

Pietre curative, cristalli capaci di risolvere problemi di cuore e flussi di energia attraverso i chakra: ma cosa c’è di vero nella cristalloterapia? Per chi non sapesse di cosa si tratta, è una pratica basata sul presupposto che il nostro corpo possieda un presunto campo bioenergetico noto come aura in grado di interagire con presunte vibrazioni in cristalli e pietre di colori diversi. La pratica prevede di appoggiare delle pietre sul nostro corpo per curare problemi legati all’umore e alla salute, come patologie al cuore o al fegato.
Disclaimer: la cristalloterapia è una pratica non riconosciuta dalla scienza e non sostituisce le terapie della medicina tradizionale. Se avete qualche problema di salute, rivolgetevi sempre a medici e professionisti e non a rimedi artigianali e non ufficiali: ne va della vostra vita e della vostra salute.
Cos’è la cristalloterapia
Si tratta di una pratica antica la cui origine è probabilmente da rintracciare addirittura nel periodo sumero ed egizio. Anche se nel tempo questa pratica è stata abbandonata, in realtà è tornata abbastanza di moda negli ultimi decenni grazie a movimenti new age e di medicina alternativa. Considerate che nel 2021 questo mercato ha raggiunto un valore di 77,6 milioni di dollari, ad oggi è attorno ai 100 milioni, e si stima che entro il 2032 potrà raggiungere i 240 milioni di dollari.
Il principio attorno al quale ruota tutta la cristalloterapia è che attorno al nostro corpo sarebbe presente un presunto campo energetico, la cosiddetta aura. Questa aura avrebbe delle “porte” che permetterebbero il passaggio di energia, quindi da queste porte deve essere fatta uscire l’energia negativa per fare entrare quella positiva. E queste “porte” sono i famosi chakra. Esistono varie correnti spirituali che parlano di chakra, riconducibili allo yoga, all’induismo o al buddismo, ma generalizzando possiamo dire che esistono 7 chakra principali, che si trovano lungo la colonna vertebrale. A ciascuno è associato un colore: a partire dal basso abbiamo rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola.

E cosa c’entra tutto questo con i cristalli? È proprio qui che entrano in scena. A seconda dei loro colori, i cristalli, vibrando, possono “attivare” i chakra, permettendo lo scambio di energia. Quindi appoggiandoli sul nostro corpo possiamo sentirci meglio o, secondo alcuni, addirittura curare malattie e problemi legati all’umore.
Secondo la cristalloterapia a ogni cristallo sono associati diversi benefici, come l’acquamarina, che è una varietà azzurra del minerale berillo, favorisce la crescita interiore e, allo stesso tempo, regolarizza il funzionamento della tiroide. Oppure c’è la magnesite, che ci rende ottimisti ma è utile anche per l’emicrania. Questi sono solo un paio, ma trovate tantissimi elenchi online con tutte le pietre del caso.
La scienza dei presunti chakra
Partiamo dai chakra: la letteratura scientifica in merito è piuttosto scarna, ma alcuni studi sostengono che effettivamente è possibile che quelli siano punti "particolari" del nostro corpo, un po’ come quelli legati all’agopuntura per intenderci, quindi aree dove si trovano particolari nervi o ghiandole, e la cui stimolazione potrebbe portare benefici. In questa sede ci basta sapere che, effettivamente, l agopuntura è una pratica che anche se ritenuta non scientifica per molto tempo è stato osservato che almeno per la terapia del dolore, in alcuni casi funziona.
Comunque, tornando ai chakra, come vi dicevo la quantità di studi in merito è molto ridotta e i risultati non sono univoci. Quindi diciamo che non si esclude l’esistenza di questi punti “particolari”, anche se certamente non si tratta di portali magici per fare entrare e uscire energia.
La scienza dei presunti cristalli curativi
Secondo la cristalloterapia, la vibrazione dei cristalli colorati (per esempio quarzo rosa, ametista, ossidiana, giada, avventurina, apatite blu ecc.) permetterebbe di aprire i chakra. Ma cos’è questa vibrazione di cui si parla? In realtà dal punto di vista scientifico possiamo parlare di due diversi tipi di vibrazione: uno legato alla frequenza della luce, e uno alla vibrazione dei legami atomici.
La vibrazione associata alla frequenza della luce
Partendo dal colore, abbiamo detto che ogni cristallo ne ha uno, e sappiamo che in fisica il colore è associato a luce con una certa frequenza, che è per intenderci la frequenza con cui oscillano le onde elettromagnetiche che la compongono. Dal punto di vista fisico, un oggetto ha un certo colore perché assorbe tutte le lunghezze d’onda della luce bianca, tranne quelle del colore che noi vediamo, che vengono invece riflesse.
Secondo la cristalloterapia, visto che a ogni chakra è associato un colore specifico, se il “colore” del chakra corrisponde a quello della pietra che ci appoggiamo sopra, ne avremo beneficio. Per esempio l’ametista è viola, e quindi va sul chakra viola, il settimo.
Dal punto di vista fisico però è solo il colore che conta, quindi mettersi in testa una pietra viola è la stessa cosa che mettersi in testa un qualunque altro oggetto viola. E in ogni caso questo non ha alcun effetto su di noi, o almeno non più di quello di avere davanti a noi una comune lampadina.
Passiamo ora al secondo tipo di vibrazione, quella alla scala atomica.
La vibrazione associata ai legami atomici
Ogni oggetto infatti che sia un cristallo o meno, è fatto di atomi. E fin qui ci siamo. I legami tra gli atomi però continuano a vibrare e oscillare su scala microscopica, anche se noi non ce ne accorgiamo. Gli atomi sarebbero fermi immobili in linea di principio solo allo zero assoluto, cioè a -273,15 °C.
Al di sopra di quella temperatura, all’interno di ogni oggetto ci sono delle vibrazioni. E che effetto hanno queste vibrazioni? Influenzano la temperatura di quell’oggetto: quindi quando tocchiamo un oggetto “caldo”, vuol dire che le sue molecole vibrano di più rispetto a quando è freddo. Ma tolto questo discorso di temperatura, non ci sono altri effetti sul nostro organismo.
Quindi, detto ciò, non esistono prove di tipo fisico di alcun tipo che la vibrazione delle pietre, sia quella legata al colore, sia quella legata alla struttura atomica, possa in qualche modo andare ad influenzare i chakra (ammesso che esistano), né in positivo né in negativo.
L'effetto placebo della cristalloterapia
La maggior parte degli studi che ho trovato – che sono comunque pochi – sostengono che il “funzionamento” o meno di una pietra curativa sia legato quasi unicamente a quanto una persona ci crede – cioè il cosiddetto effetto placebo. Se una persona è convinta che la cristalloterapia funzioni, la pietra può effettivamente dare dei benefici, sia che sia effettivamente un cristallo, sia che sia un falso spacciato per autentico. Viceversa, se una persona non ci crede, sia che il cristallo sia vero sia che sia un falso, non ne avrà beneficio.
Il placebo infatti è una sostanza che non ha particolari proprietà curative ma noi, assumendola, siamo auto-convinti che funzioni, e quindi ci fa effettivamente stare meglio. Ad esempio se ho mal di testa e qualcuno mi da una pillola placebo, che può essere anche un caramella, vuol dire che quella pillola di per sé non fa nulla per farmi passare il mal di testa, ma io sono convinto sia un farmaco, quindi in automatico inizio a sentirmi meglio. Ovviamente la differenza tra un farmaco e un placebo sta proprio in questo: cioè un farmaco deve avere uno specifico effetto farmacologico, altrimenti non può essere definito farmaco.
I placebo comunque sono studiati da decenni ormai, e si tratta di meccanismi complessi che ci dimostrano come il nostro cervello sia in grado di controllare il nostro corpo in modo assolutamente incredibile.
Attenzione però: i placebo, visto che non sono medicine, agiscono unicamente sui sintomi, come per esempio la percezione del dolore. I placebo quindi possono farci sentire meglio, ma non ci cureranno, non abbasseranno il nostro livello di colesterolo né tanto meno faranno scomparire un tumore. Per questo non possono fare nulla e bisogna affidarsi alla medicina tradizionale, perché è l’unica che ci può veramente aiutare in caso di problemi di salute, soprattutto se seri. Quello che possono fare i placebo invece è aiutare nella gestione dei sintomi, come ad esempio l’insonnia dovuta allo stress, oppure effetti collaterali del trattamento del cancro, come stanchezza e nausea.
Quindi se usare i cristalli vi fa stare bene e vi fa rilassare – al di là che sia effetto placebo o meno – ma ben venga, ci mancherebbe altro. Allo stesso tempo però questa cosa non deve in alcun modo sostituire la medicina tradizionale.