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18 Dicembre 2025
12:30

Forse Titano non ha un oceano d’acqua sotterraneo, ma rimane potenzialmente abitabile: la nuova scoperta NASA

Titano, la luna più grande di Saturno, potrebbe non avere un oceano d'acqua sotterraneo, ma sarebbe formato da più strati di ghiaccio, con fanghiglia e solo piccole sacche di acqua. Il nuovo studio, guidato dal Jet Propulsion Laborator, cambia le carte in tavola rispetto alla potenziale abitabilità.

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Forse Titano non ha un oceano d’acqua sotterraneo, ma rimane potenzialmente abitabile: la nuova scoperta NASA
Con la consulenza di Filippo Bonaventura
Astrofisico e Content editor coordinator
titano
Titano è la luna più grande di Saturno e di tutto il Sistema Solare.

Titano, la luna più grande di Saturno nonché di tutto il Sistema Solare, sotto la sua crosta potrebbe non avere un oceano globale di acqua come si pensava da quasi vent'anni, ma potrebbe essere formato da più strati di ghiaccio “morbido” misto ad acqua liquida, con porzioni di acqua liquida. È quanto dichiarato dalla NASA in un comunicato stampa, che cita lo studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature e condotto dal Jet Propulsion Laboratory (JPL). Se confermata, questa scoperta potrebbe cambiare notevolmente le carte in tavola rispetto alla potenziale abitabilità sotterranea di uno dei mondi in assoluto più interessanti del Sistema Solare.

Come evidenziato dal ricercatore Flavio Petricca, primo autore dello studio, si tratta di un'informazione che «non preclude la possibilità di Titano di ospitare forme di vita basilari, ammesso che la vita possa formarsi su Titano». Al contrario, secondo la nuova analisi, su Titano ci sarebbero inoltre delle “sacche” di acqua allo stato liquido, con temperature fino a 20 °C, potenzialmente ricche di molecole organiche provenienti dal nucleo roccioso del satellite naturale.

Cosa rivela il nuovo studio della NASA: Titano non ha un oceano globale sotterraneo

Nel 2008, la sonda Cassini della NASA che per anni ha studiato il sistema di Saturno, ha raccolto dati su Titano che indicavano la presenza di un vasto oceano d'acqua al di sotto della sua superficie. La nuova analisi di quei dati, tuttavia, ha suggerito un quadro più complesso: l'interno di Titano, probabilmente, è composto da ghiaccio, con strati di fanghiglia e piccole sacche di acqua mantenuta liquida dalla pressione e dall'effetto mareale subìto dalla luna saturniana.

interno-titano
Credit: Nature

Cosa significa effetto mareale? Sostanzialmente, mentre Titano orbita attorno a Saturno, alterna punti di maggiore e minore distanza dal gigante gassoso. Il grande campo gravitazionale del pianeta “schiaccia” Titano ai poli in maniera maggiore quando il satellite è più vicino, minore quando è più lontano. È il principio su cui si basano le maree, ma che agisce sull'intero corpo celeste.

Quello che hanno fatto gli scienziati in questo studio è stato analizzare i dati radar raccolti da Cassini durante i 10 passaggi ravvicinati a Titano per ricostruire la dinamica della sua deformazione in punti diversi della sua orbita attorno a Saturno. Questa analisi ha portato a concludere che Titano si deforma troppo lentamente per avere un interno composto principalmente di acqua liquida.

Il modello che si adatta di più ai dati è quello di un interno composto da strati, con una miscela di ghiaccio e fanghiglia che consentirebbe alla luna di deformarsi come osservato da Cassini.

Cosa significa la nuova scoperta: c'è la possibilità di forme di vita extraterrestre?

È dal 2008, cioè dalle prime indagini di Cassini sulla struttura interna di Titano, che si parla di questo mondo come potenzialmente abitabile vista la presenza di acqua liquida al suo interno. Questa nuova scoperta come cambia le cose? Relativamente poco. L'assenza di un oceano globale non preclude la possibilità di forme di vita, anche se – come specificato dalla stessa NASA – è ancora troppo presto per pronunciarsi in questo senso.

Insomma, Titano rimane un luogo di primario interesse per la ricerca di eventuale vita nel Sistema Solare. In passato, infatti, la sonda Cassini aveva già rivelato l'esistenza su Titano di un'atmosfera densa e ricca di azoto e idrocarburi, tra cui metano ed etano. Queste semplici molecole organiche possono fare da base per la sintesi di biomolecole o di loro precursori.

Insomma, esattamente come per le potenziali tracce di vita su Marte – recentemente annunciate dalla NASA –, dovremo avere un po' di pazienza per saperne di più. Per il 2028 la NASA ha in programma il lancio della missione Drangonfly verso Titano, che avrà a bordo un sismometro utilissimo per comprendere più nel dettaglio la struttura interna di Titano.

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