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11 Giugno 2025
9:00

Come le culture del mondo nominano i parenti e i legami familiari: quali sono le “parole di famiglia”

In ogni cultura, il modo in cui chiamiamo i nostri parenti racconta molto più di un semplice legame di sangue: riflette visioni del mondo, strutture sociali e valori affettivi. Dai fratelli-cugini del sistema irochese alla famiglia hawaiana, la parentela è prima di tutto una costruzione culturale.

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Come le culture del mondo nominano i parenti e i legami familiari: quali sono le “parole di famiglia”
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I nomi dei legami familiari variano sensibilmente da una cultura all'altra, rivelando concezioni differenti della parentela e della struttura sociale. Il termine "zio" può assumere significati diversi a seconda del contesto culturale. In molte società occidentali esso indica esclusivamente il fratello del padre o della madre. In altri contesti, come in alcune regioni dell'Africa occidentale, lo stesso termine può essere utilizzato per riferirsi a qualsiasi individuo appartenente alla generazione dei genitori, indipendentemente da un legame biologico diretto. In altri casi ancora, come nelle Filippine, viene spesso esteso anche ad amici intimi della famiglia.

Cosa ci dice il linguaggio che usiamo per descrivere i legami familiari sulla nostra cultura? La risposta più affascinante ci porta a esplorare le 4 principali tipologie di terminologia di parentela che esistono nel mondo, secondo la classificazione classica dell'antropologo Lewis Henry Morgan, poi ampliata da studi successivi.

1. Sistema Eschile (lineare): il modello occidentale

Il primo sistema, detto "eschile" o lineare, è quello usato nella maggior parte dell'Europa e dell'America settentrionale. É il modello più "individualizzante" in quanto distingue nettamente tra parenti diretti e collaterali. Infatti, madre e zia sono due figure diverse, così come padre e zio. Lo stesso vale per fratelli e cugini: categorie separate, con ruoli e significati distinti.

Questo sistema riflette una concezione di famiglia nucleare, in cui si da priorità ai legami diretti di sangue e alle responsabilità parentali all'interno del nucleo ristretto. É anche il sistema che più facilmente si adatta a modelli burocratici e legali, e che ha contribuito a costruire l'idea moderna di "parentela biologica".

2. Sistema Irochese: la linea materna o paterna fa la differenza

Nel secondo sistema individuato, detto irochese, usato da molte popolazioni indigene delle Americhe, ma anche in alcune società dell'Africa occidentale, la distinzione tra parenti non è solo generazionale, ma anche lineare: i fratelli e sorelle del padre (zii paterni) sono considerati come "padri" mentre quelli della madre (zii materni) sono una categoria distinta.

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Nucleo familiare in Alaska.

Di conseguenza, anche i cugini vengono distinti: quelli paralleli (figli del fratello di tuo padre o della sorella di tua madre) sono chiamati "fratelli" o "sorelle", mentre quelli incrociati (figli della sorella di tuo padre o del fratello di tua madre) sono veri e propri "cugini" e, in alcune società, persino potenziali partner matrimoniali.

Questo sistema sottolinea un'organizzazione in cui la parentela non è solo affettiva o biologica, ma anche una rete di alleanze, ruoli e responsabilità collettive.

3. Sistema Sudanese: ogni parente ha un nome preciso

Il terzo sistema, detto sudanese, diffuso in gran parte del Medio Oriente, in Africa nord-orientale e in alcune regioni dell'Asia, è il più dettagliato e differenziato. Non esiste una parola generica per "cugino". Ogni tipo di parente infatti ha un termine specifico, che tiene conto della linea parentela o materna, del sesso e della posizione generazionale.

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Famiglia allargata in Madagascar.

Per esempio, il fratello del padre ha un nome diverso da quello della madre. Anche i figli del fratello di tuo padre hanno un termine distinto rispetto a quelli del fratello di tua madre. Questo sistema riflette una struttura gerarchica e patrilineare, in cui ogni posizione all'interno dell'albero genealogico comporta un ruolo preciso.

Non è raro che, in questi contesti, i matrimoni tra cugini (soprattutto figli del fratello del padre) siano socialmente preferiti per rafforzare i legami familiari e mantenere la coesione del gruppo.

4. Sistema Hawaiano: tutti fratelli e sorelle

Nel sistema hawaiano, prevalente in molte culture dell'Oceania e del Sud-Est asiatico, il principio guida è invece l'equivalenza generazionale. I fratelli e sorelle dei genitori sono chiamati "padre" e "madre", i cugini sono invece chiamati "fratelli" e "sorelle". Questa visione riflette un modello collettivo della famiglia, non si distingue infatti tra parenti stretti e lontani, perché ciò che conta è l'unità del gruppo, più che la specificità dei legami.

La responsabilità verso i figli, per esempio, è condivisa tra tutti gli adulti della generazione genitoriale, e anche l'autorità o l'affetto non sono prerogativa esclusiva dei genitori biologici. Per chi è cresciuto in un contesto occidentale, questo sistema può sembrare "confusionario", ma è esattamente l'opposto: è una rete inclusiva, solidale, dove ogni individuo è parti di un tutto.

La parentela come specchio culturale

Studiare come chiamiamo i nostri parenti è un modo per capire come concepiamo il mondo, in fin dei conti. La terminologia di parentela è come una "mappa", sosteneva l'antropologo Morgan: ci dice chi siamo, dove stiamo, quali sono i confini della nostra identità e dove finisce o inizia la nostra comunità. Nel mondo globalizzato di oggi, questi sistemi si mescolano. Per esempio, le famiglie migranti in Europa portano con sé modi diversi di nominare i legami, sfidando il modello "eschile" dominante e aprendo a nuove forme di riconoscimento.

In fondo, la parentela non è solo una questione di sangue, ma di riconoscimento reciproco. E nel momento in cui si chiama qualcuno "sorella", anche se non lo è biologicamente, si sta facendo una scelta culturale e affettiva.

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