
Oltre a tanti altri fattori (deglutizione, mangiare velocemente, parlare mentre si mangia, fumare e masticare chewing gum) un contributo significativo alla formazione di gas intestinali (che comunemente definiamo come "aria nella pancia") e quindi delle flatulenze è sicuramente dato dalla dieta. Tra i tanti alimenti probabilmente legati alla produzione eccessiva di gas nell'intestino ci sono alcuni legumi; in particolare i fagioli sono conosciutissimi per questo loro "effetto collaterale", a causa della presenza di fibre solubili e zuccheri complessi. È stato anche visto però che aumentando il consumo di fagioli, la correlazione tra mangiare costantemente questi legumi ed vere più flatulenze, non è così fondata come si crede. Vediamo quindi nel dettaglio cosa contengono i fagioli e quali sono i risultati dello studio.
Cosa contengono i fagioli
I fagioli sono ricchissimi di due componenti molto resistenti alla digestione, le fibre solubili e il raffinosio: queste due sostanze sono responsabili della produzione di gas intestinali. Vediamo cosa sono e come vengono metabolizzate nell'organismo.
Le fibre solubili sono una tipologia di carboidrati (pectine, le gomme e le mucillagini) che non vengono digerite dal nostro organismo. Nel momento in cui arrivano nell'intestino, queste fibre diventano gelatinose nell'intestino perché assorbono tanta acqua. I batteri fermentano questa gelatina composta di acqua e fibre nel tratto del colon, e qui viene generato gas come sottoprodotto di questa fermentazione. Questo è un effetto collaterale delle fibre solubili, ma resta il fatto che sono fondamentali per la salute e il benessere del nostro organismo: per esempio sono utili ad abbassare il colesterolo "cattivo" e nella gestione della glicemia.
Il raffinosio, invece, è un trisaccaride (una molecola composta da tre zuccheri semplici) che viene digerito solo dall'enzima chiamato alfa-galattosidasi. Quest'ultimo non è però presente nell'intestino umano, e quindi non è possibile la sua scomposizione. Arrivano intatti fino all'ultimo tratto dell'intestino, dove vengono metabolizzati dai batteri presenti in questo tratto, e avviene quindi la produzione di gas, che da luogo poi a flatulenze e meteorismo.
Questo zucchero è presente sia in molte leguminose (appunto la famiglia di cui fanno parte anche i fagioli), sia nelle brassicacee (broccoli, cavoli, ecc…). Tra le varietà di legumi, quelli che ne contengono di più sono i fagioli borlotti e i fagioli cannellini.

Cosa ha rivelato lo studio sulla relazione tra fagioli e gas intestinali
La possibile correlazione tra la quantità di fagioli mangiati e la quantità di flatulenze è stata studiata con un esperimento condotto da Donna Winham dell'Università dell'Arizona e da Andrea Hutchins dell'Università del Colorado.
Sono stati reclutati dei partecipanti appartenenti ad altri tre studi che erano stati condotti per studiare la correlazione tra fagioli e biomarker in malattie cardiache.
In tutti e tre gli studi, parte dei partecipanti hanno assunto mezza tazza di fagioli al giorno per 8 o 12 settimane, l'altra parte fungeva da controllo (cioè serviva a vedere se effettivamente fossero i fagioli a creare flatulenze, oppure non c'era correlazione).
- In particolare, nel primo gruppo composto da 17 persone, i partecipanti hanno assunto mezza tazza di fagioli neri o borlotti al giorno, mentre il controllo ha assunto carote in scatola;
- Nel secondo gruppo, composto da 29 persone, i partecipanti hanno assunto mezza tazza di fagioli al forno e il gruppo di controllo ha assunto carote in scatola;
- Nel terzo ed ultimo gruppo, composto da 80 persone totali, i partecipanti hanno assunto mezza tazza di fagioli borlotti tal quali, e il gruppo di controllo ha assunto zuppa di pollo con le medesime kcal dei fagioli.
A tutti i partecipati è stato impedito di consumare altri legumi e la soia durante tutto il periodo dello studio.
Inoltre, sia il pasto a base di fagioli, che quello di controllo sono stati preparati come antipasti surgelati preconfezionati presso il sito di studio. Ai partecipanti è stato chiesto di mangiarli così come forniti senza alterazioni.
Per valutare i risultati, i ricercatori hanno preparato un questionario da far compilare ai consumatori e che si basava sulle percezioni di aumento della flatulenza, cambiamenti nelle feci e gonfiore.
La struttura e il contenuto del questionario sono stati modellati e validati su studi già effettuati riguardo i disturbi digestivi funzionali. Il questionario conteneva una serie di 4 domande a risposta chiusa sì/no per accertare se si ha riscontrato cambiamenti nella frequenza della flatulenza, nella frequenza delle feci, nella consistenza delle feci o nella frequenza del gonfiore in seguito al consumo quotidiano di fagioli. A coloro che hanno segnalato un cambiamento è stato chiesto di indicare il tipo e l’entità del cambiamento.
Le risposte sono state raccolte a partire dalla settimana precedente ai primi sette giorni di somministrazione.
Meno del 50% dei aderenti allo studio ha riferito un aumento della flatulenza mangiando fagioli borlotti o fagioli al forno durante la prima settimana, e solo il 19% ha avuto un aumento della flatulenza. Una piccola percentuale (dal 3 al 11%) ha riportato un aumento della flatulenza nei tre studi anche con diete di controllo prive di componenti che producono flatulenza (carote e zuppa di pollo).
In conclusione la preoccupazione delle persone riguardante l'aumento del gas intestinale correlato all'alto consumo dei fagioli, non è così fondato.
È probabile che se si consuma una piccola quota di legumi quotidianamente, per un periodo di tempo lungo, flatulenze e gonfiori diminuiscono. Anzi, zuccheri e fibre sembrano essere anche un buon "concime" per i batteri buoni dell'intestino, i quali ci aiutano con la regolarità intestinale. Consumando regolarmente fibre, si otterrebbero soltanto i benefici di questi alimenti, senza incorrere nelle spiacevoli "controindicazioni".