Sebbene possa portarci verso una confusione di idee, il nome vespaio – in edilizia – non identifica la presenza di un alveare o in generale di un nido di vespe. Piuttosto, il vespaio è una parte fondamentale dell'organismo edilizio e viene realizzato per assolvere ad alcune importanti funzioni, che non hanno carattere prettamente strutturale, bensì di isolamento termico e di protezione dalla risalita di umidità e gas nocivi. Nonostante sia nascosto nelle costruzioni già realizzate, se ne può trovare traccia facendo riferimento a particolari punti di comunicazione che questo ha con l'ambiente circostante: vediamoli in questo articolo, insieme alle tecniche realizzative tipiche e al suo funzionamento.
Cos'è il vespaio in edilizia
Il vespaio è un elemento in grado di creare una sconnessione tra gli strati di struttura a diretto contatto con il terreno e quelli che saranno a diretto contatto con le nostre attività, quindi il vero e proprio piano calpestabile. Tra l'uno e l'altro si può arrivare tranquillamente anche a spessori nell'ordine dei 50-80 cm. Mediante la realizzazione di questa sconnessione, si rende necessaria la costruzione di un'intercapedine che sia in grado di far circolare in continuità aria presente al suo interno. Stiamo parlando quindi di un vero e proprio strato di disconnessione fisica che assolve a queste principali funzioni:
- Garantire isolamento dalla risalita di acqua per capillarità dal terreno, con conseguente formazione di umidità e progressivo degrado delle strutture, di finitura e non, che vengono inficiate da questo ambiente aggressivo.
- Garantire isolamento a fini termici dalla trasmissione energetica che nasce tra le strutture di fondazione (a diretto contatto con il terreno) con quelle di finitura (a diretto contatto con gli utenti).
- Garantire protezione dall'eventuale risalita verso gli strati superficiali di gas radon naturalmente presente nel terreno, allontanandolo esternamente e non permettendone un accumulo tale da essere nocivo per la salute umana.
- In alcuni casi, e soprattutto con l'ausilio delle moderne tecnologie realizzative, lo stesso può essere anche utilizzato come spessore di alloggiamento di eventuali componenti impiantistiche dell'edificio.
Il funzionamento del vespaio
La realizzazione di queste condizioni avviene a patto che si eviti il ristagno di aria all'interno dell'intercapedine creata. Per questa ragione, sarà necessario creare un percorso entro cui l'aria possa entrare in movimento e circolare, di modo da creare le condizioni adatte ad un continuo ricambio con l'aria esterna. Per garantire la movimentazione interna dell'aria è quindi necessario creare dei punti di ingresso e uscita, da e verso l'ambiente esterno. Infatti, le zone di vespaio si trovano sempre affondate rispetto al piano campagna, cioè l'effettivo livello di calpestio esterno al fabbricato. Pertanto, è necessario mettere in comunicazione queste zone proprio tramite apposite tubazioni.
Come si fa però a garantire un flusso di aria che segua una certa direzione e non si ingolfi verso l'interno? Potrebbe cioè capitare che tutte le aperture diventino punto di ingresso di aria esterna, fino a saturazione degli spazi a disposizione. Questa condizione viene evitata grazie ad un oculato posizionamento delle bocchette di ingresso e di quelle di uscita. Un semplice accorgimento, in tal senso, è quello di mantenere alcune bocchette (che saranno di ingresso) a quote più basse rispetto ad altre (che saranno di uscita). In aggiunta, le bocchette alte vengono posizionate in zona sud dell'edificio, di modo da giovare maggiormente dell'irraggiamento solare. Si crea in questo modo un flusso di aria che può sfruttare l'effetto camino, cioè quella condizione per cui l'aria calda – che ha densità minore di quella fredda – si allontana verso l'alto in maniera naturale per effetto della differenza di pressione generata tra i due fluidi.
Come viene realizzato un vespaio
La realizzazione del vespaio ha subito diverse evoluzioni nel tempo. Storicamente, i primi esempi di vespaio erano realizzati mediante l'accostamento di materiale granulare di media pezzatura, tale da realizzare un buon riempimento ma anche una intercapedine, necessaria appunto per il passaggio dell'aria.
Oggigiorno invece al posto di questi materiali granulari la realizzazione di un vespaio si esegue tramite elementi prefabbricati, solitamente di plastica, in grado di garantire la formazione di una sorta di galleria interna rispetto agli strati esterni, ma che al tempo stesso abbia buone capacità portanti per sorreggere localmente i carichi che il pavimento soprastante vuole trasferire puntualmente alle strutture di fondazione. In commercio si trovano differenti altezze, che possono essere decise a seconda delle esigenze di isolamento o, come detto prima, nell'ipotesi in cui questa intercapedine debba garantire anche l'alloggio di impianti.
I collegamenti con l'esterno vengono invece realizzati mediante tubazioni, solitamente in PVC, provviste di griglie terminali per evitare ingresso indesiderato di materiale. Questi rappresentano anche i punti di controllo e manutenzione, operazioni necessarie per garantire il corretto funzionamento del sistema di areazione nel tempo.