
Le tecniche costruttive delle antiche civiltà sudamericane di epoca precolombiana erano avanzatissime e furono sviluppate da popoli diversi nel corso dei secoli. Edifici e costruzioni complessi ed elaborati si riscontrano infatti dalla città di Tiwanaku, in Bolivia, datata tra il V e il IX secolo d.C., fino ai centri eretti dalla civiltà Inca (ad esempio a Cusco, Sacsayhuamán e Machu Picchu), che prosperò dal XII al XVI secolo ed era diffusa anche negli attuali Cile, Argentina, Perù e Colombia. Le tecniche edilizie della cultura Tiwanaku, le più antiche, hanno avuto un'enorme influenza su quelle successive degli Inca. Il segreto di tanta maestria stava in un'ottima conoscenza della geometria e della matematica, e nell'utilizzo di strumenti semplici ma efficaci per lavorare le pietre locali.

Partiamo da un presupposto necessario: le strutture di Tiwanaku e quelle di Cusco non sono state costruite né nello stesso periodo storico né dalla stessa civiltà. La cultura Tiwanaku infatti prosperò attorno all'omonimo centro, oggi in Bolivia, tra il V e il IX secolo, per intenderci nello stesso lasso di tempo che corrisponde all'Alto Medioevo europeo. Cusco (oggi in Perù) invece era uno dei principali centri della civiltà Inca, che nel periodo di suo massimo splendore, ovvero all'inizio del XVI secolo (poco prima del contatto con i conquistadores spagnoli), dominava sulle Ande dalla Colombia al Cile.
La cultura Tiwanaku influenzò non poco quella Inca, anche per quanto riguarda le tecniche costruttive. Il principale centro di questa cultura era proprio la città di Tiwanaku, oggi patrimonio dell'UNESCO, che sorprende per la magnificenza delle sue architetture. La città era probabilmente un centro cerimoniale, attorno al quale convergevano numerose attività produttive e commerciali. Fra le strutture più importanti vi sono il complesso di Pumapunku, caratterizzato da blocchi di pietra perfettamente sagomati, e le Porte del Sole e della Luna, assieme a diverse statue e monoliti.

Gli artigiani di Tiwanaku realizzarono queste strutture a partire da singoli blocchi di arenaria e andesite, tagliati, sagomati e levigati alla perfezione. Per ottenere ciò, erano necessarie ottime conoscenze di geometria, che questa popolazione possedeva. Per tagliare l'andesite vennero impiegate lame e scalpelli di pietre più dure, ma anche oggetti in bronzo (le civiltà precolombiane non conoscevano il ferro). La perfetta levigatura era ottenuta usando sabbia e acqua, mentre i fori nelle pietre venivano praticati con trapani manuali con la punta in bronzo o in pietre più dure dell'andesite. La Porta del Sole, con i suoi bassorilievi, ritenuta non a torto il capolavoro architettonico degli antichi Tiwanaku, è stata ottenuta addirittura dalla lavorazione di un singolo blocco di andesite.

Tiwanaku cominciò a decadere tra l'XI e il XII secolo per ragioni ancora da accertare. Successivamente il territorio passò all'impero degli Inca, che padroneggiarono le avanzate tecniche costruttive dei loro predecessori. Le tecniche che i Tiwanaku applicavano per tagliare, levigare e modellare i loro monoliti, vennero fatte proprie dagli Inca per la realizzazione dei blocchi che servivano per la costruzione dei loro grandi palazzi.
Uno degli esempi più noti di ciò è la famosa pietra dei dodici angoli di Cusco. Le murature dei palazzi Inca (fra cui anche quelli della famosa Macchu Picchu) necessitavano di pochissimo uso di preparati come la malta e la calce. Questo perché i blocchi erano sagomati in anticipo proprio per poter essere incastrati alla perfezione. Utilizzando attrezzi semplici come scalpelli in pietra o bronzo, ma anche la tecnica della levigatura a sabbia e acqua, e unendo queste abilità tecniche a profonde conoscenze matematiche e geometriche, gli Inca eressero palazzi grandiosi.
