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Tra le varie tradizioni di Natale, non può mancare il bacio sotto il vischio. Questa piccola pianta cespugliosa cresce aggrappandosi ad altri alberi (emiparassitismo), soprattutto le querce, donando loro una chioma ancora piena di foglie anche dopo l'autunno. Forse per questo il vischio è legato a concetti di fertilità, prosperità e buon auspicio in molte culture del mondo, dai celti alla mitologia norrena fino al cristianesimo. Considerato pianta magica e medicinale nel Medioevo, la tradizione di baciarsi sotto il vischio comincia a diffondersi nell'Inghilterra del XVI secolo (rifiutarsi era addirittura considerato di cattivo auspicio), fino ad arrivare intatta ai nostri giorni.
Cos'è il vischio
Il vischio (Viscum album) è una pianta sempreverde, perenne e cespugliosa appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Questo piccolo cespuglio può raggiungere tra i 40 e i 100 cm di altezza ed è diffuso in tutta Italia come pianta autoctona, soprattutto fino ai 1200 metri sul livello del mare. La pianta si contraddistingue inoltre per le foglie coriacee (ossia dure) di colore verde chiaro, nonché per le piccole infiorescenze e le bacche di colore bianco.
È un organismo parzialmente autotrofo, cioè svolge da solo la fotosintesi, ma prende l'acqua, l'azoto e i sali minerali da altri vegetali, attaccandosi al loro fusto e ai rami più alti. Questo meccanismo messo in atto si chiama emiparassitismo: il suo habitat ideale è nei boschi, dove predilige crescere su conifere e diverse latifoglie.

Per diventare un emiparassita, il vischio produce dei cordoni e delle ramificazioni all'interno della corteccia dell'albero ospite, fino al tessuto conduttore, dal quale appunto raccoglie le sostanze nutritive e l'acqua. Quando il vischio si sviluppa e cresce, produce delle bacche, le quali vengono poi mangiate dagli uccelli e i semi vengono sparpagliati nei rami di altri alberi, sui quali poi ricomincia il ciclo di crescita del vischio.
Solo in rarissimi casi questa pianta uccide il suo ospite, perché chiaramente l'albero dal quale preleva le sostanze nutritive gli occorre per sopravvivere. Questo comportamento offre al vischio un vantaggio competitivo davvero alto sulle altre piante, poiché evita la competizione al suolo per le risorse.
Vischio: il significato e la simbologia della pianta sacra
Il vischio comune è diffuso in tutta Europa ed era particolarmente venerato dagli uomini primitivi, costituendo la base di molte leggende, miti e credenze religiose. Questa specie di vischio cresce e si àncora in particolare sulle querce. Queste ultime in autunno si defogliano, mentre il vischio no, conferendo alla quercia ospite un aspetto ancora foglioso, ed è questo il motivo dell'inizio di credenze religiose e rituali.

Diverse culture attribuivano proprietà mistiche al vischio. I Druidi celti celebravano la vigilia di mezza estate, che iniziava con il rituale del taglio di una pianta di vischio da una quercia utilizzando una falce d’oro. Successivamente si procedeva a sacrifici di animali e, talvolta, di esseri umani, seguiti dalla loro cremazione.
Gli europei bruciavano il vischio recuperato sulle querce con rituali stagionali, durante il solstizio d'inverno. Con l'arrivo del Cristianesimo il rito venne spostato alla notte di Natale: veniva acceso un ceppo di vischio e ci si assicurava che bruciasse tutta la notte. Già nel 60 a.C. Plinio il Vecchio descriveva come si credeva sacra la quercia e quindi anche il vischio che vi cresceva sopra.
Anche altre specie di vischio hanno rilevanza nei miti e nel folklore locale, come le specie Phoradendron in Nord America e il vischio nano (Arceuthobium) utilizzato dai nativi americani anche per le proprietà medicinali.
Dal Medioevo fino al XX secolo, il vischio ha avuto un ruolo centrale nella cultura popolare e nella medicina tradizionale dell'epoca. Veniva raccolto e legato in fasci con la funzione di allontanare gli spiriti maligni e prevenire gli incendi domestici e si credeva che favorisse i sogni profetici e aiutasse a localizzare tesori nascosti. Era considerato un elisir per gli animali sterili, una cura per l’epilessia, i crampi mestruali, i disturbi della milza e veniva usato come trattamento per le ulcere. Oggi l'interesse per il vischio riguarda soprattutto la sua natura parassitaria e le sue interazioni ecologiche.
Perché ci si bacia sotto il vischio?
Le origini della ritualità del bacio sotto il vischio sono poco certe e attribuibili a diversi periodi storici. Ci sono infatti diverse teorie a riguardo, ma sembra in ogni caso un gesto simbolico di buon augurio, fortuna, amore e prosperità.
Nella mitologia nordica norrena il vischio è legato al mito del dio Balder (o Baldr): per prolungarne la vita, Odino fece giurare tutti gli esseri viventi di non fargli del male, tralasciando però il vischio. Proprio a causa di ciò, con un inganno di Loki, Balder fu ucciso da una freccia di vischio per mano del dio cieco dell’inverno Hoder. Sempre secondo il mito, quando poi Balder tornò in vita, il vischio promise di non fargli più del male, diventando così un simbolo di resurrezione e amore.

Con l’avvento del cristianesimo, a partire dal III secolo d.C., l’aura sacra e mistica del vischio trovò un posto nella nuova religione. Sebbene i dettagli siano ancora poco chiari, questa integrazione potrebbe aver dato origine all’usanza natalizia di baciarsi sotto il vischio, legata forse alle credenze celtiche sulla fertilità e sul concepimento.
Il primo riferimento documentato a questa tradizione risale all’Inghilterra del XVI secolo, dove il bacio sotto il vischio era già una pratica molto popolare. Secondo questa antica tradizione, infatti, gli uomini potevano rubare un bacio a qualsiasi donna trovata sotto il vischio, e rifiutarsi era considerato di cattivo auspicio. Un'altra usanza prevedeva che, per ogni bacio, si staccasse una bacca dal vischio, ponendo fine ai baci una volta esaurite tutte le bacche.