
A Gravicchio, frazione di Capalbio in Toscana, è possibile visitare il giardino dei Tarocchi, un luogo surreale e fiabesco, nato dalla fantasia e dal talento della grande scultrice Niki de Saint Phalle e popolato da enormi sculture uniche nel loro genere. Un percorso coloratissimo, multiforme ed esoterico tutto ispirato ai tarocchi, le carte la cui lettura tradizionalmente permette di conoscere il futuro.
Niki de Saint Phalle – nata Catherine Marie-Agnès Fal de Saint Phalle a Neuilly-sur-Seine nel 1930, francese naturalizzata americana e morta in California nel 2002 – era una nobile decaduta, una modella e una giovanissima madre quando, negli anni '50, scoprì le fantastiche opere di Antoni Gaudí, in Catalogna: queste sculture multiformi le fecero una profonda impressione, portandola a immaginare una sua versione del Parc Güell di Barcellona, un proprio giardino di sculture, un luogo ispirato che potesse lenire anche i suoi problemi di salute mentale.

Quando negli anni '70 venne ricoverata per un problema respiratorio (dato dal fatto che creava le sue opere principalmente con il poliestere), la scultrice fu costretta a staccare dal lavoro per riposare. Durante la convalescenza a St. Moritz rivide Marella Caracciolo Agnelli, grande collezionista d’arte e moglie del famoso imprenditore Gianni Agnelli, che aveva conosciuto a New York anni prima. È con lei che l'artista si confronta sul progetto di un favoloso giardino di sculture: una volta tornata in Italia, Marella Agnelli decise (insieme ai fratelli Carlo e Nicola Caracciolo) di mettere a disposizione dell’artista un terreno della loro proprietà a Garvicchio, in Toscana. È qui che sorgerà il Giardino dei Tarocchi.
Niki de Saint Phalle si dedicherà completamente a questo luogo per il resto della vita, realizzando con i suoi collaboratori un gruppo di grandi e grandissime sculture in vetro, acciaio, ceramica che rappresentano le 22 carte degli Arcani Maggiori, che nella cartomanzia costituiscono le carte più dense di significato esoterico: sono, tra gli altri, L'Alchimista, La Papessa, Gli Amanti, L'Eremita, La Luna, Il Sole, e La Sfinge. La scultura che raffigurava quest'ultima era così grande che l'artista venne a viverci dentro (c'è persino una vasca da bagno).

Ma come venivano realizzate questi sculture? Le più piccole erano fatte in poliestere a Parigi e trasportate in loco, mentre per quelle più grandi c'era un procedimento complesso. Al centro c'è un'armatura d'acciaio, poi un reticolo in fil di ferro e uno strato di cemento: questo veniva infine ricoperto con le tessere da mosaico da tutto il mondo.
Altri grandi artisti, creativi e intellettuali del tempo contribuirono al Giardino: collaborò strettamente al progetto il giovane artista svizzero Rico Weber, mentre il secondo marito di Niki de Saint Phalle, il famoso scultore Jean Tinguely, vi portò alcune delle sue macchine metalliche. L'ingresso, uno spesso muro di recinzione dal taglio molto netto, è invece da attribuirsi all’architetto Mario Botta.
Il giardino dei Tarocchi è aperto al pubblico dal 1° aprile al 15 ottobre e il tempo per la visita è di circa un'ora e mezza.