagadougou, la capitale, conseguendo la laurea in scienze e un master in geologia nel 2010. Durante gli studi partecipò alle attività della Association nationale des étudiants du Burkina, un sodalizio studentesco di ispirazione marxista, e maturò convinzioni politiche antimperialiste. Nel 2010 si arruolò nell’esercito e negli anni successivi fu promosso più volte, fino a diventare capitano nel 2020. Da militare, ha preso parte a diverse operazioni contro il terrorismo islamista.

Il colpo di Stato del 2022 e le condizioni politico-economiche del Burkina Faso
Nel gennaio del 2022, Traoré è stato uno degli ufficiali che hanno realizzato il colpo di stato militare contro il presidente Roch Marc Christian Kaboré, portando al potere una giunta guidata dal militare Paul-Henri Sandaogo Damiba.
In proposito va ricordato che il Burkina Faso – colonia francese fino al 1960 con il nome di Alto Volta – è uno dei Paesi più poveri del mondo ed è alle prese con conflitti interni e con le ingerenze delle potenze straniere, in primis la Francia, che nelle ex colonie fa avvertire la sua presenza economica e, talvolta, anche militare. I Paesi occidentali sono interessati al sottosuolo e alla posizione strategica del Burkina Faso.
Negli anni ’80 la presidenza di Thomas Sankara, al potere dal 1983 al 1987, alimentò la speranza che il Paese potesse riscattarsi dalla dipendenza dall’Occidente (si deve a lui, per altro, il cambio di nome da Alto Volta a Burkina Faso), ma il presidente, che si era attirato l'ostilità della Francia e degli Stati Uniti, nel 1987 fu rovesciato da un colpo di Stato e ucciso.

Ascese al potere Blaise Compaoré, sostenuto dall’Occidente e restato in carica fino al 2014. Da alcuni anni nel Paese si sono affermati i movimenti terroristici islamisti, al-Qaeda e lo Stato Islamico, che controllano una porzione del territorio nel Nord del Paese e provocano migliaia di morti ogni anno. Secondo i militari, il colpo di stato del gennaio 2022 è avvenuto perché il presidente Kaboré non era capace di combattere efficacemente i jihadisti.
La presidenza di Ibrahim Traoré e il successo social
Il 30 settembre del 2022 un nuovo colpo di Stato ha estromesso dal potere il presidente Damiba. Il golpe, secondo l’esercitò, è stato provocato nuovamente dalla necessità di affrontare più decisamente i jihadisti, ma, in realtà, ha avuto origine dalla vicinanza del presidente alla Francia e all’Occidente.
Al posto di Damiba è subentrato Ibrahim Traoré, nominato presidente di transizione a soli 34 anni. Preso il potere, Traoré ha dichiarato di voler amministrare il potere transitoriamente e ha rinunciato allo stipendio, dimostrando che, a differenza di altre leader golpisti africani, non ha intenzione di usare la sua posizione per arricchirsi. Poco dopo l’ascesa alla presidenza, ha espulso i militari francesi, che hanno dovuto chiudere la loro base militare nel Paese (altri Stati africani hanno fatto la stessa scelta nei mesi seguenti). In tal modo, Traoré ha preso posizione contro l’Occidente e, di conseguenza, si è avvicinato alla Russia, che nel 2023 ha aperto la sua ambasciata a Ouagadougou, che era chiusa da trent’anni (è falsa però la notizia che è circolata negli scorsi mesi secondo la quale in Burkina Faso opererebbero delle truppe russe). Traoré ha anche contributo a costituire l’Allenza tra i Paesi del Sahel con Niger e Mali.

Traoré ha dichiarato più volte di ispirarsi agli ideali di Sankara, al quale ha voluto dare degna sepoltura in un mausoleo (dopo l’assassinio del 1987, Sankara era stato sepolto in una tomba anonima). Sebbene governi con autoritarismo e promuova la repressione degli oppositori, il presidente è apprezzato da gran parte della popolazione, ed è popolare soprattutto fra i giovani.
Sui social, infatti, circolano molti video e documenti falsi di Traoré, in genere discorsi celebrativi nei quali si scaglia contro l’imperialismo occidentale o dichiarazioni di personaggi famosi che si esprimono a suo favore. Di recente è comparsa persino una sua lettera al papa, con tanto di risposta video del pontefice, entrambi falsi.

Quel che è certo è che Traoré ha effettivamente intrapreso un percorso per contrastare le ingerenze dell’Occidente. Le sue scelte hanno reso il presidente popolare in tutta l’Africa, ma gli effetti della sua politica si vedranno solo con il passare del tempo.