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Oggi, 22 settembre 2025, in Italia è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore a sostegno della Palestina e contro ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza. La protesta nazionale, organizzata da Usb e dai sindacati di base (Cub, Adl, Sgb), ha un obiettivo chiaro: protestare “contro il genocidio in Palestina e la fornitura di armi a Israele” ma anche contro “l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari”.
Allo sciopero hanno aderito i settori scolastici, dell'istruzione e della ricerca, così il comparto del trasporto pubblico, ferroviario e marittimo (escluso solo quello aereo): Trenord, Trenitalia, ATAC e ATM sciopereranno per 24 ore, con fasce di garanzia che variano da regione a regione. Alla mobilitazione parteciperanno anche Vigili del Fuoco, settore amministrativo e sanità.
Al momento sono previsti cortei in 80 piazze italiane, con i manifestanti che stanno già riempiendo le strade all'urlo di “Blocchiamo tutto”. A Milano migliaia di persone si sono ritrovate in piazzale Cadorna a partire dalle 10, mentre a Napoli nel pomeriggio è previsto un corteo nei pressi dell'ex base NATO di Bagnoli, non lontano dalla scuola dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella inaugurerà l'anno scolastico. A Calenzano, vicino a Firenze, il corteo ha bloccato il casello dell'Autostrada A1, che è stato chiuso in entrata e in uscita.
A Roma si sono già radunate oltre 20 mila persone, mentre a Genova, Trieste e Livorno i lavoratori portuali hanno bloccato alcuni varchi portuali, dove erano attese delle navi poi dirette a Israele. Alla mobilitazione in favore di Gaza hanno persino aderito alcuni dipendenti laici vaticani, annunciando la loro presenza alla marcia dei “Preti contro il genocidio” che si terrà questa sera.
Lo sciopero si è poi esteso in maniera informale anche sui social, con numerosi creator, personaggi pubblici e testate online che hanno deciso di silenziare i propri profili per manifestare la propria solidarietà al popolo palestinese e denunciare il genocidio che sta avvenendo in Palestina e che è stato confermato da un recentissimo report della Commissione d'inchiesta speciale delle Nazioni Unite.