;Resize,width=638;)
L’idea popolare secondo cui donne che vivono insieme o a stretto contatto hanno il ciclo mestruale sincronizzato, in realtà è una falsa credenza. Nata negli anni '70 dopo uno studio sulle studentesse di un college americano, la ricerca ebbe un tale successo che la sincronia mestruale ha addirittura preso il nome dell’autrice: è conosciuta infatti come “effetto McClintock”. Lo studio, basato su 8 mesi di dati auto-riportati dalle partecipanti, mostrò che le "amiche strette" avevano effettivamente i cicli mestruali che si allineavano nel tempo. Le ricerche successive non sono riuscite però a replicare questi risultati e lo studio originale è stato screditato, così come le teorie utilizzate per spiegare il fenomeno, da una fantomatica azione dei ferormoni a una strategia evolutiva di accoppiamento. In realtà, è proprio la variabilità del ciclo mestruale a rendere impossibile una sincronizzazione e se ci accorgiamo che tra le nostre amiche abbiamo le mestruazioni nello stesso momento, si tratta semplicemente di una coincidenza.
Lo studio sulla sincronia mestruale che ha dato origine al falso mito
Nel 1971 la prestigiosa rivista Nature pubblica un articolo che ha fatto la storia: “Menstrual Synchrony and Suppression” della dottoressa Martha McClintock. La ricerca si basava sui dati raccolti da 135 ragazze tra i 17 e i 22 anni che vivevano nello stesso dormitorio al college e affermava che nelle donne che vivono insieme o a stretto contatto (compagne di stanza, amiche strette o più assidue) il ciclo mestruale tende a sincronizzarsi, comparendo nello stesso periodo.
Le partecipanti indicarono le proprie “amiche strette” e registrarono le date delle mestruazioni (il momento in cui compare il flusso mestruale) per 8 mesi e la McClintock constatò che alla fine dello studio, le “amiche strette” avevano effettivamente le mestruazioni nello stesso periodo.
Ferormoni e strategia evolutiva
La McClintock ipotizzò che fosse dovuto al rilascio di feromoni femminili in grado di stimolare o inibire l’inizio della mestruazione nelle donne vicine. Secondo un’altra teoria, invece, la sincronizzazione del ciclo mestruale era una strategia evolutiva ereditata dagli animali per sfuggire alla dominanza sessuale di un solo maschio dominante, che in effetti avrebbe meno controllo su accoppiamento e riproduzione se tutte le femmine del branco vanno in calore nello stesso momento. Per le femmine, ci sarebbe infatti più probabilità di accoppiarsi anche con altri maschi. In realtà, entrambe le teorie sono state screditate.

Innanzitutto, non ci sono studi che confermino la teoria dei ferormoni negli esseri umani, ma sono stati sollevati dubbi anche sulla teoria della strategia evolutiva per aumentare le chance di accoppiamento. Ci sono in effetti animali che si riproducono secondo stagionalità e che quindi vanno in calore in periodi specifici e per forza sincronizzati. Ma, secondo una ricerca del 2004, sembra che anche nel mondo animale, nel caso di animali che non si riproducono secondo stagionalità, se le femmine andassero in calore in momenti diversi (quindi in asincronia) potrebbero avere più probabilità di accoppiarsi con il maschio con il miglior patrimonio genetico.
Inoltre, studiando e registrando quando andavano in calore i nostri parenti stretti del regno animale, i babbuini, dei ricercatori hanno ideato due modelli matematici per spiegare eventuali sincronizzazioni: uno con la teoria della strategia evolutiva e l’altro basato sul caso. Confrontandoli entrambi con quanto registrato (per ben 6 anni!) durante lo studio, il modello basato sul caso è stato quello che più si adattava ai dati raccolti.
Un falso mito nato da presupposti sbagliati
Negli anni '70, “l’effetto McClintock” ebbe un successo strepitoso, tanto da essere ancora oggi dibattuto, ma nessuna delle ricerche successive è riuscita a riprodurre gli stessi risultati (e quelle che lo hanno fatto, presentano gli stessi errori dello studio originale). Studi più ampi e più duraturi hanno dimostrato che la comparsa delle mestruazioni nello stesso periodo in donne rientra nel reame delle coincidenze casuali.
Si sono inoltre accumulate critiche riguardanti il metodo di analisi, la scarsità di dati raccolti e non da ultimo la progettazione dello studio del ‘71. La McClintock prendeva in considerazione solo la data di inizio della mestruazione, senza calcolare l’ovulazione o altri fattori del ciclo mestruale. Inoltre, considerò un ciclo fisso di 28 giorni, mentre la durata del ciclo mestruale è variabile. Infine, lo studio comprendeva poche studentesse e in un periodo di tempo troppo breve.

La variabilità del ciclo mestruale femminile rende impossibile la sincronizzazione
Se ci sembra di avere il ciclo sincronizzato con le donne della nostra vita, si tratta quindi di semplice percezione. Il ciclo mestruale ha una durata media di 28 giorni, ma la chiave di tutto sta proprio nella parola “media”. Può variare infatti da donna a donna: si considera normale anche un ciclo più breve (23-26 giorni) o più lungo, di 35-40 giorni. Ipotizziamo che la donna A abbia il ciclo di 30 giorni e la donna B di 26: nel corso dell’anno ci saranno dei periodi in cui le mestruazioni delle due si sovrappongono.

Ma non è tutto: il ciclo mestruale è variabile anche per la stessa donna da mese a mese, anticipando o ritardando di qualche giorno. Quindi un’eventuale sincronizzazione tra due donne è semplicemente una coincidenza, a cui però prestiamo maggiore attenzione.