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22 Novembre 2025
16:30

Cos’è l’inemuri, l’arte giapponese di addormentarsi in pubblico pur rimanendo presenti

L’inemuri, il “dormire mentre si è presenti”, è una pratica diffusa e socialmente accettata in Giappone: segno di dedizione, aiuta a recuperare energie restando vigili. Riflette però una società sotto forte stress e con poco sonno, tanto che molte aziende introducono spazi per brevi pisolini.

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Cos’è l’inemuri, l’arte giapponese di addormentarsi in pubblico pur rimanendo presenti
inemuri

Nel treno affollato delle metropoli giapponese, tra chi legge riviste oppure tiene il naso immerso nel proprio smartphone, è comune scorgere pendolari con la testa reclinata e gli occhi chiusi come assortiti in una “pennichella” improvvisa. Questo fenomeno ha un nome: inemuri (居眠り), letteralmente “dormire mentre si è presenti”. In Giappone non è una mancanza di rispetto, anzi: addormentarsi in pubblico o sul posto di lavoro è spesso interpretato come segno di dedizione. Questa pratica, da non confondere con il micro-sonno, radicata in una cultura che valorizza dedizione e partecipazione, permette di recuperare energie restando vigili. Ma è anche il riflesso di una società stressata, dove il lavoro lascia poco spazio al riposo vero: in Giappone, dove stress lavorativo e alti tassi di suicidio sono una realtà, la carenza di sonno è un problema diffuso. Per questo l’inemuri diventa una risposta culturale: molte aziende introducono spazi dedicati ai pisolini per favorire brevi momenti di recupero e l’inemuri diventa così  il simbolo di un equilibrio sempre più difficile da trovare.

Si tratta di una pratica socialmente accettata e profondamente radicata nella cultura giapponese, nata dal bisogno universale di sonno e riposo e, non a caso, numerosi studi dedicati al benessere psicofisico del corpo umano lo citano come esempio di adattamento culturale ai ritmi della vita moderna. Viene considerato un modo di essere fisicamente presenti anche mentre si dorme, una sorta di equilibrio tra riposo e attenzione verso l’esterno. L’idea di fondo è che si possano chiudere gli occhi e recuperare le energie ottenendo una sensazione di riposo, ma senza davvero innescare i meccanismi del sonno profondo. Durante il riposo del corpo, la mente rimane abbastanza vigile da rimanere in contatto con l’ambiente circostante e reagire se necessario. L’inemuri è socialmente consentito sui treni, ma anche nelle biblioteche, durante una riunione o perfino nelle aule universitarie, purché il corpo resti composto e non invada lo spazio altrui. È fondamentale non abbandonarsi del tutto, non distendersi o russare e bisogna rimanere sostanzialmente presentabili in modo da non disturbare la comunità o mettere in pericolo le altre persone. Non bisogna confonderlo con il micro-sonno, sebbene i due concetti siano vicini, quest’ultimo è un termine generico che indica delle sessioni di riposo alternato di qualche ora nel corso della giornata oppure un momento in cui, da svegli, ci addormentiamo senza volerlo per alcuni secondi o minuti. Questo risultato è causato dal debito di sonno e può causare pericolose perdite di conoscenza momentanee oppure è sintomo di problemi di salute più gravi.

L’inemuri, in realtà, riflette i valori di presenza e dedizione molto sentiti nella società nipponica dove il lavoro e la partecipazione collettiva alla produttività sono aspetti centrali che generano una forte pressione sociale sui singoli individui. Non è un segno di debolezza, ma la prova di quanto si è impegnati, e addormentarsi in pubblico è visto come una medaglia d’onore per chi ha speso tutte le proprie energie in ambito lavorativo: diventando un simbolo del sacrificio, della diligenza e in un certo senso un’ancora di salvezza in un Paese che detiene alcuni dei più alti tassi di stress e suicidi legati al lavoro. È una risposta culturale al problema della carenza di sonno: in Giappone, la media di ore dormite per notte è tra le più basse al mondo, e le giornate lavorative possono essere estenuanti; ciò ha portato molte aziende a riconoscere il valore del riposo breve introducendo, di conseguenza, delle aree dedite a pisolini o pause di rilassamento. In ogni caso, per la maggior parte dei giapponesi, l’inemuri resta un gesto spontaneo che nasce più dalla necessità del momento che dal benessere olistico.

Negli ultimi anni tale pratica è diventata anche oggetto di riflessione critica, specialmente nei dibattiti su equilibrio vita-lavoro e salute mentale. L’inemuri in tal senso è ambivalente perché da un lato si rivela un ingegnoso modo di adattarsi alla fatica quotidiana, mentre dall’altro diventa emblema di una società che non concede abbastanza spazio al riposo autentico e al tempo personale.

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