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Esiste davvero qualcuno che da bambino non abbia cantato almeno una volta la filastrocca “Giro girotondo”? Con una melodia semplice e orecchiabile, un gioco di rime e una piccola coreografia da ballare con gli amici, i più piccoli non possono che andarne matti.
E se vi dicessimo che questa famosissima canzone per bambini cela, con buone probabilità, una storia inquietante di sangue e morte?
Premessa: Sebbene non siano molti i testi che riportino dati certi sull’argomento, nulla ci vieta di raccontare questa curiosità basandoci su ciò che è reperibile tra gli archivi storici del folklore europeo e d’oltreoceano. È certamente vero che non esiste una versione unica del testo e della melodia della canzone, ma in questo articolo faremo riferimento a ciò che è “universalmente” riconosciuto e accettato in Italia e nel mondo anglosassone.
Quando è nata la filastrocca “Giro girotondo”
La versione inglese di “Giro girotondo “ ovvero “Ring-a-ring-a-roses” (a volte trascritta come “Ring a ring o’ roses” o altre) è una filastrocca del folklore anglosassone, nata presumibilmente in Inghilterra attorno al 1600. Cantata, trascritta e tradotta in numerose versioni e lingue, è diventata famosa e si è diffusa grazie al noto libro “Mother Goose or the Old Nursery Rhymes” pubblicato da Kate Greenaway nel 1881 il cui titolo originario è “Ring Around the Rosie”.

Il testo italiano di Giro giroTondo e la versione originale della canzone
La canzone “Giro girotondo” nella sua versione italiana (variabile da regione a regione) è pressoché questa:
Giro girotondo
Casca il mondo
Casca la terra
Tutti giù per terra
Qualsiasi lettore, ignaro dei presunti risvolti storici della versione anglosassone, potrebbe dire che il testo non cela nulla di strano. Ma se torniamo alle origini e recuperiamo una delle possibili versioni “originali”, la questione cambia:
Ring-a-ring-a-roses,
A pocket full of posies,
A-tishoo! A-tishoo!
We all fall down.
Ma ancora, se prendiamo la versione di Kate Greenaway nel libro “Mother Goose; or, the Old Nursery Rhymes” datata 1881, le rime recitano:
Ring-a-ring-a-roses,
A pocket full of posies;
Hush! hush! hush! hush!
We’re all tumbled down.
Vi è per caso sceso un brivido lungo la schiena? Traduciamo il testo e analizziamolo verso per verso.
Traduzione e analisi di “Ring a ring of roses”
Letteralmente, senza grosse interpretazioni, la canzone recita:
Crea un cerchio di rose / gira attorno alle rose
Una tasca piena di erbe / aromi / fiori
Etschoo! Etschoo!
Cadiamo tutti a terra.
Cosa vorrà mai dire e perché mai dovremmo cadere tutti a terra? E cosa c’entrano i mazzolini di fiori?
Questa filastrocca, così come le altre versioni del folklore esistenti, è difficilmente inseribile in un tempo preciso. È verosimile, secondo diversi autori, che si diffuse inizialmente nell’Inghilterra del 1600 per poi raggiungere il resto dell’Europa e del mondo. Le parole possono cambiare così come le rime, ma la struttura, la dinamica e la melodia rimangono più o meno le stesse. Sarà così anche per il senso della canzone? Qui ci addentriamo in questioni storiche, linguistiche, sociali, teorie su teorie… ma qualcosa i linguisti l’hanno intuito.
Il particolare periodo storico e l’uso delle parole potrebbero rimandarci ad un evento che decimò la popolazione inglese: la Grande Peste, diffusasi tra il 1665 e il 1666 in Inghilterra. Si ritiene che questa epidemia sia stata un’infezione di peste bubbonica, una malattia provocata dal morso di alcuni roditori o delle loro pulci, portatori del batterio Yersinia pestis.
Secondo alcune teorie la canzoncina Giro girotondo potrebbe essere stata inventata dagli adulti del tempo per avvicinare i bambini a temi piuttosto seri e con i quali, ahimè, potevano entrare in contatto: la malattia e la morte.
Possibili interpretazioni della canzone per bambini
Se la vogliamo leggere in questi termini il testo potrebbe portarci ad interpretare:
- Il cerchio di rose come un’eruzione cutanea rossastra (a rosy rash) tipico sintomo della Peste;
- Le tasche piene di fiori (a pocket full of posies) come le erbe mediche utilizzate per curare i malati o i mazzolini aromatici utili a coprire l’odore degli infetti e dei cadaveri;
- L’esclamazione (a-tishoo) come uno starnuto (il nostro ecciù) e in alternativa nella versione americana le ceneri (hush/ashes) come simbolo di morte o cremazione. La parola tissue in inglese significa fazzoletto, il che potrebbe portare ulteriori prove a supporto della teoria;
- Cadere tutti a terra (we all fall down/we’re all tumbled down) come un gesto di debolezza fisica, perdita di coscienza e morte.

Ciò che abbiamo riportato è diventato ormai parte dell’immaginario collettivo, essendo in molti a sostenere questa ipotesi. Ma sono altrettanti i linguisti e gli storici che, sulla base di alcuni dettagli, sostengono ipotesi contrarie.
Ad esempio che la cremazione nell’Europa del tempo fosse poco praticata, specialmente in ambiente cattolico e qualora i cadaveri fossero tanti (in quel caso la tendenza era di prediligere le fosse comuni). Che ring-a-ring non c’entri niente con la piaga cutanea, quanto più alla danza sociale circolare da compiere attorno ad un roveto, ad un cespuglio o ad una persona posta al centro del cerchio, e che tutti giù per terra sia in realtà un gesto di riverenza. Che non esistano fonti scritte dell’esistenza della filastrocca prima del 1800 e che sia inverosimile che la versione legata alla peste sia sopravvissuta per 200 anni senza esser stata scritta. Inoltre molti testi storici sulla Grande Peste non citano la canzone né la danza e, in aggiunta, esistono versioni che si discostano molto dall’idea della morte menzionando nelle ultime strofe l’amore e il corteggiamento (come ad esempio la versione di Iona e Peter Opie, così come di William Wells Newell, entrambi datati 1883).
Il vero significato della filastrocca Giro girotondo
Chi ha ragione quindi? Non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai.
Se ci pensiamo bene stiamo parlando di credenze dentro credenze, di folklore all’interno del folklore, quello che viene definito il “metafolklore”, qualcosa di molto difficile da districare.
Una cosa importante però dobbiamo ricordarla: le filastrocche sono spesso inventate dai bambini per gioco ed è normale che cambino nel tempo. Una parola viene modificata, poi riportata ad un nuovo gruppo di giovani, mutata nuovamente fino ad ottenere una versione totalmente diversa rispetto a quella di partenza, magari che ne ricorda però la struttura o il significato originario. Lo sappiamo bene, è lo stesso effetto del gioco del telefono senza fili!
D’altronde facciamo parte pure noi della storia e la stiamo scrivendo (e riscrivendo!) in ogni istante. Proprio ora chissà quanti bambini staranno ballando “Giro Girotondo” cambiando il gioco a proprio piacimento…