L'Unione Europea ha intenzione di imporre nuovi dazi doganali sui prodotti importati da e-commerce cinesi. Tra questi figurano nomi alquanto blasonati settore, tra cui SHEIN, Temu e AliExpress. Attualmente, molti articoli a basso costo importati da questi siti non sono soggetti a dazi doganali se il loro valore è inferiore a 150 euro (negli Stati Uniti questa soglia è fissata a ben 800 dollari), grazie a un'esenzione denominata “duty free”. Tuttavia, la Commissione Europea sta valutando di eliminare questa esenzione per contrastare l'afflusso di prodotti economici che spesso non rispettano gli standard di sicurezza europei e che rappresentano una concorrenza sleale per i produttori locali.
I motivi dei nuovi dazi e gli obiettivi delle nuove misure dell'UE
Gli obiettivi a cui punta l'Unione Europea con i nuovi dazi sono sostanzialmente due: quello di garantire maggiore equità nel mercato europeo e, in secondo luogo, tutelare i consumatori da prodotti difettosi o persino dannosi.
La direzione in cui è diretta l'UE è molto chiara. Basti pensare che a giugno, la Commissione Europea ha chiesto ufficialmente a Temu e SHEIN di fornire informazioni sulla loro conformità al DSA (Digital Services Act). In pratica, secondo l'UE le piattaforme in questione devono garantire che gli utenti europei non siano soggetti a pratiche scorrette come il “dark pattern” (è così che viene definito il fenomeno secondo cui dati personali e informazioni di pagamento vengono richiesti senza i criteri di sicurezza stabiliti dall'UE). Inoltre, deve essere facile per gli utenti segnalare in tempo reale la presenza di prodotti illegali sulle piattaforme. Le piattaforme, inoltre, devono permettere agli utenti europei di poter segnalare facilmente eventuali prodotti illegali.
Cosa ancora più rilevante, l'UE intende introdurre dazi anche per prodotti che si trovano sotto la soglia di 150 euro, frantumando così la cosiddetta “duty free” (cosa che secondo alcuni esperti potrebbe avvenire entro le prossime festività natalizie). Se così fosse, vorrà dire che molti di noi dovranno rivedere le proprie abitudini di acquisto e scordarsi di acquistare vestiti e oggettini vari a prezzi ridicoli.
L'aumento vertiginoso delle spedizioni di prodotti cinesi in UE e USA
Il rallentamento del traffico navale provocato dagli attacchi della popolazione degli Houthi, ha causato un considerevole dilatamento nei tempi di spedizione delle merci che viaggiano via mare. Questo perché le navi portacontainer si sono viste costrette a modificare le loro rotte, passando per il Capo di Buona Speranza (nel profondo Sud del continente africano) anziché per il Canale di Suez. La situazione geopolitica in cui versa lo Yemen unita all'aumento della domanda di prodotti cinesi da parte di utenti europei e statunitensi, ha portato a un aumento dei costi di spedizione aerea che, stando a quanto riferito dal The Wall Street Journal, nel periodo compreso tra giugno 2023 e giugno 2024 sono saliti da 5 a 18 dollari/kg per le spedizioni dal Sud-Est della Cina verso UE e USA.
L'aumento delle spedizioni di prodotti cinesi nel territorio europeo e statunitense, a detta di Cargo Facts Consulting, è a dir poco vertiginoso. Basti pensare, ad esempio, alla piattaforma Temu che, secondo le stime spedisce ogni giorno 4000 tonnellate di prodotti. Non è da meno SHEIN, che di articoli (perlopiù vestiti e accessori) ne spedisce ben 5000 tonnellate al giorno. Il motivo di così tanto successo va ricercato nel fatto che i prodotti commercializzati da queste e altre aziende cinesi viene venduto a costi bassissimi, grazie a costi di manodopera irrisori e a dazi praticamente assenti per tutti quegli articoli che vengono venduti a prezzi inferiori a 150 euro nel territorio UE e a meno di 800 dollari in quello statunitense.