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Le decisioni delle giurie rappresentano un momento cruciale nel sistema giudiziario: la decisione di persone comuni può determinare il destino legale di un imputato. In Italia, la giuria popolare è un organo giudicante composto da cittadini estratti a sorte, affiancati da giudici togati, chiamati a pronunciarsi nei processi per i reati più gravi. Essa opera all'interno della Corte d'Assise e della Corte d'Assise d'Appello, secondo le disposizioni del Codice di procedura penale. Sono molti i fattori psicologici e sociali che possono influenzare il processo decisionale delle giurie, tra questi l'influenza sociale, i pregiudizi e stereotipi, la presentazione delle prove e la dinamica del gruppo all'interno della giuria. La psicologia sociale, in particolare, ha studiato questi fenomeni attraverso le teorie di studiosi come Michael A. Hogg e Graham M. Vaughan, evidenziando come il conformismo, la leadership e le pressioni del gruppo possano condizionare le decisioni individuali.
L'influenza sociale nelle decisioni delle giurie
Hogg e Vaughan descrivono approfonditamente come il processo decisionale di un singolo giurato possa essere influenzato dalle opinioni espresse dagli altri membri della giuria. Gli studi di Asch sul conformismo, dimostrano che le persone possono adattare le proprie opinioni per allinearsi alla maggioranza, anche quando questa maggioranza potrebbe avere torto. Questo comportamento è attribuito all'influenza normativa, dove l'individuo si conforma per essere accettato o per evitare il rifiuto sociale, pur sapendo che l'opinione della maggioranza è sbagliata. Inoltre, la polarizzazione del gruppo può portare la giuria ad assumere posizioni più estreme rispetto alle opinioni iniziali dei singoli membri. Nel contesto di una giuria, tali dinamiche possono portare (senza volerlo) i giurati a modificare le proprie convinzioni per allinearsi al consenso del gruppo, influenzando così il verdetto finale. La pressione a conformarsi può essere amplificata dalla coesione del gruppo e dal desiderio di raggiungere un verdetto unanime, mettendo a rischio l'obiettività e la giustizia del processo decisionale.

Pregiudizi e stereotipi nei giudici popolari
Un altro aspetto fondamentale discusso da Hogg e Vaughan riguarda l'impatto dei pregiudizi e degli stereotipi sulle decisioni delle giurie. Sebbene questi ci vengano in aiuto per semplificare e classificare le tante nozioni e informazioni che incontriamo quotidianamente, essi possono portare a discriminazioni e giudizi errati (e non comprovati) sulle persone. Ad esempio, quelle che noi crediamo essere caratteristiche immutabili dei soggetti, un loro tratto distintivo e naturale e per questo inevitabile, altro non sono che pregiudizi senza basi scientifiche, pure se il loro grado di condivisione sociale è elevato. I pregiudizi possono essere legati all'etnia, al genere, allo status socioeconomico o ad altri fattori demografici e questi, anche se impliciti e inconsci, possano influire sul giudizio dei giurati, portandoli a interpretare le prove in modo distorto o a dare più credibilità a determinati testimoni rispetto ad altri.

La presentazione delle prove alla giuria
Anche la modalità con cui le prove vengono presentate durante il processo è un ulteriore fattore di influenza. Secondo Hogg e Vaughan, l'ordine delle prove, la chiarezza dell'esposizione e persino la competenza degli avvocati nel narrare i fatti possono influenzare la percezione dei giurati. Studi citati nel manuale evidenziano come le persone tendano a dare più peso alle informazioni presentate per prime ("effetto primacy") o ultime ("effetto recency") rispetto a quelle intermedie.
- Effetto primacy: è la nostra tendenza a ricordare e dare maggiore peso alle informazioni presentate per prime. Queste prime informazioni possono creare un "filtro interpretativo" che condiziona il modo in cui i giurati percepiscono le prove successive. Ad esempio, se la difesa presenta immediatamente un alibi solido, i giurati potrebbero valutare le prove dell'accusa con maggiore scetticismo.
- Effetto recency: al contrario, questo effetto si riferisce alla nostra tendenza a ricordare meglio le informazioni presentate più recentemente. Questo può accadere, ad esempio, durante le arringhe conclusive, dove gli avvocati cercano di imprimere nella memoria dei giurati le argomentazioni più forti a loro favore. Se le ultime prove o dichiarazioni sono particolarmente persuasive o emotive, potrebbero oscurare il ricordo delle prove presentate all'inizio del processo.
È quindi essenziale che i membri di una giuria siano consapevoli di queste dinamiche di influenza sociale o dei meccanismi psicologici e sociali che, come individui, generiamo.