0 risultati
video suggerito
video suggerito
24 Maggio 2024
6:00

Di che cosa profumano i libri? Odore di carta, inchiostro, colla e tempo

L'odore dei libri può essere corposo o inebriante, e deriva dai materiali usati per realizzarlo: carta, inchiostro e colla. Ma non è tutto: anche il tempo incide sul loro odore, a causa del processo di degradazione della carta.

63 condivisioni
Di che cosa profumano i libri? Odore di carta, inchiostro, colla e tempo
Profumo dei libri

Al mondo esistono due tipi di persone: quelle che quando hanno un nuovo libro tra le mani ci fiondano la testa per annusarlo, e quelle che mentono. L'odore dei libri, soprattutto quelli che hanno una certa età, viene spesso descritto come vanigliato, un po' acido, con dei sentori d'erba o di "chiuso". Ma da cosa viene esattamente l’odore dei libri? Non è molto facile stabilirlo, perché i fattori in gioco sono tanti. Di sicuro molti odori vengono dai materiali e dai metodi produttivi usati per realizzare il libro: carta, inchiostro e colla. Un altro aspetto però riguarda il trascorrere del tempo. Gli intenditori riconoscono dall’olfatto un libro nuovo da uno più datato, perché i libri con il tempo rilasciano altri odori a causa del processo di degradazione della carta.

Da dove viene il profumo dei libri?

Come per tutti gli aromi, l’origine dell’odore che sentiamo è da cercare nei composti chimici. Tutti i composti che hanno a che fare con il ciclo di produzione della carta possono  rilasciare nell’aria i composti organici volatili. Questi composti sono sostanze a basso punto di ebollizione che evaporano dai solidi o dai liquidi utilizzati nei processi industriali. Un esempio è il benzene possiamo sentire mentre facciamo rifornimento. Questi composti evaporano dalle sostanze chimiche utilizzate e si depongono sulle pagine dei libri. Quindi l’odore dei libri nuovi viene dai materiali e dalle tecnologie usate per produrli.

Immagine

L’odore dei nuovi libri: carta, inchiostro e colla

Quando si produce un libro la lavorazione della carta, la stampa e la rilegatura possono essere effettuate in mille modi diversi.
La carta può essere prodotta a partire da cotone, tessuti o più semplicemente dalla pasta di cellulosa ricavata dal legno. Uno degli step del processo di produzione è la cottura della cellulosa, la quale viene sottoposta a temperature e pressioni elevate in grandi autoclavi. Il procedimento tipico utilizza la soda caustica (NaOH).

produzione carta fabriano

Un altro processo tipico nella produzione della carta è lo sbiancamento, che rende i fogli meno gialli e tutti dello stesso bianco industriale. Per farlo servono degli ossidanti, come l'acqua ossigenata. E ancora, seguiranno i processi di collatura dell'impasto di cellulosa, con lo scopo di rendere la carta meno assorbente all'acqua. Il composto più usato per la collatura è la colofonia, una resina vegetale, oppure cere e paraffine varie.

Insomma questi sono solo alcuni esempi di agenti chimici di varia natura da cui i composti organici volanti evaporano per depositarsi sul prodotto.

Poi passiamo al mondo degli inchiostri e degli adesivi che servono per la stampa e la rilegatura.

Il mondo degli inchiostri è un universo. Sono miscele composte da più elementi ma, per semplificare, possiamo dire che contengono pigmenti per il colore, leganti e resine che danno viscosità alla miscela e da solventi come l'etilacetato o l'etanolo, che servono per essiccare la miscela. Per non parlare di tutti gli additivi che rendono l'inchiostro perfetto per una determinata superficie di stampa o per una determinata resa.

inchiostro stampa

Passiamo infine alla legatoria, in cui colle e adesivi vari vengono utilizzati per rilegare il libro, ad esempio con il processo di brossura. Gli adesivi moderni sono spesso basati su copolimeri come l’etilene vinil acetato, ingrediente delle cosiddette colle EVA (acronimo del polimero). E anche stavolta, ogni composto chimico coinvolto nel processo può lasciare un segno sul foglio di carta.

L’odore dei vecchi libri

Ad interessare gli scienziati che si sono avvicinati a questo tema non è stata la ricerca dell’aroma di libro, quanto piuttosto lo sviluppo e l’avanzamento di questo odore nel tempo. Sappiamo bene che i vecchi libri hanno un odore più intenso di quelli nuovi e se c’è effettivamente una relazione tra i due fattori, questa potrebbe essere utilizzata per datare i libri. Insomma una specie di metodo al carbonio!

Per datare i libri in base al loro odore si potrebbe infatti utilizzare il furfurale, un prodotto dell’idrolisi della cellulosa. Alcuni libri sono stati sottoposti a dei test con un’accelerazione dell’invecchiamento ed è stato provato che l’emissione di questo composto aumenta con il trascorrere del tempo.

I libri vecchi profumano di più e diversamente perché al loro interno i composti della carta si decompongono. Del resto il legno è un materiale naturale ed è soggetto a delle trasformazioni. Al suo interno troviamo una percentuale di lignina, responsabile dell’ingiallimento delle pagine. Alcune reazioni di ossidazione fanno decomporre la lignina in acidi, che a sua volta decompongono la cellulosa e causano la produzione di furfurale. Nei libri più moderni questa cosa non accade perché la lignina viene in gran parte rimossa.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views