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3 Settembre 2025
9:22

Cos’è la “Dead Hand”, il ritorno del sistema Perimetr dell’arma nucleare sovietica

Le tensioni venutesi a creare tra gli Stati Uniti d'America e la Federazione Russa nell'ambito della Guerra Russo-Ucraina hanno riportato all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale il pericolo costituito dal sistema di lancio autonomo dell'arsenale nucleare russo denominato “Dead Hand”.

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Cos’è la “Dead Hand”, il ritorno del sistema Perimetr dell’arma nucleare sovietica
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La cosiddetta Dead Hand (traducibile come "Mano Morta"), secondo numerosi esperti militari, alluderebbe al “Sistema 15E601 Perimetr”, e con essa si intende un sofisticato e potenzialmente pericolosissimo sistema di controllo e lancio autonomo dell'arsenale nucleare sviluppato dall'Unione Sovietica e ancora oggi in uso dalla Federazione Russa per assicurare la persistenza e l'efficacia della propria risposta nucleare nel caso un nemico fosse in grado di effettuare un preciso attacco a sorpresa che risulti nella decapitazione dei vertici politici e militari del paese interrompendo quindi la normale catena decisionale demandata ad autorizzare un contrattacco nucleare.

Cos'è la “Dead Hand” e come è composta oggi: cosa sappiamo

Sebbene sia operativo da 40 anni, ci sono ancora molti elementi del sistema “Dead Hand” che sono avvolti dal mistero. Ciò di cui siamo sicuri è che esso viene attivato dall'interazione di una serie di sensori specificatamente tarati per trovare nell'ambiente le tracce dell'avvenuto attacco nucleare. In assenza di attività manifesta da parte dei comandi operativi, “Dead Hand” procede al lancio di uno o più razzi del tipo 15P001. Le caratteristiche dei razzi in sé e per sé non sono note anche se la maggior parte delle fonti li considerano delle varianti per impieghi speciali dei missili balistici “MR-UR-100 Sotka”.

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Missile balistico Sotka modificato nell’ambito del programma militare "Dead Hand". Credit: Ministero della Difesa della Federazione Russa

Diversamente dai missili balistici originari dai quali sono derivati però, anziché imbarcare testate nucleari multiple, i razzi 15P001 sono dotati di una destata denominata “15B99” che sarebbe accomunabile ad un potente emettitore di onde elettromagnetiche le quali hanno la capacità di attivare da remoto i sistemi di lancio delle testate nucleari russe. Passato un certo lasso di tempo, che le diverse fonti quantificano in un intervallo compreso tra le poche ore e alcuni giorni, e se lungo la catena di comando e supervisione non si registra alcun intervento umano volto a bloccare la sequenza di passaggi di attivazione delle componenti del “Dead Hand”, allora il sistema passa in modalità pienamente autonoma procedendo ad un lancio massiccio dell'arsenale nucleare verso gli obiettivi prestabiliti.

Anche se, paradossalmente, la ratio che sottostà alla creazione del sistema “Dead Hand” sarebbe quella di preservare la pace proprio garantendo la MAD, il rischio di affidare ad un sistema automatico la capacità di scatenare la proverbiale “Apocalisse” dovrebbe di per sé far rivalutare le regole d'ingaggio in base alle quali le potenze nucleari emanano le linee guida che regolano l'impiego delle armi nucleari.

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Foto ritraente l’esplosione di una bomba termonucleare nell’ambito del test "Castle Bravo", il 1 marzo 1954. Credit: governo degli Stati Uniti

La dottrina della Mutua Distruzione Assicurata

Con il termine “Mutua Distruzione Assicurata” (acronimo in lingua inglese “MAD”) si intende quella teoria che sta alla base del cosiddetto “Equilibrio del Terrore” che ha garantito che la competizione esistente tra le due Superpotenze della Guerra Fredda (USA e URSS) e i membri delle rispettive alleanze militari da esse presiedute, non sfociasse mai in un conflitto generalizzato e senza restrizioni come era avvenuto nel corso della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

Elemento imprescindibile di questa dottrina è l'esistenza di una cosiddetta “triade di armi nucleari di diverse classi e tipologie” basata a terra, in cielo e sul mare che permetta di impegnare l'avversario mediante una strategia di attacco (il cosiddetto “First Strike”) oppure di rappresaglia (il cosiddetto “Second Strike”) nel caso si concretizzi lo scenario della “guerra nucleare”. L'esistenza di tale triade rende la vittoria in caso di scoppio di una guerra nucleare assolutamente impossibile e, come conseguenza, funge da deterrente nei confronti di un conflitto che sarebbe particolarmente distruttivo e molto probabilmente condurrebbe all'estinzione dell'umanità.

La ricerca di un sistema autonomo di lancio delle testate

La teoria MAD fu messa parzialmente in discussione all'inizio degli anni '80 del XX secolo quando i sovietici si resero conto che i nuovi missili balistici americani, lanciabili dai sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare, UGM-96 Trident I e UGM-133A Trident II (detti anche rispettivamente “Trident C4” e “Trident D5”) erano molto più veloci e precisi rispetto ai precedenti UGM-27 Polaris e UGM-79 Poseidon. Questo faceva sì che se un sottomarino lanciamissili balistici a propulsione nucleare americano fosse riuscito ad avvicinarsi pericolosamente alle coste sovietiche, avrebbe potuto lanciare un attacco a sorpresa potenzialmente in grado di decapitare la leadership sovietica in pochi minuti dandole un preavviso troppo scarso per lanciare un contrattacco nucleare di ritorsione.

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Missile Trident II in servizio presso la marina degli Stati Uniti d’America. Credit: U.S. Department of Defense

Per questa regione i sovietici lavorarono alacremente, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, alla creazione di un sistema di comando, controllo e lancio autonomo che avrebbe potuto continuare a garantire la MAD anche nei nuovi scenari. Il risultato dei loro sforzi fu il “Sistema 15E601 Perimetr”, anche noto con il soprannome di “Dead Hand” (la “Mano Morta”), che fu infine dichiarato operativo nel gennaio del 1985, anche se alcune delle sue componenti non furono completamente pronte fino al 1986. In particolare i razzi di comunicazione associati al sistema “Dead Hand” furono testati un totale di 7 volte tra il 1979 ed il 1986 ottenendo 6 lanci pienamente riusciti e 1 parzialmente.

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