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Il calcio in Italia è diventato un vero e proprio rito collettivo, una passione che si tramanda di generazione in generazione che unisce e divide. Per individuare il momento preciso in cui questo sport ha raggiunto il nostro Paese, dobbiamo risalire alla fine dell’Ottocento, quando marinai e commercianti inglesi fecero approdare le prime partite nei porti europei. Di lì in poi, nel giro di pochi decenni, nacque un fenomeno che ha plasmato e continua a plasmare non solo il mondo sportivo, ma anche la nostra società e l’identità nazionale. La Serie A, le grandi squadre, le epiche notti degli anni ’80-’90, le ferite di Calciopoli: raccontare l’evoluzione del calcio italiano significa, per certi versi, ripercorrere la storia del Paese stesso.
Chi ha portato il calcio in Italia e dov’è nato: la prima squadra
L’approdo del calcio in Europa e non solo, è soprattutto merito dei marinai e dei commercianti inglesi che, nei porti delle città in cui giungevano, impiegavano il proprio tempo libero con il pallone, tra tiri e gol, stimolando la curiosità della gente del posto. Non a caso, le prime società calcistiche nacquero proprio in città marittime, sedi di importanti porti. Per fare alcuni esempi: in Francia la squadra più antica nacque a Le Havre nel 1872 e, nello stesso anno, in Spagna fu costituito l’Huelva ricreation club. In Italia, la prima compagine calcistica sembrerebbe essere stata costituita nel 1887 a Torino da Edoardo Bosio, impiegato di una ditta commerciale con frequenti rapporti con l’Inghilterra. Seguì, poi, il Genoa Cricket and Football Club, nato il 7 settembre 1893 presso il Consolato Britannico di Genova a opera di una trentina di soci che versarono, sorprendentemente, solo dieci lire ciascuno.
Il primo torneo di calcio ufficiale italiano fu organizzato nel 1896 a Treviso dalla Federazione Ginnastica, mentre il primo vero e proprio campionato italiano fu disputato al velodromo Umberto I di Torino l’8 maggio 1898, a opera della Federazione Italiana del Football (FIF). Il Genoa si impose su FC Torinese, Ginnastica Torino e Internazionale Torino, conquistando quello che sarebbe poi passato alla storia come il primo “Scudetto”.
La FIF, diventata poi FIGC a partire dal 1909, venne costituita circa due mesi prima del campionato proprio dai rappresentanti delle squadre partecipanti, allo scopo di organizzare e regolare tutte le attività calcistiche in Italia.
La nascita della Serie A in Italia
La prima edizione del campionato italiano a girone unico come lo conosciamo oggi, invece, prese il via il 6 ottobre 1929 e si concluse il 13 luglio 1930 con la vittoria dell’Ambrosiana guidata da Arpad Weisz. Nel corso degli anni, la massima competizione italiana si è evoluta e sono state apportate modifiche su più fronti, per esempio rispetto al numero di squadre partecipanti o al sistema di punteggio (che, in caso di vittoria, è passato da 2 a 3 punti nel 1994).
Nell’albo d’oro della Serie A, la squadra con il numero maggiore di vittorie è la Juventus (36), seguita dall’Inter (20), Milan (19) e Genoa (9). Oltre ai numeri e alle vittorie, si sono alternate nel tempo grandi formazioni e importanti periodi sportivi che hanno fatto del nostro sistema calcistico, uno dei più importanti al mondo.
Le grandi squadre e i grandi campioni
Nel corso del tempo sono state tante le formazioni, rappresentate da grandi campioni, che hanno dato lustro alla Serie A. L’esempio più celebre è, probabilmente, il cosiddetto “Grande Torino”, rosa piemontese che tra il 1935 e il 1949 mise a dura prova le altre squadre dimostrando grande abilità, talento e spirito di squadra, vincendo 2 Coppe Italia e 5 Scudetti consecutivi. Oltre ai titoli conquistati, in quegli anni il Grande Torino segnò diversi record: 88 gare casalinghe consecutive senza sconfitte (quasi 8 anni), 125 gol segnati, la vittoria più larga della Serie A (10-0 contro l’Alessandria) e una differenza reti pari a +92 nella stessa stagione (1947-48). L’epilogo di questa eroica rosa, purtroppo, fu davvero drammatico e passò alla storia come la Tragedia di Superga. Il 4 maggio 1949 i giocatori e lo staff del Torino, tornando a casa da una trasferta per una partita contro il Benfica, rimasero vittime di uno schianto aereo contro la Basilica di Superga, in cui persero la vita ben 31 persone.
Tante altre sono le grandi squadre che, poi, si sono alternate nel tempo: il Milan degli olandesi (Van Basten, Gullit e Rijkaard), l’Inter del triplete (capitanato da José Mourinho e vincitore di Coppa Italia, Scudetto e Champions League nella stessa stagione) o ancora la Juventus dei 9 scudetti consecutivi.
I periodi che hanno lasciato il segno
Analizzando da un punto di vista temporale il nostro campionato, possiamo individuare alcuni periodi che sono rimasti nell’immaginario collettivo dei tifosi e che hanno fatto la storia di questo sport.
Il ventennio tra gli anni ’80 e gli anni ’90, ad esempio, è stato caratterizzato dall’avvento di squadre e campioni che hanno reso la Serie A dell’epoca uno dei campionati più importanti del panorama calcistico mondiale. In quegli anni il calcio poteva contare su fuoriclasse leggendari: Maldini, Baresi, Van Basten, Scirea, Platini, Maradona, Baggio, Vialli, Matthäus (solo per citarne alcuni).
Le squadre del campionato italiano si sono distinte, poi, nello stesso periodo anche a livello internazionale per la vittoria di 4 Coppe dei Campioni (ora Champions League), 7 Coppe UEFA (attuale Europa League), 4 Coppa delle Coppe e 7 Supercoppe UEFA. A riprova dell’alta qualità del sistema calcistico italiano di quel tempo, inoltre, bisogna ricordare anche la conquista del terzo titolo mondiale nel 1982 da parte della Nazionale Azzurra guidata da Enzo Bearzot.
Tuttavia, la storia del nostro calcio non ha avuto al centro solamente momenti estremamente positivi come quelli appena ricordati. Altrettanto caratterizzanti e radicati, sono alcuni episodi più spiacevoli e controversi. Primo tra tutti, lo scandalo di “Calciopoli”. Con questo termine, nel linguaggio giornalistico, ci si riferisce a una serie di illeciti sportivi che hanno cercato di favorire alcune squadre a discapito di altre e che hanno sconvolto l’intero settore calcistico alla vigilia del mondiale del 2006. Nello specifico, una serie di intercettazioni telefoniche aveva portato alla luce una rete di possibili condizionamenti in cui erano coinvolti sia alcuni dirigenti delle squadre di Serie A, sia i vertici della FIGC e del sistema arbitrale. Si tratta di episodi gravissimi conclusisi con processi e dure condanne da parte della giustizia.
Difatti, al termine dell’iter giuridico, ci furono una serie di dimissioni ai massimi livelli del sistema calcistico italiano a cui si aggiunsero provvedimenti significativi sia per le squadre coinvolte (si pensi alla retrocessione d’ufficio per la Juventus o alle sanzioni a punti nei confronti di Milan, Lazio, Fiorentina e Reggina), sia per i manager dei club interessati, che ne hanno risposto negli ambiti della giustizia sportiva e, in alcuni casi, anche di quella ordinaria.