![torre di babele davvero esistita bibbia genesi ebrei](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2025/01/torre-di-babele-davvero-esistita-bibbia-genesi-ebrei.jpg?im=Resize,width=638;)
La torre di Babele viene citata nella Bibbia nel libro della Genesi (11, 1-9). Sarebbe stata una struttura costruita in mattoni dagli uomini, che in questa maniera volevano erigere un edificio destinato a raggiungere il cielo. Nel mezzo dei lavori, per punire gli uomini della loro superbia nel voler costruire un edificio così alto, Dio sarebbe sceso sulla terra e avrebbe confuso la lingua che parlavano (una sola e unica, secondo il racconto biblico). In questa maniera le persone non si sarebbero più riuscite a capire fra loro e i lavori sarebbero stati interrotti. Nella Genesi troviamo così la spiegazione ebraica (e poi cristiana) del perché il genere umano parli lingue diverse. Ma cosa c'è di vero nel racconto? Secondo alcuni degli studi più recenti, questa storia potrebbe avere le sue origini in una struttura realmente esistita a Babilonia, la Ziqqurat Etemenanki.
Innanzitutto facciamo chiarezza sul nome biblico. Nonostante l'assonanza tra la parola "Babele" e la città di Babilonia, le due cose non hanno a che fare l'una con l'altra. Nell'originale testo in ebraico la torre viene definita בבל, bavèl, dal verbo bālal, che significa "confondere", in riferimento alla confusione delle lingue degli uomini causato da Dio per impedire la costruzione dell'edificio. L'associazione con la città mesopotamica di Babilonia sarebbe arrivata solo in seguito.
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Infatti, nonostante il racconto della Genesi tradizionalmente venga attribuito al tempo di Mosè, cioè a metà del II millennio a.C., la maggior parte dei filologi ritiene oggi che il primo libro della Bibbia sia stato composto nella sua versione definitiva molto più tardi, tra il VI e il V sec. a.C., a partire da materiale attribuibile all'inizio del I millennio a.C., cioè al periodo della formazione dell'antico regno d'Israele.
Di conseguenza, la versione definitiva del testo che noi conosciamo è stata frutto di diverse trasformazioni e integrazioni che si sono distribuite su un periodo di almeno mezzo millennio. Tra l'altro la formulazione definitiva della Genesi (come di gran parte del testo biblico) coinciderebbe col periodo della storia ebraica noto come "cattività babilonese", una fase cruciale per lo sviluppo dell'ebraismo, tra il VII e il V sec. a.C.
In questo periodo infatti gli ebrei vennero deportati in Mesopotamia dai loro conquistatori, gli Assiri e i Babilonesi, a seguito della caduta dei due regni ebraici dell'età del ferro, ovvero il regno di Giuda e il regno d'Israele. In risposta al trauma dell'esilio e della deportazione, il popolo ebraico formalizzò gran parte della sua identità, e molti degli elementi dell'attuale cultura ebraica ebbero origine proprio in questo periodo. Fra questi anche le versioni definitive di molti libri dell'Antico Testamento. Anche la storia della Torre di Babele venne inserita nel libro della Genesi probabilmente nel periodo della cattività babilonese. Fu allora infatti che gli Ebrei videro la grande ziqqurat Etemenanki di Babilonia.
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L'Etemenanki era la principale ziqqurat della città, descritta da molti autori dell'antichità come di dimensioni gigantesche. Venne costruita in più fasi e da diversi sovrani nella seconda metà del II millennio a.C., in mattoni cotti e smaltati, con un gran numero di decorazioni. Nonostante della struttura oggi non sia rimasto molto, gli studiosi ritengono che raggiungesse i 66 metri di altezza, sviluppati su diversi gradoni, dimensioni notevoli per un edificio di quel periodo. Molto probabilmente, le dimensioni e la bellezza dell'Etemenanki ispirarono gli scrittori della Genesi nella formulazione della storia della Torre di Babele.
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Lo storico greco Erodoto vide e descrisse nel V sec. a.C. la ziqqurat a gradoni, dandoci un'idea non molto lontana di cosa videro gli ebrei appena un secolo prima:
Nel mezzo del recinto c'era una torre in solida muratura, lunga e larga uno stadio (200 metri circa), sulla quale era stata innalzata una seconda torre, e su quella una terza, e via così fino a otto. La salita alla cima è all'esterno, attraverso un percorso che si snoda attraverso tutte le torri. Circa a metà strada, c'è un luogo dove riposarsi con dei sedili, dove le persone possono sedersi per un po' prima di proseguire la salita. Sulla cima c'è un grande tempio, all'interno del quale si trova un divano di dimensioni insolite, al fianco del quale vi è un tavolo d'oro. Non c'è nessuna statua, e nessuno vi passa la notte, tranne una sola donna, che, come dicono i sacerdoti babilonesi, viene scelta dal dio fra tutte le donne di questo paese.
Alessandro Magno, nel 323 a. C. ordinò di demolire la ziqqurat per ricostruirla, ma la morte del sovrano bloccò definitivamente i lavori. L'Etemenanki cadde allora nell'oblio.