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3 Aprile 2025
17:15

I dazi di Trump colpiscono anche le disabitate isole Heard e McDonald vicine all’Antartide

Annunciando dazi globali, l'amministrazione di Donald Trump ha colpito anche atolli pacifici e isole deserte nell'Artico e in Antartide. Nè sono un esempio le isole Heard e McDonald e l'isola norvegese Jan Mayen nell'Oceano Pacifico. Ecco una selezione delle "vittime" più curiose.

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I dazi di Trump colpiscono anche le disabitate isole Heard e McDonald vicine all’Antartide
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Panorama dell’isola Heard da una nave in navigazione. Fonte: Wikipedia

I nuovi dazi annunciati da Donald Trump durante il cosiddetto «Liberation Day» del 2 aprile sono arrivati a colpire anche piccole isole disabitate nella regione antartica. Scorrendo l'elenco dei Paesi o entità statali colpite dai dazi, infatti, è emerso che dal 5 aprile saranno oggetto di dazi del 10% anche le merci importate negli Stati Uniti dalle isole Heard e McDonald. Non stupitevi se non le avete mai sentite nominare: si tratta di remote entità territoriali, disabitate da almeno 10 anni, nel mezzo dell'Oceano Antartico tra l'Australia, a cui appartengono, e il Madagascar, raggiungibili soltanto con una settimana di navigazione dalla città di Perth e ora popolate da diverse specie di pinguini.

I dazi alle isole Heard e McDonald: cosa sappiamo

La cosa stupefacente è che, come scrive la CNN, ogni attività economica sulle due isole sia cessata nel 1877, con la fine del commercio dell'olio di elefante marino, e che gli ultimi abitanti delle isole le abbiano lasciate circa dieci anni fa. Resta quindi da capire con quale parametro gli esperti statunitensi siano arrivati a considerare le Heard e McDonald come dei territori capaci di generare un disavanzo commerciale con Washington.

Il territorio possiede soltanto una zona di pesca, ma secondo i dati della Banca Mondiale gli Stati Uniti hanno importato 1,4 milioni di dollari statunitensi di prodotti dalle Isole Heard e McDonald nel 2022, quasi tutti classificati come importazioni di «macchinari e apparecchiature elettriche». Non è ancora chiaro di che tipo di merci si tratti nello specifico. Come ha sintetizzato con una battuta il Primo ministro australiano Anthony Albanese, è evidente che contro i dazi di Trump «nessun luogo sulla Terra è al sicuro».

isole heard mcdonald australia
Posizione delle isole Heard e McDonald. Credit: TUBS, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Colpite anche remote isole del Pacifico e atolli corallini

Le Heard e McDonald non sono le uniche colpite dai dazi proclamati il 2 aprile. È toccato anche alle isole Cocos (sempre legate all'Australia), un arcipelago abitato da 600 persone che invia il 32% del suo export verso gli Stati Uniti (principalmente navi) e che ora saranno tassate in entrata al 10%. Stessa percentuale è toccata ai tre atolli corallini di Tokelau, un territorio autonomo della Nuova Zelanda da circa 1600 abitanti che si trova nel Pacifico meridionale. Con una economia di 8 milioni di dollari l'anno ed esportazioni per 100.000 dollari, sarà colpita da dazi a partire dal 5 aprile.

Molto peggio è andata all'isola di Norfolk, sempre dipendente dall'Australia, colpita da dazi che sono arrivati al 29% (19% in più della stessa Australia). Con una popolazione di meno di 2200 abitanti, l'isola nel 2023 ha esportato – secondo l'amministrazione di Washington – beni negli Stati Uniti per un valore di 655.000 dollari. Come ha dichiarato al Guardian George Plant, amministratore dell'isola per conto del governo australiano: «Non ci sono esportazioni conosciute dall'Isola Norfolk verso gli Stati Uniti e non ci sono dazi o barriere commerciali non tariffarie note sulle merci in arrivo da noi».

Il caso di Jan Mayen e Saint Pierre e Miquelon

Spostandosi dall'Oceano Pacifico, ha fatto scalpore anche il caso della piccola isola norvegese di Jan Mayen, situata al limite tra l'Oceano Atlantico e il Mar Glaciale Artico. Ex stazione baleniera, oggi disabitata a eccezione di alcuni militari che vi stazionano a rotazione per brevi periodi di tempo, sarà colpita da dazi del 10%. Restando nell'Emisfero settentrionale, c'è chi dovrà gestire dazi del 50%. È il caso di Saint Pierre e Miquelon, un arcipelago di otto piccole isole sotto giurisdizione francese al largo della costa canadese del Newfoundland. Con una popolazione di circa 5000 abitanti e un'economia basata principalmente su pesca e lavorazione di crostacei e frutti di mare, dovrà pagare dazi superiori del 30% rispetto alla Francia (che come membro dell'Unione Europea sarà colpita dal 9 aprile con tasse del 20%).

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