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11 Ottobre 2023
18:38

Il glossario del conflitto tra Hamas e Israele per capire la questione israelo-palestinese

Orientarsi nel conflitto israelo-palestinese non è facile. Con questo piccolo glossario, diamo una definizione sintetica delle parole chiave che sentiamo più spesso sul conflitto.

A cura di Frida Bonatti
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Il glossario del conflitto tra Hamas e Israele per capire la questione israelo-palestinese
israele palestinese

Dopo l'attacco di Hamas su Israele, avere una visione il più possibile completa di tutto quello che è accaduto e sta accadendo tra israeliani e palestinesi non è semplice. La questione israelo-palestinese è una crisi complessa che dura ormai da molti decenni e ha radici profonde.

In questo glossario sul conflitto abbiamo raccolto e spiegato le parole chiave che sentiamo più spesso in questi giorni per capire meglio la guerra, senza l’ambizione di coprire in toto l’argomento.

Vogliamo offrire una piccola guida per orientarsi al meglio tra le notizie e gli approfondimenti, che vi invitiamo a leggere, sulla situazione israelo-palestinese.

Striscia di Gaza

Con un'estensione di 360 km2 (circa il doppio del comune di Milano), la Striscia di Gaza è uno dei territori, insieme alla Cisgiordania, sotto il controllo degli arabi palestinesi.

Ufficialmente, la Striscia di Gaza non è più occupata militarmente da Israele, ma lo è stata dal 1967 (fine della Guerra dei sei giorni) al 2005.
Nel 2005, Israele ritirò le truppe e i suoi insediamenti dalla Striscia di Gaza, a patto che il controllo politico della regione andasse nelle mani dell’Autorità Nazionale Palestinese, ANP.
L'ANP infatti ambiva a traghettare i territori palestinesi verso gli accordi di pace con lo stato d'Israele.

Ma nel 2006, il gruppo armato islamico Hamas ha vinto le elezioni legislative palestinesi, assumendo il controllo nella Striscia di Gaza.

Da allora, Israele ha imposto una sorveglianza delle persone in entrata e in uscita dalla Striscia e l’embargo nei cieli, causando un impoverimento della zona e un inasprimento del sentimento dei cittadini. Le condizioni di vita degli abitanti della Striscia di Gaza sono difficili, anche considerando che la densità abitativa è tra le più alte al mondo (circa 6000 abitanti ab./km2).

Hamas 

Hamas (acronimo di “Movimento islamico di resistenza”) è un movimento nazionalista palestinese e fondamentalista islamico, che controlla il territorio della Striscia di Gaza.

Secondo il suo statuto, scritto nel 1988 e rivisto nel 2017, gli obiettivi del movimento sono principalmente due: fondare uno stato islamico di Palestina e annientare lo Stato di Israele.

A causa degli attacchi di stampo terroristico a danno dei civili israeliani, Hamas è considerata un’organizzazione terroristica da molti Paesi Occidentali.
Pur essendo i Palestinesi in grande maggioranza di religione islamica sunnita, Hamas è armata e finanziata dall'Iran, che è invece un Paese governato dal clero islamico sciita.

La fondazione di Hamas è avvenuta nel 1987 a seguito della prima intifada, movimento di rivolta palestinese nei territori occupati da Israele.

Negli anni, Hamas si è sempre opposta ad accordi di pace con Israele. Nel frattempo, ha guadagnato sempre più legittimità popolare nella Striscia di Gaza, anche a causa delle difficili condizioni di vita degli abitanti, finché nel 2006 ha vinto le elezioni parlamentari.
Nel 2007, ha poi preso il pieno controllo della Striscia di Gaza, estromettendo l’Autorità Nazionale Palestinese, riconosciuta internazionalmente.

Cisgiordania

È un territorio abitato da palestinesi, che viene definito dalla comunità internazionale "occupato da Israele", a seguito della Guerra dei sei giorni del 1967.

Attenzione, la Cisgiordania è in parte occupato da Israele, ma non è sotto la sovranità israeliana.
Che differenza c’è tra occupazione e sovranità? Che anche se questo territorio è, in parte, occupato militarmente, il diritto internazionale non lo riconosce come parte di Israele.
La Cisgiordania mantiene infatti un’autonomia politico-amministrativa a partire dagli accordi di Oslo del 1993, che segnarono una momentanea distensione tra israeliani e palestinesi.

Da allora, la Cisgiordania è in parte governata dall’Autorità Nazionale Palestinese, organizzazione politica creata in accordo con Israele per guidare il territorio verso la stesura di accordi di pace.
I timori di questi ultimi giorni sono che gli estremisti di Hamas possano prevalere anche in questa zona.

Hezbollah

È un movimento fondamentalista islamico, fondato in Libano all’inizio degli anni Ottanta e costituito da un partito politico e da un apparato militare.

E ora qualcuno potrà chiedersi, cosa c’entra il Libano, con Israele e Palestina?

In breve: a seguito della guerra israelo-palestinese del 1948, molti Palestinesi fuggirono in Libano. A questo punto, i libanesi di religione cristiana, timorosi di finire in minoranza nel paese, entrarono in conflitto con la parte musulmana. Israele partecipò al conflitto a difesa dei cristiani libanesi.

Da allora, uno degli obiettivi primari di Hezbollah, alleato dell'Iran, è la distruzione dello Stato d’Israele.

In questi giorni, anche loro hanno lanciato razzi in territorio israeliano e hanno ricevuto la controffensiva da Israele.

Autorità Nazionale Palestinese (ANP)

È un organismo politico, rappresentante del popolo palestinese.

Fu fondato nel 1993 in seguito agli accordi di Oslo con Israele, che hanno rappresentato un momento storico di distensione, dopo anni di tensione altissima tra Israele e i territori palestinesi e ponevano le basi per un processo di pace definitivo, rimasto però disatteso.

In breve, gli accordi di Oslo prevedono il diritto palestinese all’autogoverno, tramite la nascita dell’Autorità nazionale palestinese. La Cisgiordania fu divisa in tre zone, A, B, e C. Le prime due sono sotto il controllo parziale dell’ANP.

L’ANP è dotata di un potere esecutivo e legislativo e controlla gli organi di polizia, mentre non possiede un esercito proprio. Dal 2009, il presidente dell’ANP è Abu Mazen (il nome ufficiale è Mahmoud Abbas).

Organizzazione per la Liberazione Palestina (OLP)

Si tratta di un’organizzazione politica palestinese fondata nel 1964 a Gerusalemme, che si impegna per la creazione di uno stato palestinese indipendente.

Dal 2012 partecipa all’Assemblea Nazionale delle Nazioni unite come osservatore permanente (uno status concesso a entità non ancora membri ufficiali), in rappresentanza del popolo palestinese.

La Carta dell’OLP del 1968, una sorta di manifesto programmatico del movimento, invoca la lotta armata ai danni dell’“imperialismo sionista”. Tuttavia, in occasione degli accordi di Oslo del 1993, l’OLP riconobbe lo Stato d’Israele come possibile interlocutore nei negoziati di pace.

Intifada

Con questo termine arabo, che significa letteralmente "rivolta", vengono identificate le sollevazioni arabe volte a porre fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, a seguito della Guerra dei sei giorni.

Storicamente, vengono identificate tre ondate di sollevazione:

  1. prima intifada, o "intifada delle pietre".
    Scoppiò nel dicembre 1987, a seguito di un incidente di un veicolo militare israeliano che colpì due furgoni pieni di operai palestinesi, uccidendone quattro. La protesta palestinese dilagò dapprima in diversi campi profughi, fino a raggiungere Gerusalemme, con lancio di pietre e molotov.La prima intifada provocò 1500 vittime palestinesi e 100 israeliane. Si concluse nel 1993 con gli storici accordi di Oslo, che determinarono il reciproco riconoscimento politico e il diritto palestinese all'autogoverno, con l'Autorità nazionale palestinese.
  2. seconda intifada, o "intifada di Al-Aqsa"
    Goccia che fece traboccare il vaso per le ondate di rivolta nel 2000, fu la visita del capo di Stato Israeliano Ariel Sharon alla spianata delle Moschee, luogo tradizionalmente sacro per i musulmani.
    Alle azioni di guerriglia e agli attentati kamikaze ai danni dei cittadini israeliani, seguì una durissima repressione dell'esercito israeliano, che arrivò a occupare città palestinesi.
    Le ondate di violenza terminarono cinque anni dopo, nel 2005, con un bilancio finale di circa 4.700 morti, per lo più palestinesi.
  3. terza intifada, o "intifada dei coltelli"
    Questa ondata si differenzia dalle prime due perché nacque da un'iniziativa spontanea di giovani palestinesi, priva dell'appoggio delle autorità palestinesi.
    In Cisgiordania, a Gerusalemme e in altre zone del Paese vennero accoltellati o investiti da veicoli, decine di israeliani.

Mossad

Si tratta dei servizi segreti dello stato d’Israele, istituiti fin dalla fondazione dello Stato ebraico, nel 1949.
Sono specializzati in attività di spionaggio e controspionaggio principalmente all'estero.

Gli altri due rami dell'intelligence israeliana sono lo Shin Bet, specializzato nella sorveglianza interna, e l'Aman, con il compito di raccogliere dati e informazioni per progettare campagne militari.

Tradizionalmente, il servizio d'intelligente israeliano è ritenuto tra i più efficienti al mondo, ma a seguito dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, l'operato dello Shin Bet ha evidenziato delle faglie.

Iron Dome

Iron Dome è il sistema di difesa missilistico israeliano, commissionato dal Ministero della difesa nel 2007 e realizzato dall’azienda Rafael.

Nel 2011 è entrato in funzione per la prima volta.

Sionismo

È un’ideologia politica che aspira a creare uno stato d’Israele, per raggiungere l’autodeterminazione e la libertà del popolo ebraico.

Ideatore del sionismo fu il giornalista e scrittore austriaco Theodor Herzl (1860-1904), spinto dal crescente clima di odio nei confronti degli ebrei in Europa, alla fine dell’Ottocento.

Il programma ideato dai fondatori del sionismo si esprimeva in tre linee d’azione:

  1. la creazione di un Fondo nazionale ebraico, in cui confluirono i soldi che i primi ebrei usarono per acquistare terreni agricoli in Palestina.
  2. Il consolidamento di uno spirito nazionale dei valori culturali e religiosi dell’ebraismo.
  3. La ricerca, sul piano internazionale, di una “carta” che tutelasse l’immigrazione ebraica in Palestina.

Kibbutz

Sono delle società agricole che costituirono, a inizio Novecento, le prime comunità di ebrei in terra palestinese.
I kibbutz, che in ebraico significa "ritrovo", si basano su principi di condivisione di beni e sulla democrazia diretta.
La comunità è composta da persone che, volontariamente, si uniscono per lavorare insieme, senza una struttura sociale gerarchica.

Ancora oggi, in Israele, ci sono circa 200 kibbutz.

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Frida Bonatti
Redattrice
Dopo la laurea in Lettere, ho lavorato nel campo del restauro cinematografico per istituzioni culturali in Olanda, Svezia e Italia. Nel frattempo, ho coltivato l'interesse per la produzione di video online e podcast, che ha preso il sopravvento su quello per il cinema. Ho frequentato un corso di Content Management e Copywriting allo IED e sono entrata in Geopop, dove mi occupo della stesura di contenuti branded e editoriali. Sono una grande fan dei Beatles.
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