
In questa nuova puntata di Dialoghi di Scienza abbiamo fatto una chiacchierata con una delle colonne portanti del team Geopop: Stefano Gandelli. Chi segue il canale dagli albori sa che il progetto nasceva originariamente come "Geologia Pop" e Stefano è stato uno dei primissimi membri a unirsi all'avventura. Ma cosa spinge un geologo a diventare un autore e divulgatore? Abbiamo ripercorso la sua storia, scoprendo che dietro lo studio delle rocce c'è molto più di quanto si pensi: dalla scelta universitaria "visiva" fino alle riflessioni filosofiche sul nostro posto nell'Universo.
Spesso si pensa che la passione scientifica sia un colpo di fulmine, ma per Stefano è stata una scelta quasi per esclusione. Durante le superiori era convinto che la sua strada fosse la biologia, ma l'impatto con il laboratorio è stato deludente: troppo microscopico e astratto. La geologia ha vinto perché è una scienza visiva e tangibile: invece di immaginare cose invisibili al microscopio, si studiano le montagne, i vulcani e la Terra in tutta la sua imponenza.
C'è un mito da sfatare, colpa forse di Jurassic Park: il geologo non passa tutto il tempo a cercare T-rex. Stefano, per esempio, si è specializzato nel settore minerario: studiare da dove arrivano i metalli e le risorse che usiamo ogni giorno. E per i fan dei videogiochi, sì, l'immaginario dello scavo arriva anche da Minecraft e dai suoi famosi picconi di diamante, anche se Stefano confessa che l'esperienza reale con il piccone in mano è capitata una volta sola all'università ed è molto diversa da quella virtuale.
È un campo affascinante perché offre una chiave di lettura per capire come gira il mondo: spesso, infatti, dietro le dinamiche di potere e gli equilibri geopolitici internazionali ci sono proprio le risorse minerarie.
Oltre alla tecnica, la geologia insegna qualcosa di fondamentale a livello umano: la prospettiva. Imparare a leggere il paesaggio significa sapere che quella montagna che guardiamo oggi, un tempo, era un fondale oceanico.
Questo ci aiuta a comprendere quanto sia breve il tempo umano rispetto al tempo geologico. Se pensiamo alla storia della Terra, noi ci siamo stati per un attimo: una consapevolezza che aiuta a "ridimensionarsi" e a non prendersi troppo sul serio, ricordandoci che siamo solo di passaggio su questo pianeta.