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28 Luglio 2022
12:30

Quando la transizione energetica diventa un lavoro

Il mondo dell’energia è “responsabile” di tre-quarti delle emissioni nel mondo. Le cose dovranno però cambiare nei prossimi 30 anni e stanno già cambiando. Ma, per centrare gli obiettivi prefissati, occorrono sempre più nuovi talenti che si dedichino ai “mestieri dell’energia”. Scopriamone di più.

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Quando la transizione energetica diventa un lavoro
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Entro il 2050 è necessario raggiungere la neutralità climatica, ossia zero emissioni di gas serra nette. Decarbonizzare è l’unica strada per poter arrivare alla neutralità, ma questa azione può declinarsi in molteplici modi: ridurre le emissioni, compensarle, utilizzare fonti rinnovabili, aumentare gli stoccaggi di CO2. In poche parole il tema è l’energia in tutte le sue sfaccettature: e proprio il processo di produzione dell’energia è attualmente responsabile di tre quarti delle emissioni nel mondo. La sfida è imponente e ha bisogno di risorse, grandi visioni del futuro, competenze e creatività. In poche parole ha bisogno di persone e di pensare in grande.

I giovani: il vero investimento per il futuro

Investire nella formazione dei giovani è necessario e indispensabile per poter attuare questo cambiamento, ma la realtà italiana è complessa. Secondo l’ultimo Report di Eurostat, nel 2021 in tutta Europa il 41% delle persone comprese tra i 25 e i 34 anni ha una laurea. L’Italia, invece, è molto lontana dalla media europea: solo il 28 per cento di questa fascia d’età è laureato, percentuale superata da tutte le nazioni europee tranne che dalla Romania (https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/-/DDN-20220524-2).

Ma la questione si fa ancora più complessa quando si guarda alla percentuale di laureati nelle materie STEM, acronimo che sta per Science, Technology, Engineering & Mathematics, scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, ossia quelle di cui il mondo ha urgentemente bisogno per poter realizzare i cambiamenti imposti dalla crisi climatica e, di conseguenza, anche dal Green Deal europeo. A fronte di una media Ue di circa 21 laureati STEM ogni 1.000 giovani tra 20 e 29 anni, nel nostro Paese, il dato medio dei laureati (di entrambi i sessi) è più basso: 16,4 laureati in discipline scientifiche ogni mille giovani residenti. Quota che sale al 19,4 per i laureati, e scende al 13,3 per le laureate.

AAA giovani talenti cercasi: appassionati di scienze e tecnologie

Come fare per stimolare i giovani ad avvicinarsi alla scienza? Pensare in grande e offrire il meglio per la crescita personale e il potenziamento delle proprie competenze per poter davvero incidere sul proprio tempo, sul proprio futuro e sul futuro del pianeta. È questo il progetto di Eni, considerato tra i maggiori player dell’energia in Italia, e una delle aziende più attrattive per i giovani talenti che vogliono dare il proprio contributo al cambiamento. Per i giovani laureati in discipline scientifiche, Eni realizza programmi di formazione in collaborazione con le Università Italiane, attraverso metodologie innovative in una dimensione internazionale: la partnership con le Università di Pisa, di Pavia, di Trieste, di Perugia e Milano e con il Politecnico di Torino e il Politecnico di Milano è diversa a seconda del corso di laurea (nelle aree tecniche, prevalentemente Ingegneria, Geologia e Geofisica), ma in genere vede la società mettere a disposizione i propri esperti e le proprie competenze tramite docenze e seminari di approfondimento e per il sostegno e stage nell’ambito della tesi di laurea. Anche la formazione post lauream sull’innovazione energetica, sulla transizione e l’economia sostenibile è incentivata da Eni: tra i Master promossi in ambito Energy c’è MiNDS, Master in Natural Resources Development and Storage, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino; un Master in Energy Innovation in collaborazione con il Politecnico di Milano; il Master MEDEA, rivolto ai laureati nelle discipline scientifiche ed economiche e GEMS, Geoscience for Energy – Eni Master School, rivolto ai laureati in materie scientifiche; dalle Scienze geologiche e geofisiche, a Fisica, Matematica e Ingegneria.

Progetti innovativi per incentivare i mestieri dell’energia

Ma sono i progetti innovativi e le nuove professionalità nel campo dell’energia a essere sempre più attrattivi. Per la transizione energetica, tante sono le idee che Eni sta portando avanti in collaborazione con start-up, università, iniziative di venture capital e istituti pubblici e privati, per creare un grande ecosistema virtuoso. Al largo di Ravenna insieme a Wave for Energy S.r.l., spin-off del Politecnico di Torino, è stata sviluppata una tecnologia capace di ricavare energia dal moto ondoso del mare: l’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC). Per l’industria o per far funzionare le centrali termoelettriche a basso impatto ambientale si è dato vita al Solare a Concentrazione (Concentrated Solar Power – CSP), una tecnologia ottimizzata da Eni che sfrutta il calore del sole per generare vapore industriale o far girare una turbina e produrre energia elettrica.

Le scienze e le aziende al servizio della sostenibilità

Ma tanti altri sono i progetti che possono appassionare i giovani. Lo stoccaggio della CO2 aiuta a ridurre i gas serra (e Eni conta di aprire le prime attività nel 2025 con l’avvio del progetto HyNet North West nel Regno Unito con la tecnologia CCUS, Carbon Capture Utilization and Sequestration) ma la CO2 può essere anche mineralizzata e riutilizzata nella produzione di materiali per l’edilizia. Un passo in avanti per sostenere l’economia circolare. Ma il riutilizzo della CO2 può avvenire anche attraverso un altro processo, quello della fotosintesi, che serve a potenziare la crescita delle coltivazioni di alghe: le molecole di CO2 vengono biofissate da parte di alghe microscopiche, coltivate in modo intensivo all’interno di fotobioreattori. E poi ci sono gli studi e i progetti sull’idrogeno, quello green e quello blu, sullo zolfo, sul riciclo della plastica attraverso processi diversi da quelli meccanici, ossia attraverso la pirolisi e tanti altri.

Questi sono solo alcuni degli ambiti di ricerca disponibili, ma nel campo scientifico c’è ancora tanto spazio per i giovani talenti desiderosi di mettersi alla prova al servizio della nostra società e dell'ambiente in cui viviamo le nostre vite.

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