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1 Ottobre 2022
18:30

Cos’è il debito pubblico, come funziona e perché può essere un pericolo o un’opportunità

Il debito pubblico è, ormai da molti anni, una caratteristica costante della nostra economia. Ma cos’è esattamente e quali sono le sue conseguenze?

A cura di Erminio Fonzo
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Cos’è il debito pubblico, come funziona e perché può essere un pericolo o un’opportunità
debito pubblico

Come i cittadini, anche gli Stati si indebitano: quando hanno bisogno di più denaro di quello che incassano con le tasse, l’unica soluzione è prendere soldi in prestito: ecco cos'è il debito pubblico spiegato in modo semplice. Questo può rappresentare un problema, perché i prestiti vanno restituiti con gli interessi, ma anche un’opportunità se il denaro preso in prestito serve a finanziare lo sviluppo e a garantire servizi ai cittadini. Scopriamo come funziona il meccanismo e qual è la situazione italiana.

Cos’è il debito pubblico

Il debito pubblico è il debito che uno Stato accumula nei confronti di privati o di Stati esteri. Lo Stato finanzia il debito vendendo propri titoli di debito in cambio di denaro, con l’intesa che poi li rimborserà con gli interessi. La scadenza dei titoli è variabile. In Italia tra quelli a breve scadenza vi sono i Buoni ordinari del tesoro (Bot); tra quelli a lunga scadenza i Buoni poliennali dl tesoro (Btp) e i Certificati di credito del tesoro (Cct).
Tra i titoli degli altri Paesi ricordiamo i Treasury degli Stati Uniti e i Bund della Germania. In passato i titoli erano cartacei, ma oggi sono in genere "dematerializzati", cioè solo elettronici.

Un Treasury da 100.000 dollari del 1969
Un Treasury da 100.000 dollari del 1969

I titoli possono essere acquistati dai piccoli risparmiatori, ma il grosso è nelle mani di banche private e istituzioni finanziarie pubbliche, come la Banca centrale europea e la stessa Banca d’Italia.
I prestiti che lo Stato ottiene contribuiscono a coprire le spese che deve sostenere. Per chi acquista i titoli, invece, il vantaggio è costituito dagli interessi: investire in titoli di Stato è un modo per far fruttare i propri risparmi o aumentare il proprio capitale nel tempo.
Anche gli enti locali, come le Regioni, possono contrarre debiti. Il debito di uno Stato è dato dalla somma dei debiti dell’amministrazione centrale con quelle periferiche.

cos'è debito pubblico

Perché si fa debito

Uno Stato si indebita per avere più fondi a disposizione. In particolare, deve indebitarsi quando è in deficit, cioè se le sue uscite superano le entrate. In questo caso, l’unica soluzione è prendere soldi in prestito.
Lo Stato, però, deve tenere sotto controllo il proprio debito ed evitare che diventi eccessivo. In caso contrario, rischia di trovarsi in condizioni di insolvenza sovrana, cioè di non poter rimborsare i creditori e di dover dichiarare il default, cioè la bancarotta, il fallimento.

default Stato

Cosa succede in caso di insolvenza

Cosa succede se uno Stato fatica a ripagare i propri debiti e rischia il default? In parole semplici perde la fiducia degli investitori. Se un Paese non onora i debiti contratti, infatti, difficilmente qualcuno gli presterà più denaro quando ne avrà bisogno. Dichiarare il default è perciò causa di caos economico: lo Stato non avrà più modo di vendere i propri titoli e ottenere prestiti, i cittadini, spaventati, proveranno probabilmente a ritirare in massa i propri risparmi dai conti correnti e le banche, se non sono in grado di accontentarli tutti, rischieranno di fallire a loro volta.

In genere i titoli di Stato sono considerati affidabili, nel senso che il rimborso è certo. Tuttavia nella storia non sono mancati casi di Paesi che hanno dichiarato l'insolvenza. È accaduto, per esempio, varie volte in Spagna tra la metà dell’Ottocento e il Novecento e più di recente in Argentina. Più spesso, gli Stati hanno rinegoziato il proprio debito: invece di pagare la somma dovuta nei tempi stabiliti, hanno trovato una mediazione con i propri creditori e hanno restituito il denaro solo in parte o in tempi diversi da quelli previsti. È accaduto, per esempio, in Grecia nel 2012.

Proteste in Grecia nel 2012 (credi linmtheu)
Proteste in Grecia nel 2012 (credi linmtheu)

Per evitare l’insolvenza, in genere gli Stati in difficoltà economica applicano misure di austerità, riducendo la spesa pubblica. Il principio è semplice: se devo “fare cassa”, ho bisogno di spendere di meno. Per questo si tagliano le spese per i servizi come sanità, pubblica amministrazione, istruzione ecc., in particolar modo riducendo il personale e non facendo nuove assunzioni. Inoltre, si possono aumentare le tasse. Insomma, se uno Stato si trova in forte deficit e ha bisogno di “fare cassa” a rimetterci sono tutti i cittadini.

La banca centrale europea
La banca centrale europea

Le agenzie di rating e la solidità del debito

Se voglio investire nei titoli di uno Stato, come faccio a sapere se quello Stato è affidabile? Un Paese solido rimborserà i suoi debiti con altissima probabilità, ma poiché i casi di insolvenza sovrana si sono effettivamente verificati, esistono le cosiddette "agenzie di rating" che valutano, attraverso un’apposita classifica, quanto uno Stato sia affidabile e quanto sia possibile che rimborsi i suoi debiti.

È come se queste agenzie dicessero: di questo Stato ti puoi fidare al 100%, di quest’altro al 90%, da quest’altro ancora è meglio che stai lontano. Le agenzie di rating più note, che valutano qualsiasi società che emette titoli sul mercato finanziario (anche le aziende private che emettono azioni), sono Standard & Poor’s, Moody’s Investor Service e Fitch Ratings. Le loro valutazioni, almeno per certi aspetti, sono in grado di influenzare il dibattito politico e le condizioni economiche di un Paese, ma in alcuni casi si sono rivelate errate e spesso sono considerate non imparziali.

Standard & Poor's logo
Standard & Poor’s logo.

Il rapporto deficit/Pil

Uno Stato capace di produrre molta ricchezza può anche fare debiti, perché poi sarà in grado di rimborsarli. Per tale ragione, il parametro più importante per valutare quanto un Paese sia indebitato è il rapporto tra il deficit (cioè tra la differenza tra uscite ed entrate di uno Stato) e il PIL, il prodotto interno lordo (cioè la ricchezza prodotta da un Paese).

Essere indebitati se si è in grado di rimborsare i propri debiti può essere persino un fattore di sviluppo: il denaro preso in prestito, infatti, è usato per fare investimenti e creare ricchezza. Non a caso, alcune dei Paesi più industrializzati, come Stati Uniti, Giappone e alcuni Paesi europei, sono anche tra quelli più indebitati. Il problema si pone quando uno Stato accumula debito in maniera eccessiva rispetto alla propria capacità di produrre ricchezza, cioè in rapporto al proprio PIL.

debito sviluppo economico

I Paesi per debito pubblico

In base ai dati del Fondo monetario internazionale, tra i Paesi dell'ex G8 alla fine del 2020 la situazione del debito pubblico era la seguente (solo debiti delle amministrazioni centrali):

  • Giappone: 221% del PIL
  • Italia: 151%
  • Stati Uniti: 119%
  • Regno Unito: 103%
  • Francia: 93%
  • Canada: 59 %
  • Germania: 45%
  • Russia: 19 %
La sede della Federal Reserve degli Stati Uniti
Una sede della Federal Reserve degli Stati Uniti

Mancano dati precisi per la Cina, ma le stime sono di un debito pari a circa il 67% del PIL, in ascesa rispetto agli anni precedenti. Da notare che negli ultimi anni il debito pubblico è cresciuto pressoché ovunque a causa della pandemia.

Il debito pubblico in Italia

In Italia, come si vede dalla classifica, il debito pubblico è tra i più elevati al mondo. Inoltre negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, il debito è ulteriormente aumentato e secondo la Banca d’Italia a luglio 2022 ha raggiunto la cifra record di oltre 2.750 miliardi di europiù del 152% del PIL (con dati lievemente diversi a seconda delle fonti).

debito italiano

Il trend in ascesa sembra inarrestabile. Basti pensare che nel 1970 il nostro debito era pari a circa il 30% del PIL. L’aumento vertiginoso è iniziato negli anni ’80 e, dopo una fase di discesa negli anni ’90 e primi anni ‘2000, dal 2008 la percentuale ha ripreso a crescere. Il dato attuale è il massimo storico da quando esiste la Repubblica.
In una situazione di crisi economica l’aumento del debito pubblico è inevitabile, perché bisogna garantire servizi ai cittadini (si pensi, per esempio, ai “ristori” concessi alle attività restate chiuse, ai sussidi di disoccupazione e alla cassa integrazione per chi ha perso il lavoro, ecc., oltre all’aumento delle spese per la sanità). Tuttavia è necessario che il debito sia gestito in maniera da creare ricchezza.

Come gli altri Paesi europei, inoltre, l’Italia deve rispettare i parametri dell’UE, che prevedono livelli di debito da non superare. Da questo, naturalmente, derivano lunghi e difficili dibattiti politici, perché non si è tutti d'accordo sulle ricette per sviluppare l’economia.

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