
Un piccolo dispositivo, grande quanto una moneta, può trasformarsi da utile strumento per ritrovare i propri oggetti smarriti in un potenziale mezzo di sorveglianza. Gli smart tag – come Apple AirTag, Samsung SmartTag o Chipolo, solo per menzionarne alcuni – sono nati per aiutare a localizzare oggetti smarriti. Nelle mani sbagliate, però, possono diventare strumenti per pedinare altri. Lo dimostra un gravissimo fatto di cronaca avvenuto recentemente a Odessa, in Florida, dove 2 uomini sono stati arrestati per aver nascosto un AirTag sotto un'auto per individuare l'abitazione di una coppia e aggredirla.
Capire se si è seguiti tramite uno smart tag non è sempre facile. Questi dispositivi sfruttano la tecnologia Bluetooth e la rete capillare di smartphone che li circonda, comunicando in modo anonimo la loro posizione ai server centrali di Apple o Google, e permettendo così ai proprietari di questi piccoli dispositivi di eseguirne il tracking. Di conseguenza, chi li utilizza in modo illecito non ha bisogno di trovarsi fisicamente vicino alla vittima per controllarla: può fare tutto comodamente dallo schermo del proprio smartphone. Ci sono, comunque, strumenti e segnali che permettono di accorgersi del proprio tracciamento da parte di terzi. Apple, ad esempio, ha introdotto notifiche automatiche per gli iPhone aggiornati e un'app specifica per Android (così che anche i dispositivi della concorrenza possano rintracciare eventuali AirTag altrui presenti nelle vicinanze).
Va detto che non sempre questi rimedi tech funzionano al 100% e per questo è importante anche ricorrere a qualche accorgimento meramente pratico, ad esempio controllando regolarmente borse, valigie e, come insegna la recente cronaca statunitense, anche l'esterno della propria auto. Entriamo più nel merito dell'argomento vedendo come gli smart tag possono essere usati per pedinare e come accorgersene.
Come gli smart tag vengono impropriamente usati per spiare altri
Quanto accaduto alla sfortunata coppia di Odessa è solo un esempio di come i localizzatori Bluetooth, nati con scopi assolutamente legittimi, possano essere usati impropriamente per fini criminali. Nel caso della coppia di Odessa, i due aggressori avevano piazzato il piccolo tracker sotto il SUV delle vittime seguendoli fino a casa, dove li avevano minacciati con un'arma da fuoco. L'allarme domestico ha impedito il peggio, ma la vicenda ha messo in luce un problema sempre più diffuso: la facilità con cui strumenti di uso comune possono diventare mezzi di sorveglianza.
Il tracciamento, in generale, può avvenire in due modi. Il primo è puramente digitale, attraverso l'installazione di stalkerware, cioè software nascosti nello smartphone della vittima che ne registrano posizione, messaggi e attività. Il secondo, più “fisico”, consiste nel piazzare un beacon wireless – ovvero un piccolo trasmettitore Bluetooth, come uno smart tag appunto – su un oggetto della persona da monitorare (la sua auto, la sua borsa, e così via). In entrambi i casi, la vittima può non accorgersi di nulla per giorni, se non settimane, finché non riceve un avviso dallo smartphone o non nota qualche movimento sospetto.
Gli AirTag, come molti altri smart tag analoghi, sfruttano una tecnologia a banda ultralarga e la rete globale di dispositivi Apple per comunicare la loro posizione. Questo significa che, se qualcuno nasconde un AirTag nella vostra auto o nel vostro zaino, la stessa infrastruttura che permette di rintracciare oggetti smarriti consentirà al malintenzionato di seguirvi in modo abbastanza semplice e preciso. Apple, consapevole di questo rischio, ha introdotto numerose contromisure: notifiche automatiche, alert acustici emessi dagli AirTag stessi e la possibilità di individuare il dispositivo tramite l'app “Dov’è” per iOS e l'app “Trova Tracker” per Android. Tuttavia, alcuni criminali eludono questi sistemi manomettendo i tracker o approfittando del fatto che molti utenti non sfruttano in modo adeguato le funzioni anti-tracciamento.
Come capire se si è spiati tramite uno smart tag e come proteggersi
Capire se si è potenzialmente spiati richiede quindi qualche accortezza da parte nostra. Se si dispone di un iPhone o di un iPad aggiornato ad iOS 17.5 o ad iPadOS 17.5 (o versioni successive), teoricamente si verrà informati della presenza di un AirTag sospetto nelle vicinanze con una notifica. Per accertarvi che la funzione in questione risulti attiva, però, seguite questi passaggi:
- Aprite l'app Impostazioni e recatevi in Privacy e sicurezza > Localizzazione.
- Attivate i servizi di localizzazione spostando su ON l'interruttore in alto.
- Andate nella sezione Impostazioni > Bluetooth e attivate il Bluetooth se non è già attivo.
- Andate in Impostazioni > Notifiche > Notifiche di tracciamento e spostate su ON l'interruttore vicino a Consenti notifiche.
- Accertatevi che la modalità Uso in aereo sia disattivata. Quando il dispositivo è in modalità aereo, infatti, non si riceve alcuna notifica di tracciamento.

Gli utenti Android possono scaricare l'app Trova Tracker di Apple, ma devono ricordarsi di avviare manualmente la scansione. Riguardo a quest'app, Apple spiega:
Tracker Detect cerca eventuali tracker di oggetti separati dai rispettivi proprietari che si trovano nel raggio di azione del Bluetooth e che sono compatibili con la rete Dov'è di Apple. Sono compresi gli AirTag e i tracker compatibili che usano la rete Dov'è. Se ritenete che una persona stia usando un AirTag o un altro tracker per monitorare la vostra posizione, potete eseguire una scansione per cercare di trovarlo. Se l'app rileva un AirTag o un tracker compatibile vicino a voi per almeno 10 minuti, potete far riprodurre un suono per trovarlo.
Se lo smartphone non segnala nulla e sospettate comunque di essere seguiti, è utile prestare attenzione a eventuali rumori metallici o ai click, ad esempio quelli provenienti da zone insolite del veicolo: potrebbero essere riconducibili a un AirTag (o comunque a uno smart tag) che tenta di emettere un segnale acustico che identifica la sua presenza.
Nel caso in cui ne troviate uno, la procedura più semplice per disattivarlo è rimuovere la batteria. Nel caso degli AirTag di Apple, per farlo capovolgete l'oggetto, premete sulla parte metallica con il logo di Apple e ruotate in senso antiorario: si aprirà il vano batteria, che potete estrarre. Ogni AirTag possiede anche un numero di serie, visibile sotto la batteria o leggibile tramite la funzione NFC (una tecnologia di comunicazione a corto raggio) avvicinando lo smartphone. Se ritenete che l’oggetto sia stato usato per tracciarvi, la cosa migliore da fare, comunque, è contattare immediatamente le forze dell'ordine e consegnare loro l'oggetto, così che possano così avviare le indagini del caso.