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25 Agosto 2025
17:30

Comunicare e scrivere con i fili: l’incredibile linguaggio dei Quipu nel Perù precolombiano

I quipu (anche conosciuti come Khipu) erano strumenti usati dagli Inca per registrare dati numerici tramite nodi su corde colorate. Senza scrittura, servivano per contabilità, censimenti e tasse. Usati già nel I millennio a.C., furono vietati dai conquistatori spagnoli.

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Comunicare e scrivere con i fili: l’incredibile linguaggio dei Quipu nel Perù precolombiano
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Un quipu custodito al museo di Cleveland, negli Stati Uniti. Credit: Clevelandart.org

Nel Perù precolombiano esisteva una maniera molto efficace per tenere conto di informazioni numeriche importanti come la contabilità, lo scorrere del tempo, le imposte e i censimenti: i quipu(o khipu), termine che nella lingua nativa degli altopiani peruviani, il quechua, significa letteralmente "nodo". La civiltà inca non disponeva di un sistema di scrittura, ma i quipu costituivano un metodo efficace per comunicare a distanza informazioni strettamente legate all'amministrazione degli insediamenti, delle derrate alimentari e dell'esercito.

I quipu erano composti da una serie di fili, realizzati in cotone oppure in lana di lama o alpaca. Il colore dei fili, il loro spessore, e la posizione dei nodi costituivano un sistema decimale standardizzato per annotare informazioni numeriche di varia natura. In passato alcuni studiosi hanno cercato di intravedere nella combinazione dei fili un vero e proprio sistema alfabetico, ma di ciò non vi è alcuna prova concreta. Si trattava di un sistema semplice ma efficace: ancora oggi alcune comunità quechua del Perù utilizzano dei semplici quipu per tenere conto della contabilità domestica.

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In quipucamayoc "legge" un quipu in una illustrazione di periodo spagnolo. Credit: Felipe Guaman Poma de Ayala, via Wikimedia Commons

Un quipu era formato da una corda principale, da cui pendevano molte corde secondarie, spesso con ulteriori ramificazioni. I nodi venivano fatti in posizioni specifiche e potevano essere semplici o composti. Anche il colore delle corde aveva un significato, e all'interno dell'Impero Inca vi erano dei funzionari preposti alla loro lettura, i quipucamayoc, che tenevano conto del commercio e dei censimenti. I quipu erano leggibili a partire dal filo orizzontale di supporto, dal quale pendevano tutti gli altri. La posizione dei nodi e il tipo di nodo rappresentavano i numeri in un sistema decimale. I nodi più in basso rappresentavano le unità, quelli più in alto le decine, poi le centinaia, e così via. Probabilmente esistevano anche delle combinazioni che rappresentavano delle formule standardizzate, la cui interpretazione si è però persa.

Sebbene sembri che i quipu venissero usati già dalla cultura di Caral nel II millennio a. C., i primi manufatti di questo genere ritrovati dagli archeologi certamente interpretati si datano alla fine del I millennio a. C., al periodo della cultura Paracas. Il sistema dei quipu si sviluppò nel corso del I millennio d. C., per poi perfezionarsi nel periodo dell'Impero Inca (XII-XVI sec.). Negli altopiani peruviani, i quipu erano consegnati ai vari amministratori dai chaski, abili corridori in grado di coprire migliaia di km. Con la conquista spagnola del Perù nella seconda metà del XVI secolo, il sistema dei quipu, così come l'intera civiltà incaica, entrò in crisi. Questi strumenti di conto, considerati retaggio del passato pagano, vennero bruciati e proibiti, sostituiti dalla scrittura spagnola, e oggi sono molto pochi quelli che si sono conservati dal periodo inca.

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Un corridore chaski suona un pututu (un corno di conchiglia tipico delle Ande) e consegna un quipu, in una illustrazione del XVII secolo. Credit: Peruvian19, via Wilimedia Commons
Fonti
Quipu, Treccani
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