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26 Gennaio 2025
13:10

Quando le opere d’arte sono scambiate per oggetti comuni: dalla porta di Duchamp alla “birra” di Lavet

Nella storia dell'arte del Novecento molti artisti hanno trovato la propria fonte d'ispirazione in oggetti di uso comune: famoso è l'esempio di un'installazione di Marcel Duchamp del 1968 con una porta che fu poi verniciata da un imbianchino, oppure il recente caso del 2024 in cui delle lattine di birra di un'installazione di Alexandre Lavet furono gettate, scambiate per spazzatura.

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Quando le opere d’arte sono scambiate per oggetti comuni: dalla porta di Duchamp alla “birra” di Lavet
opere arte scambiate per oggetti comuni

Nella storia dell'arte del Novecento sono accaduti diversi casi interessanti di opere d'arte scambiate per oggetti comuni, che sono stati portati a casa o addirittura buttati, scambiati per spazzatura. Questo è accaduto anche in grandi musei e durante importanti manifestazioni.

Alla Biennale di Venezia del 1968, per esempio, era esposta una famosa "porta" di Marcel Duchamp (che si apriva e chiudeva contemporaneamente): un imbianchino, vedendola scrostata, pensò di darle una mano di vernice fresca, alterando completamente il senso dell'opera.

Una cosa simile a quella accaduta tempo dopo, negli anni '80, quando il personale di pulizia del Museo di Leverkusen, in Germania, pulì per sbaglio una vasca da bagno "sporca" del famoso artista Joseph Beuys.

Nel 2001, è stata invece buttata via un'installazione del celebre artista Damien Hirst esposta alla Eyestorm Gallery di Londra, perché scambiata per immondizia: era composta da bottiglie di birra, tazzine da caffè e posaceneri pieni.

Nel 2004, sempre in Inghilterra, è stata gettata nella spazzatura anche una parte di un'opera dell'artista tedesco Gustav Metzger, esposta in una mostra alla Tate Britain, per via dell'aspetto: un sacco nero, esposto proprio a fianco del resto dell'opera.

Ma non crediate che queste cose accadano solo all'estero: nel 2014 un'addetta alle pulizie ha buttato via due opere esposte nella rassegna di arte contemporanea Display Mediating Landscape a Bari, perché le ha confuse con cartacce di giornale e resti di cartone.

L'anno dopo è successa una cosa simile al Museion di Bolzano: qui la grande installazione realizzata dal duo di artiste Goldschmied e Chiari, intitolata Dove andiamo a ballare questa sera?, è stata smontata dal personale delle pulizie dopo essere stata scambiata per i resti di una festa della sera prima. Ed effettivamente quello era il senso dell'installazione, composta da mozziconi di sigaretta, bottiglie di champagne vuote e coriandoli. L'opera, tutta impacchettata e pronta per essere smaltita, è stata ricostruita.

Questo genere di errori colpisce, purtroppo, anche i visitatori. Nel 2022 una donna di 72 anni ha notato una giacca da lavoro blu appesa a un muro del Museo Picasso di Parigi. Ha pensato che qualcuno se la fosse dimenticata lì, quindi se l'è portata a casa e l'ha persino fatta adattare alla propria taglia. In realtà, la giacca, realizzata dall'artista Oriol Vilanova, era un'opera, ed era esposta come parte della mostra Picasso à l'image: nelle tasche c'erano anche delle cartoline, raffiguranti le opere dell'artista, meticolosamente raccolte da Vilanova.

Cosa si è imparato da questi errori? Poco, se consideriamo che anche nel 2024 c'è stata una vittima della confusione tra oggetti di scarto e arte. Parliamo dell'opera di Alexandre Lavet All the good times we spent together: composta da due piccole "lattine di birra" dall'aspetto schiacciato, questa scultura (realisticamente dipinta con gli acrilici) era esposta al museo LAM nei Paesi Bassi. Purtroppo un membro dello staff del museo ha scambiato l'opera per spazzatura, gettandola nel secchio. Difficile pensare che sarà l'ultima vittima di questo (frequente) scambio di identità.

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