La Striscia di Gaza è un piccolo territorio incastonato tra Israele e l’Egitto, bagnato a occidente dal Mar Mediterraneo. Si estende per circa 365 km2 con una popolazione di 2.200.000 abitanti (5500 persone/km2). È una delle due parti che compongono lo Stato di Palestina ed è il luogo nel quale in genere avvengono gli episodi più cruenti del conflitto israelo-palestinese. Sebbene la città di Gaza abbia una storia lunga più di 3500 anni, il concetto della Striscia come entità a sé stante risale solo al 1948. Oggi il territorio si trova in condizioni economico-sociali molto difficili ed è sottoposto da molti anni a un blocco navale e terrestre. Sul piano politico, dal 2007 la Striscia è governata da Hamas, il movimento islamista palestinese in guerra pressoché continua contro Israele.
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- 1Cos’è la Striscia di Gaza
- 2La storia antica di Gaza
- 3I primi scontri tra arabi ed ebrei
- 4La guerra arabo-israeliana del 1948 e la “nascita” della Striscia
- 5L’occupazione israeliana e la cessione all’Autorità palestinese
- 6Il ritiro unilaterale israeliano e l’ascesa di Hamas
- 7Le condizioni della Striscia di Gaza oggi
- 8La scena politica
Cos’è la Striscia di Gaza
La Striscia di Gaza è un piccolo territorio situato sulla costa orientale del Mediterraneo, lungo 41 km e largo tra 6 e 10 km, per un’estensione totale di circa 365 km2. È una delle due parti dello Stato di Palestina (l’altra è la Cisgiordania, con la quale la Striscia non ha contiguità territoriale) e si trova in una posizione geografica molto delicata, perché è un punto di passaggio tra l’Africa settentrionale e il Medioriente.
Nonostante le piccole dimensioni, la Striscia è molto popolata: ospita circa 2.200.000 abitanti (non sono disponibili dati precisi), dei quali 1.476.000 sono registrati come profughi e vivono, in larga parte, negli otto campi allestiti nel territorio. La densità è elevatissima, superiore a 5500 persone per km2 (per fare un confronto, in Italia la densità media è di 196 persone per km2).
Il concetto della Striscia come territorio separato risale solo al 1948, ma la città di Gaza ha una storia molto più antica.
La storia antica di Gaza
Il centro urbano di Gaza fu fondato probabilmente intorno al 1500 a.C. Dopo aver fatto parte dei domini dei faraoni egiziani, nel primo millennio a.C. finì sotto il controllo dei filistei, un antico popolo stanziato nel territorio costiero dell’attuale Stato di Israele. A Gaza ebbe luogo un celebre episodio raccontato dalla Bibbia: il giudice israelita Sansone, prigioniero dei filistei, avrebbe fatto crollare il tempio nel quale era detenuto per far morire, insieme a se stesso, i suoi carcerieri.
Quel che è certo è che Gaza, per la sua posizione geografica, nel corso dei secoli fu occupata da numerosi popoli. Nel VII secolo d.C. entrò a fare parte del dominio arabo. Gradualmente la popolazione apprese la lingua dei conquistatori e si convertì all’Islam.
I primi scontri tra arabi ed ebrei
Gaza fu coinvolta in tutte le successive vicissitudini della Palestina, alternando periodi di prosperità ad altri di declino. All’inizio del Cinquecento fu conquistata dall’Impero Ottomano e dopo la Prima guerra mondiale entrò fare parte del Mandato britannico della Palestina.
All’inizio del Novecento ebbero luogo i primi scontri tra ebrei e arabi. In alcune località di quella che oggi è la Striscia di Gaza nacquero insediamenti degli ebrei europei trasferitisi in Palestina dopo la nascita del sionismo (il movimento che si proponeva di costituire uno Stato ebraico nel territorio palestinese). Alla fine degli anni ’20, quando in tutta la Palestina iniziarono i tumulti tra ebrei e arabi, gli abitanti di religione ebraica di Gaza furono costretti a fuggire.
La guerra arabo-israeliana del 1948 e la “nascita” della Striscia
Nel corso della prima guerra arabo-israeliana (1948-49) il territorio della Striscia non fu occupato da Israele ma dall’Egitto. Fu allora che emerse il concetto di “Striscia di Gaza” come territorio separato, perché è l’unico tratto della costa mediterranea della Palestina non conquistato da Israele. Durante la guerra del 1948, inoltre, la Striscia andò incontro a un enorme boom demografico a causa dell’esodo palestinese: circa 700.000 abitanti dei territori occupati da Israele furono costretti a lasciare le loro case e gran parte di loro si rifugiò nelle zone limitrofe, tra le quali Gaza. Nella Striscia furono perciò allestiti vari campi per profughi, inizialmente composti da tende e in seguito da edifici in muratura, nei quali vivono ancora oggi i discendenti dei rifugiati.
L’occupazione israeliana e la cessione all’Autorità palestinese
La Striscia restò sotto controllo egiziano, sia pure senza annessione formale, fino alla Guerra dei sei giorni del 1967, durante la quale fu occupata dalle truppe israeliane. Poco dopo iniziò la costruzione di insediamenti ebraici.
Nei decenni successivi la Striscia visse tutte le tensioni del conflitto tra Israele e Palestina e negli anni ’90, quando iniziò il processo di pace, fu il primo territorio ceduto all’amministrazione palestinese insieme alla città di Gerico (in Cisgiordania). Il governo israeliano, però, eresse una barriera intorno alla Striscia, lasciando aperti solo pochi punti di passaggio.
Il ritiro unilaterale israeliano e l’ascesa di Hamas
Gli insediamenti ebraici, che avevano raggiunto il numero di ventuno e ospitavano circa 9.000 persone, restarono sotto il controllo israeliano, ma nel 2005 il governo dello Stato ebraico decise di smantellarli e trasferire gli abitanti perché, vista la preponderanza della popolazione palestinese, annettere la Striscia, o anche solo sue parti, non era più pensabile e garantire la sicurezza degli insediamenti era difficile. Da allora la Striscia è abitata solo da palestinesi.
L’ultima evoluzione politica importante è stata l’ascesa al potere di Hamas, il movimento islamista che ha assunto il controllo della Striscia nel 2007, dopo aver vinto le elezioni generali palestinesi e dopo essersi scontrata con il partito rivale Fatah. Israele reagì al successo di Hamas imponendo un blocco navale totale.
Da allora, lo stato di tensione è continuo: Hamas e altre milizie palestinesi lanciano frequentemente razzi contro lo Stato ebraico, che risponde con pesanti bombardamenti aerei e, talvolta, con operazioni via terra.
Le condizioni della Striscia di Gaza oggi
La Striscia di Gaza è spesso definita come una grande prigione, perché è circondata dalla barriera edificata da Israele, sulla quale si aprono solo tre valichi: due sul confine israeliano, Eretz e Kerem Shalom, e uno su quello egiziano, Rafah, attraverso il quale non possono passare le merci. Spesso le merci, incluse le armi, sono contrabbandate nella Striscia attraverso tunnel scavati sotto il confine egiziano. Il blocco navale, che inizia a poche miglia dalla costa, impedisce il commercio marittimo, lo sfruttamento di un giacimento di gas scoperto nel 2000 e la pesca oltre una determinata linea.
Le condizioni della popolazione sono drammatiche: gli abitanti vivono ammassati in edifici fatiscenti e i servizi, comprese l’assistenza sanitaria e la fornitura di acqua ed energia, sono estremamente carenti. Secondo un rapporto del 2021 della Banca mondiale, il 59,3% della popolazione della Striscia vive al di sotto della soglia di povertà e il tasso di disoccupazione supera il 50%.
La scena politica
Sul piano politico, la Striscia è amministrata da Hamas e, di fatto, il governo è separato da quello della Cisgiordania. Nel territorio sono attive varie milizie armate. La più importante è costituita dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ma è molto attivo anche il più piccolo Movimento per la Jihad islamica in Palestina. I due movimenti, considerati organizzazioni terroristiche da Israele e da vari Paesi occidentali, godono di sostegno popolare perché buona parte degli abitanti considera gli israeliani responsabili del disagio socio-economico della Striscia, sebbene non tutti i palestinesi approvino i loro metodi di lotta e la loro ideologia.