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7 Settembre 2024
16:30

Come mai è così facile ricordare le canzoni anche a distanza di anni?

La musica si radica profondamente nella nostra memoria grazie alla sua capacità di creare "impronte sonore" che collegano emozioni e contesti a specifiche canzoni. Questo legame tra canzoni e memoria è rafforzato dalla ripetizione (a sua volta incentivata dalla dopamina), che consolida le connessioni neurali e rende i ricordi musicali duraturi.

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Come mai è così facile ricordare le canzoni anche a distanza di anni?
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Non solo i testi e le melodie delle canzoni sembrano non sparire mai dalla memoria, ma alcune volte spuntano prepotentemente nella “camera acustica” mentale senza che ce ne accorgiamo. Finiscono spesso per assillarci oltre la nostra volontà, ripetendosi nella nostra testa anche quando vorremmo che ci lasciassero in pace. Il segreto della loro persistenza è nell'aggancio che creano con la memoria episodica e con le emozioni. Il ritmo e la melodia, oltre che il testo, costituiscono elementi di recupero mnemonico ridondanti, ovvero ognuno di essi rimanda immediatamente agli altri, facilitandone il ricordo.

Musica e cervello: cosa succede

Quando ascoltiamo una canzone, la prima zona della corteccia ad attivarsi è l’area uditiva, che si trova proprio dietro al nostro orecchio. Ogni volta che ascoltiamo una canzone, questa viene scomposta e mappata creando come una “impronta sonora” di facile accesso per la memoria. È l’ippocampo a svolgere un ruolo cruciale nella conservazione e nel recupero della memoria a lungo termine della musica. Il suo segreto è collegare molto solidamente ciò che ascoltiamo con i contesti e le emozioni che stiamo vivendo nel preciso momento che nel periodo di vita nel quale ascoltiamo determinate canzoni. Collega quindi con una solida corda mnemonica le nostre emozioni con le note della melodia. Si crea così una sorta di “tagemozionale che rende immediato il ricordo della canzone.

Un aspetto chiave della memoria musicale è la ripetizione. Tanto più ascoltiamo una canzone, tanto più facilmente questa si lega con più momenti della nostra vita, e con più emozioni, consolidando il ricordo del testo e della melodia. Le connessioni neurali vengono infatti rafforzate ogni volta che riascoltiamo il brano. Questo processo è noto come Long Term Potentiation, e consiste nella creazione di nuovi collegamenti tra neuroni in virtù della loro attivazione frequente, che rende così la memoria della canzone più stabile e duratura. L'ascolto delle canzoni che ci piacciono è un comportamento che viene rinforzato dal rilascio di dopamina, che ci spinge ad ascoltare e riascoltare ancora, favorendo la ripetizione.

L’effetto delle emozioni sulla memoria musicale

Immaginiamo di ascoltare una canzone durante l’estate del nostro primo amore. Le forti emozioni renderanno quel periodo di vita profondo e ben cablato nel nostro cervello emotivo; alcune canzoni più di altre, magari a causa della significatività del testo o anche solo perché, casualmente, quella canzone gira per radio durante un preciso periodo, attiveranno le nostre sensazioni romantiche. Quando una canzone è collegata a forti emozioni, il cervello rilascia neurotrasmettitori come la dopamina, che hanno un effetto immediato di benessere fisiologico. Le connessioni neurali così si consolidano, come se stessimo scavando un sentiero sempre più profondo nella nostra mente. Questo è il motivo per il quale certi brani sembrano evocare immediatamente ricordi vividi di momenti passati della nostra vita. Non è un caso che l’ascolto della musica sia accompagnato ad un aumento del flusso sanguigno in zone del cervello limbico, quello che processa le emozioni.

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La canzone diventa un forte indizio mnemonico, e le sue prime note bastano a riattivare le aree limbiche cerebrali che suscitano in noi le emozioni dei momenti passati. La forza, rispetto ad una poesia o ad un paragrafo di un libro, sta nella relazione tra parole, ritmo e melodia. È come avere non uno, ma tre “ganci mnemonici” che catturano con un lazo stretto il ricordo nascosto nella nostra testa. La combinazione di parole, ritmo e melodia crea una tripla traccia di memoria: quella verbale (le parole), quella temporale (il ritmo) e quella musicale (la melodia). Questo triplice binario rende le canzoni particolarmente resistenti all'oblio. La regolarità dei pattern presenti in una canzone (pensiamo al ritornello che si ripete, non a caso la parte generalmente più facilmente ricordabile) facilita la codifica per il nostro cervello, un organo sempre in cerca di regolarità da scovare.

Pensiamo a quante volte abbiamo ricordato un'intera canzone solo ascoltando il ritornello. Questo succede perché la struttura ripetitiva del ritornello funziona come un ancora nella nostra mente. Il potere della musica è così forte che, in un esperimento di Särkämö e colleghi del 2008, viene fuori che i pazienti colpiti da ictus hanno notevoli benefici in termini di recupero di memoria verbale se, nel loro periodo di riabilitazione, gli vengono fatte ascoltare la loro canzoni preferite. Oltre alla memoria, miglioravano anche la capacità di attenzione e l’umore.

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