Venerdì 27 settembre, intorno alle ore 18 (ora locale di Beirut) i caccia F-15 dell’IDF (le forze di difesa di Israele) hanno sganciato vari ordigni che hanno raso al suolo sei edifici nella periferia sud di Beirut, in Libano. All’interno degli edifici, in bunker sotterranei, era in corso una riunione segreta dei principali capi di Hezbollah, compreso Hassan Nasrallah, leader dell'organizzazione politico-militare, considerata terroristica da vari Stati, tra cui USA, Canada, Regno Unito, Australia e Paesi Bassi. Secondo le prime ricostruzioni, le bombe utilizzate sono le Gbu-28, le cosiddette bombe "bunker buster", pesanti bombe anti-bunker, in grado di colpire a grandissime profondità penetrando decine di metri di cemento grazie alla loro potenza distruttiva. Il senatore dell’Arizona Mark Kelly ha dichiarato che tra le bombe sganciate dall’esercito israeliano nell’attacco sarebbero state utilizzate anche bombe Mark 84, di origine statunitense, con un peso fino a 900 kg. La morte di Nasrallah è stata accolta in modi molto diversi nel mondo, in Medio Oriente e nello stesso Libano, a seconda della eventuale vicinanza e alleanza con Hezbollah. Agli attacchi in Libano, il governo di Netanyahu ha fatto seguire ulteriori raid, in particolare nel nord-ovest dello Yemen, controllato dagli Houthi, gruppo politico-militare alleato di Hamas, Hezbollah e Iran, e autore del lancio di missili balistici contro il territorio israeliano. I principali bersagli sono stati i porti di Ras Issa e Hodeida.
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Come Israele ha eliminato Nasrallah: la ricostruzione dell'attacco a Beirut
Le bombe lanciate dall’esercito israeliano su Dahiye, la roccaforte sciita di Hezbollah a Beirut, hanno colpito sei edifici in cui è rimasto ucciso il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Insieme a lui è morto anche Abbas Nilforoushan, il vice comandante della Forza Quds, componente del Corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniane – i Pasdaran. Il corpo di Nasrallah è stato recuperato intatto dalle macerie, poiché secondo le prime ricostruzioni, sarebbe morto per soffocamento sotto le macerie all’interno di uno dei bunker più profondi, ma i suoi funerali sono stati annullati, forse per timore di ritorsioni o ulteriori vittime. L’attacco ha colpito il cuore del Libano ma è stato anche un segnale molto forte e duro contro l’Iran. L’accaduto ha quindi dei risvolti allarmanti per la situazione in Medio Oriente, che diventa sempre più tesa: Israele continua a bombardare il Libano, anche nel cuore di Beirut e poche ore fa ha colpito anche delle basi Houthi in Yemen, in particolare nei porti di Ras Issa e Hodeida.
Chi era Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah da oltre trent'anni
Hassan Nasrallah era il leader di Hezbollah dal 1992: succeduto ad Abbas Musawi, da circa 20 anni viveva nascosto principalmente in bunker sotterranei. Considerato una guida politica e una delle figure più influenti in Libano, aveva cercato di trasformare Hezbollah non solo in una potenza militare ma anche politica. Soprannominato “Sayyed”, dal nome del turbante nero che indossava e che era portato solo dai discendenti diretti del Profeta Maometto, Nasrallah era molto vicino all’Iran ed era considerato una sorta di eroe in una parte del mondo islamico. Nel 2006, infatti, dopo 22 anni di occupazione e una forte resistenza armata da parte di Hezbollah, Israele fu costretto a lasciare il Libano proprio in seguito allo scontro contro Hezbollah. Dagli attacchi a Israele del 7 ottobre 2023, Nasrallah aveva espresso la propria vicinanza ad Hamas e al popolo palestinese. Hezbollah, infatti, fa parte del cosiddetto "Asse della resistenza”, che include la Repubblica islamica dell’Iran, Hamas, gli Houthi dello Yemen, le milizie irachene filo-iraniane e la Siria di Bashar al-Assad.
Perché Israele ha colpito adesso? I possibili scenari futuri
Indubbiamente Hezbollah è stato colpito duramente. Oltre all'uccisione di Nasrallah e di molti altri comandanti del “partito di Dio” nel corso degli ultimi mesi, va infatti ricordato che Israele è riuscita a far esplodere migliaia di cercapersone e walkie talkie in mano all'élite del gruppo libanese causando centinaia di morti e feriti. Alcune analisi hanno avanzato l’ipotesi che l’organizzazione sia stata penetrata con degli infiltrati da parte del Mossad, i servizi segreti di Israele, e che in seguito a questo attacco non siano stati rivisti gli standard di sicurezza.
Senza dubbio la morte di Nasrallah potrebbe essere uno spartiacque per i risvolti geopolitici in Medio Oriente. La situazione è molto tesa: l’Iran ha annunciato una risposta dura e decisa ai raid israeliani e il timore è proprio che il conflitto in Medio Oriente possa subire un'ulteriore escalation, coinvolgendo Libano, Iran e alleati e trasformandosi in un conflitto regionale sempre più allargato e intenso, che potrebbe forse coinvolgere anche gli Stati Uniti al fianco di Israele. D’altro canto, l’Iran al suo interno è diviso tra ultraconservatori e moderati, non concordi rispetto alle mosse da attuare, ed è senza dubbio consapevole della forza militare israeliana nell’ipotesi di uno scontro diretto. Ricordiamoci che Israele ha anche un certo numero di ordigni atomici non dichiarati ufficialmente.
Israele, dal canto suo, potrebbe decidere di avviare un attacco di terra (più o meno ampio) nel sud del Libano per cercare di creare una sorta di cuscinetto territoriale di sicurezza per i cittadini israeliani che vivono nel nord di Israele e che negli ultimi mesi sono stati costretti a sfollare a causa del lancio di razzi e missili da parte di Hezbollah.
Israele attacca gli Houthi nello Yemen: cosa succede
Come abbiamo già anticipato, nel frattempo il governo israeliano di Netanyahu non si è fermato. Attacchi consistenti si sono verificati in Libano, Siria, e in particolare nella parte nord-occidentale dello Yemen, un territorio che dopo la guerra civile yemenita (non ancora di fatto conclusa) è controllato dagli Houthi, un gruppo politico-militare alleato di Hamas, Hezbollah e Iran, e che è stato l'autore del lancio di vari missili balistici contro il territorio israeliano.
Gli Houthi sono il gruppo armato che ha messo parzialmente in crisi i traffici commerciali navali nel Mar Rosso tra Europa e Asia attaccando le navi (soprattutto israeliane o dirette in Israele) di passaggio per lo Stretto di Bab-el-Mandeb e costringendole a circumnavigare l'Africa doppiando il capo di Buona Speranza, un altro dei choke point internazionali.
I principali bersagli dei raid israeliani in Yemen sono stati i porti di Ras Issa e Hodeida, da cui gli Houthi ricevono armi e petrolio dall’Iran e che, secondo fonti israeliane, sarebbero stati resi al momento inutilizzabili o quasi.
Altri aggiornamenti: ucciso il leader libanese di Hamas
Israele continua poi ad attaccare il Libano, penetrando nel cuore di Beirut. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha annunciato che tre dei suoi leader sono stati uccisi in un attacco al centro di Beirut e Hamas ha dichiarato che anche Fateh Sherif Abu el-Amin, il comandante di Hamas in Libano, è stato ucciso dalle forze armate israeliane nel sud del Paese.
In Libano nelle ultime due settimane, secondo il ministro della salute libanese, sono morte più di 1000 persone e sono circa 6000 i feriti. Un ulteriore elemento da considerare è poi l’esodo massiccio di circa 1 milione di libanesi, in fuga da quello che potrebbe diventare un conflitto ad ampio raggio. Intanto il ministro degli esteri israeliano ha dichiarato che un cessate il fuoco in Libano sarebbe possibile solo in seguito al ritiro ed allontanamento di Hezbollah dal confine con Israele.