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21 Marzo 2023
16:30

I Navigli di Milano, come sono nati, a cosa servono e la loro possibile riapertura

Attualmente, i Navigli rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche Milanesi ma il loro scopo in passato era totalmente differente. Di che si tratta?

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I Navigli di Milano, come sono nati, a cosa servono e la loro possibile riapertura
navigli milano

I Navigli rappresentano certamente il simbolo della vita notturna milanese, nonché importante luogo di incontro per gli aperitivi post-lavoro della frenetica City-Life. Ciononostante, la loro funzione principale è ben lontana dall'essere quella di luogo di attrazione turistica. Sono infatti vere e proprie opere di ingegneria idraulica di antichissime origini.

Tra gli altri, Leonardo Da Vinci in persona ha dato diversi contributi tecnici per la risoluzione di alcuni problemi di funzionamento. In questo articolo illustriamo la storia dei Navigli lombardi e il contesto tecnico in cui si innestano, con cenni sul loro funzionamento e le ipotesi progettuali associate ad una ipotetica prossima riqualificazione.

Cosa sono i Navigli?

Un Naviglio altro non è che un canale artificiale, in cui l'acqua confluisce e collega due o più punti distanti tra loro anche diversi chilometri. La realizzazione di un canale artificiale può avere svariate ragioni funzionali. Nella fattispecie, gli interessi principali per cui in passato venivano realizzate queste tipologie di opere sono i seguenti:

  • Trasporto di acqua da fonti di approvvigionamento (quali laghi o corsi d'acqua naturali in generale), per sopperire a problematiche relative all'irrigazione di zone in cui può essere difficile far arrivare quantitativi importanti di acqua in altri modi;
  • Passaggio artificiale per il trasporto di merci e/o persone via acqua, come spesso avveniva in passato. Con le dovute proporzioni del caso, possiamo pensare ad un Naviglio come al Canale di Panama in termini di funzionalità. Il canale di Panama, ad esempio, permette un rapido collegamento tra l'Oceano Atlantico e quello Pacifico.

Il progetto di un canale artificiale viene affrontato considerando differenti aspetti di carattere idraulico: la larghezza del canale e la sua altezza, nonché la pendenza necessaria per garantire il  giusto deflusso per gravità delle acque. A questi problemi di natura prettamente idraulica, si associano tutta una serie di problemi di realizzazione di opere aggiuntive a carattere geotecnico e strutturale, necessarie per garantire la funzionalità dell'opera nel suo complesso e sicurezza nei confronti del costruito circostante.

Il sistema dei cinque Navigli milanesi e la sua funzione

Quanti Navigli ci sono? Qual è la loro storia e a cosa servono? Il sistema di Navigli lombardi è formato da cinque canali artificiali. Questi si innestano nel contesto geografico della regione con obiettivi differenti. Sono elencati di seguito:

  • Naviglio Grande – nasce in località Tornavento dal Ticino e finisce nella Darsena di Porta Ticinese a Milano. Si sviluppa su 50 km e nella sua prima "versione" aveva una funzione prettamente difensiva della città. Nel tempo ha avuto la funzione di canale di irrigazione, poi trasformato in sistema di trasporto merci (da qui passarono i blocchi di marmo utilizzati per la costruzione del Duomo). Solo dalla fine del ‘600, invece, diventa un vero e proprio servizio di trasporto pubblico.
  • Naviglio Pavese – nasce dalla Darsena di Porta Ticinese e finisce a Pavia, sempre nel Ticino. Si sviluppa per un percorso di 33 km ed è stato completato ufficialmente solo in era Napoleonica. A causa di forti dislivelli tra l'origine e lo sbocco (circa 60 m), il suo utilizzo è sempre stato associato prevalentemente a scopi irrigui.
  • Naviglio di Bereguardo – nasce dal Naviglio Grande e termina nella roggia Tolentina in Bereguardo, con una lunghezza complessiva di 19 km. Sebbene nasca prevalentemente per scopi irrigui, è stato successivamente utilizzato anche ai fini della navigazione, per assicurare un collegamento stabile tra Milano e Pavia.
  • Naviglio Martesana – nasce dal fiume Adda e arriva a Milano, per uno sviluppo complessivo di 38 km circa. È stato prevalentemente un canale navigabile fino alla prima metà del ‘900. Dopo fu classificato come canale irriguo.
  • Naviglio di Paderno – rappresenta un canale artificiale sviluppato parallelamente al fiume Adda, per circa 3 km. Lo scopo era quello di superare un tratto non navigabile del fiume per permettere un agevole trasporto di merci. Rappresenta quindi a tutti gli effetti un canale navigabile.
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Il progetto di fattibilità per la riapertura

Nel 2015, il Politecnico di Milano in collaborazione con una società di progettazione privata ha redatto un studio di fattibilità idraulica per la riattivazione dei Navigli Milanesi. A seguito di questo studio, viene finanziato un vero e proprio progetto di fattibilità tecnico-economica per la riconnessione idraulica della Martesana con la Darsena, con contestuale riapertura del Naviglio pertinente. L'idea associata alla riapertura dei navigli è quella di rilanciare e valorizzare i luoghi storici e il paesaggio urbano, nonché garantire una migliore tutela dell'ambiente circostante mediante un processo di sviluppo sostenibile che limiti l'utilizzo di automobili per gli spostamenti in ambito cittadino.

Dal punto di vista tecnico, lo studio di fattibilità si articola nella determinazione dei tratti di riconnessione idraulica per ripristinare il collegamento tra il Naviglio della Martesana e la Darsena. Questo nuovo collegamento, ripercorrendo il tracciato storico del Naviglio, coprirà una lunghezza di circa 7 km e garantirà una portata di servizio di 3 m3/s di acqua. Dal documento tecnico che riporta l'analisi costi-benefici associati allo sviluppo e alla realizzazione del progetto, si evince un incremento di benefici di natura idraulica, ambientale e climatica, con una drastica riduzione delle emissioni di CO2 e vantaggi sugli spostamenti di persone e merci nei tratti pertinenti.

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