0 risultati

Cos’è l’ipnosi, come funziona e cosa dice la scienza: smontiamo i principali falsi miti

L'ipnosi è una pratica con solide basi scientifiche, utilizzata dai professionisti sanitari a supporto di numerose terapie. Tuttavia, oggi, è conosciuta soprattutto per i suoi aspetti paranormali, tramandati dal mondo dello spettacolo. Scopriamo (e sfatiamo) tutti i principali falsi miti sull'ipnosi.

16 Giugno 2025
18:30
79 condivisioni
Cos’è l’ipnosi, come funziona e cosa dice la scienza: smontiamo i principali falsi miti
THUMB-VIDEO_orizzontale_clean ipnosi

L’ipnosi è una pratica antichissima. Utilizzata fin dall’Antico Egitto, col tempo è stata circondata da un alone di mistero, complici i suoi aspetti più spettacolari, l’uso distorto nei media e casi eclatanti come quello di Bridey Murphy, che hanno contribuito a consolidare un’immagine dell’ipnosi legata al mondo del paranormale e delle pseudoscienze. Eppure, l’ipnosi è una pratica reale, oggi supportata da solide basi scientifiche, utilizzata come strumento di accompagnamento in numerose terapie. Sfatiamo insieme alcuni dei principali falsi miti e scopriamo cosa dice davvero la scienza.

È vero che con l’ipnosi si perde completamente il controllo?

Quando pensiamo all’ipnosi, ci vengono in mente scene in cui una persona perde totalmente il controllo, trasformandosi in una sorta di "zombie" pronto a obbedire ciecamente agli ordini dell’ipnotizzatore. In realtà, non è affatto così. Durante lo stato ipnotico si è certamente più suggestionabili, ma non fino al punto di compiere azioni contro la propria volontà.

L’ipnosi è uno stato di coscienza alterato in cui il cervello si comporta in modo particolare. Ad esempio, alcune aree coinvolte nel giudizio critico e nella risposta agli stimoli dell’ambiente, come la corteccia cingolata anteriore, risultano meno attive. Questo porta a uno stato di attenzione ultra focalizzata e ad una maggiore suggestionabilità. Allo stesso tempo, si riduce anche l’attività della default mode network – un circuito cerebrale attivo quando riflettiamo su noi stessi – favorendo così un senso di distacco da sé.

Immagine
L’immagine è una scansione fMRI che mostra le regioni del cervello coinvolte nella default mode network. Credit: Wikimedia commons

In sintesi, chi si trova in ipnosi è molto concentrato sull’esperienza in corso, meno sensibile agli stimoli esterni e ai pensieri abituali, e quindi più incline a lasciarsi guidare. Un po’ come quando guardiamo un film che ci coinvolge profondamente: ci immedesimiamo nei personaggi e viviamo le loro emozioni, distaccandoci momentaneamente dalla realtà.

I maghi che vediamo in televisione sono davvero ipnotisti?

No. La figura del "mago-ipnotizzatore" è un’eredità costruita dal cinema e dalla televisione. Per via delle sue caratteristiche affascinanti, l’ipnosi si presta bene a spettacoli scenografici, ma ciò che vediamo in TV è puro intrattenimento, non scienza. Oggi, gli ipnotisti sono professionisti altamente specializzati – medici, odontoiatri o psicologi – che utilizzano l’ipnosi come strumento terapeutico in ambiti come la gestione del dolore, la psicoterapia o il trattamento delle dipendenze. In Italia, infatti, solo chi possiede precise qualifiche può praticare ipnosi a scopi clinici. A tal proposito, la legge italiana è molto chiara, dedicando all’ipnosi specifici articoli del Codice Penale:

Art. 613 – Suggestione ipnotica senza consenso
«Chiunque, mediante suggestione ipnotica […] pone una persona, senza il consenso di lei, in stato d’incapacità d’intendere o di volere, è punito con la reclusione fino a un anno. […] La pena può arrivare fino a cinque anni se il colpevole ha agito per far commettere un reato o se la persona resa incapace commette un delitto.»

Art. 728 – Trattamento idoneo a sopprimere la coscienza o la volontà altrui
«Chiunque pone taluno, col suo consenso, in stato di narcosi o d’ipnotismo […] è punito se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità della persona. La disposizione non si applica se l’ipnosi è praticata a scopo scientifico o di cura da professionisti sanitari.»

La legge, quindi, tutela chi si sottopone a ipnosi e stabilisce che solo medici e professionisti sanitari qualificati possano praticarla per fini terapeutici, e solo previo consenso. Anche se non è vietato praticare ipnosi per scopi non clinici, chi lo fa si assume una grossa responsabilità: se approfitta del soggetto o ne mette a rischio l’incolumità, può incorrere in conseguenze penali.

Per entrare in ipnosi servono spirali o pendoli magici

No, entrare in ipnosi non ha nulla a che fare con spirali ipnotiche, pendoli o altri oggetti "magici". Si tratta di un processo complesso, che richiede competenze specifiche. È necessario guidare il cervello verso quello stato di attenzione ultra focalizzata di cui parlavamo prima, e questo non si ottiene con trucchetti da film.

L’immaginario collettivo legato al pendolo ipnotico nasce ancora una volta da spettacoli teatrali e televisivi. In passato, strumenti come il pendolo sono stati realmente utilizzati dai primi pionieri dell’ipnosi, ma molto prima che essa diventasse una pratica scientifica. Oggi l’ipnosi si induce attraverso la suggestione verbale e tecniche di rilassamento e immaginazione ben precise, frutto di formazione ed esperienza professionale.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views