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Se dovessimo scrivere nel calendario Maya la data martedì 20 maggio 2025, sarebbe scritta così: 13 Ben 11 Sip 13.0.12.10.13. Insomma, come si può intuire guardandola, il calendario Maya è più strutturato, elaborato e affascinante del nostro. Questo calendario, infatti, è una combinazione di tre diversi calendari: quello sacro, lo Tzolk’in, di 260 giorni; quello solare, lo Haab, di 365 giorni, e quello che parte dalla data dell’ultima creazione mitologica del mondo, chiamato “Lungo computo”. Nello scrivere una data, il primo numero e la prima parola (12 Eb’) si riferiscono al calendario sacro, il secondo numero e la seconda parola (10 Sip) si riferiscono al calendario solare e gli ultimi numeri (13.0.12.10.12) rappresentano la distanza dall’ultima creazione. A questi calendari principali, se ne aggiungono altri, basati su cicli diversi, ma ancora poco compresi.
Cos’è il calendario Maya
Il calendario Maya è un sistema di calendari utilizzato nell’America centrale precolombiana e in molte comunità moderne degli altopiani del Guatemala, Veracruz, Oaxaca e Chiapas, in Messico. È composto da tre calendari principali differenti: quello sacro chiamato Tzolk'in; quello solare, chiamato Haab e il Lungo computo, che conta quanti giorni sono passati dalla creazione. Il calendario sacro e quello solare si combinano insieme per creare dei cicli di calendario lunghi ben 52 anni solari, mentre il lungo computo viene utilizzato per tenere traccia delle date su periodi di tempo più lunghi. Vediamoli più nel dettaglio.
Il calendario sacro: il ciclo Tzolk’in e il legame con la gravidanza
Il calendario sacro, chiamato Tzolk’in, è il più antico dei tre ed è in uso ancora oggi. Si basa sulla combinazione di due cicli: uno di 13 numeri per la data e un’altro di 20 nomi per i giorni, un po’ come noi combiniamo i 30 (o 31) giorni della data con i 7 nomi dei giorni della settimana. Noi diciamo, ad esempio, che domani sarà Martedì 20, mentre loro direbbero che sarà 13 Ben. Combinando insieme 13 date e 20 nomi dei giorni, si ottengono 260 (=13×20) giorni unici. Se oggi fosse il 7 Muluk, ad esempio, non avremmo un altro 7 Muluk se non dopo un intero ciclo, cioè dopo 260 giorni.

Ma perché proprio su 260 giorni, cioè circa 9 mesi? L’interpretazione più condivisa è che sia legato al tempo di una gravidanza. Questo calendario, infatti, non misura solo il passare del tempo, ma il passare dello “spirito”. Si pensa che ciascun giorno porti con sé uno spirito e che tutti i nati in quel giorno abbiano delle inclinazioni personali, caratteriali e lavorative legate allo spirito di quella giornata. Il giorno in cui nasciamo, che più o meno coinciderà con il giorno in cui siamo stati concepiti nell’”anno sacro" precedente, segna quindi la nostra inclinazione naturale, un po’ come nelle carte astrologiche utilizzate in occidente.
Il calendario solare: il ciclo Haab e i 365 giorni
Il secondo calendario, Haab, è il calendario solare. È formato da 18 “mesi”, chiamati Uinals (o Winals), di 20 giorni ciascuno e 5 giorni aggiuntivi, chiamati Uayeb (o Wayeb). Questi ultimi erano considerati estremamente sfortunati e pericolosi, perché era il momento in cui il portale tra il mondo dei mortali e quello degli spiriti si dissolveva e le divinità maligne potevano provocare disastri. Per tenerle lontane, i Maya praticavano rituali come sacrifici e digiuni.
Come il nostro calendario, anche l’Haab dura 365 giorni, ma i giorni dei “mesi” venivano contati da 0 a 19, non da 1 a 30. Inoltre, per quanto i Maya fossero degli ottimi astronomi e matematici, non introdussero mai il concetto di anno bisestile, portando così a dei disallineamenti da correggere nel tempo.

Come si legge il calendario Maya, che combinava calendario sacro e calendario solare
Per tenere traccia dei giorni, i Maya combinavano tra loro il calendario sacro con quello solare, ottenendo un calendario ciclico composto da 18.980 giorni unici indicati da “data sacra”, “nome sacro”, “data solare”, “nome solare”. Ciascun giorno del calendario si riproporrà solo alla fine di ciascun ciclo: se oggi fosse il 4 Ahau (sacro) 8 Kumkʼu (solare), per esempio, torneremo ad avere un altro 4 Ahau 8 Kumkʼu solo tra 18.980 giorni, che corrispondono a 52 anni. Questo avviene perché l’anno sacro dura 260 giorni, quello solare 365 e il minimo comune multiplo tra questi due numeri è 18.980. 18.980, infatti, sono 73 × 260 giorni Tzolk'in e 52 × 365 giorni Haab.

Il “Lungo computo”: da dove è nata l’idea che il mondo sarebbe finito nel 2012
Se i Maya si fossero fermati soltanto a questi primi due calendari, ogni 52 anni avrebbero visto ricomparire esattamente le stesse date. Questo avrebbe creato non poche difficoltà nel descrivere dei fenomeni più lunghi nel tempo. Per questo, svilupparono un terzo sistema: il “lungo computo”. Il Lungo computo conta i giorni trascorsi a partire da una data mitica di creazione del mondo. È strutturato in cicli di tempo basati principalmente su multipli di 20:
- 1 k’in = 1 giorno
- 1 uinal = 20 k’in = 20 giorni
- 1 tun = 18 uinal = 360 giorni
- 1 k’atun = 20 tun = 7.200 giorni
- 1 b’ak’tun = 20 k’atun = 144.000 giorni (circa 394 anni)
Una data del lungo computo appare quindi come una sequenza di cinque numeri separati da punti, ad esempio: 7.5.3.10.3, cioè 7 b’ak’tun, 5 k’atun, 3 tun, 10 uinal, 3 k’in.

Mentre nel nostro calendario occidentale l’anno “0” coincide con la nascita di Cristo, per i Maya il punto di partenza era la data della più recente creazione del mondo. I Maya, infatti, credono nell’esistenza di creazioni multiple, anch’esse che avvengono secondo cicli, come riportato nel Popol Vuh, la raccolta di miti della creazione. La maggior parte degli storici ritiene che la quarta creazione del mondo nella mitologia Maya sia avvenuta nel 4 Ahaw, 8 Kumkʼu o 11 Agosto 3114 a.C..
Poichè nel Popol Vuh viene indicato che la terza creazione durò esattamente 13 b’ak’tun, molti studiosi hanno ipotizzato che anche l’era attuale sarebbe durata lo stesso tempo. Sommando 13 b’ak’tun (ovvero 1.872.000 giorni) all’11 agosto 3114 a.C., si arriva al 21 dicembre 2012. Ed è proprio da questo calcolo che, negli anni ‘60 del Novecento, è nata la falsa credenza che i Maya avessero predetto la fine del mondo in quella data. In realtà, su molte fonti Maya si trovano date e predizioni ben oltre il 2012 e gli studiosi hanno a lungo screditato questa interpretazione sensazionalistica.
Il 21 dicembre 2012 ha semplicemente segnato il momento di passaggio tra un bʼakʼtun e quello successivo. È come passare dal 1999 al 2000: un evento importante, simbolico, ma non apocalittico.