0 risultati
video suggerito
video suggerito
15 Marzo 2024
7:00

Cosa sono le “Idi di marzo”? Il significato della data e cosa successe

Il termine "idi" deriva dal latino e indica la metà del mese. Nelle idi di marzo, cioè il 15 marzo, avvenivano festeggiamenti per il dio della guerra Marte, ma questa data è ricordata soprattutto per l'assassinio di Giulio Cesare. Ecco cosa accadde quel giorno.

100 condivisioni
Cosa sono le “Idi di marzo”? Il significato della data e cosa successe
calendario marzo

L'espressione "Idi di marzo” viene usata tutt'oggi per indicare una minaccia imminente: ma perché è così famosa? E che cosa significa il modo di dire "Guardati dalle Idi di marzo"? All'epoca degli antichi Romani il termine "idi" si riferiva alla metà del mese, quindi 15° giorno di marzo, maggio, luglio e ottobre e il 13° giorno degli altri mesi dell'anno. Le "idi di marzo" (in latino Idus Martiae, cioè "a metà del mese di marzo") rappresentavano un giorno di festa per due ragioni: la prima era che in quella data si festeggiava con banchetti e spettacoli l'antica divinità romana Anna Perenna, dea dell'abbondanza che rappresentava il rinnovarsi dell'anno. La seconda era che in quel mese si celebrava fastosamente il dio della guerra Marte con le "feriae Martis", che si tenevano dal 1º al 24 marzo. In suo onore ogni giorno venivano organizzate varie cerimonie, spettacoli teatrali e corse di cavalli (nel celebre Campo Marzio). Il termine è però entrato nell'immaginario comune perché è la data in cui avvenne il brutale assassinio, nel 44 a.C., di Giulio Cesare, il console romano che dopo una serie di mosse politiche e campagne militari era riuscito a diventare dittatore.

Dopo aver sconfitto l'ex alleato politico (poi divenuto suo acerrimo nemico) Pompeo Magno nella battaglia di Farsalo (in Grecia) del 48 a.C., Cesare aveva ottenuto quasi tutto ciò a cui ambiva: l'inizio di una dittatura a tempo indeterminato, il consolato quinquennale, e persino la carica di pontefice massimo. Con le sue scelte dispotiche, però, si era inimicato una buona parte dei senatori, gli "anticesariani", che non vedevano di buon occhio la fine della Repubblica e temevano l'inizio di una tirannica dittatura.

I nemici, però, non erano solo nell'ala anticesariana. Molti uomini che erano stati suoi fidati collaboratori e veterani di molte campagne militari, infatti, covavano un grande risentimento nei suoi confronti. L'odio nasceva soprattutto dal fatto che non avevano ottenuto posizioni apicali nella riforma dello Stato. C'era però tra loro anche chi pensava che Cesare stesse coltivando relazioni con personaggi ambigui, che in passato avevano dimostrato di essere poco affidabili e che non avevano creduto nel suo operato. I cesariani che gli erano stati fedeli si sentirono profondamente traditi, e aggiungendosi al malcontento imperante nella schiera dei Repubblicani c'erano tutte le carte in regola per una congiura.

Gaio Cassio e Decimo Bruto, che architettarono il piano per far fuori il dittatore, decisero di porre fine alla sua vita il 15 marzo, giorno di seduta al Senato.

Assassinio di Giulio Cesare

Come scrisse lo storico Svetonio, quella data fu preannunciata da sfortunati presagi:

Il giorno prima delle idi, un piccolo uccello, con un ramoscello di lauro nel becco, volava verso la Curia di Pompeo (sede del Senato), quando alcuni volatili, levatisi dal bosco vicino, lo raggiunsero e lo fecero a pezzi.

Nella notte che precedette il giorno della morte, Cesare stesso sognò di volare al di sopra delle nubi e di stringere la mano di Giove; sua moglie sognò invece che crollava la sommità della casa e che suo marito veniva ucciso tra le sue braccia. Poi, d'un tratto, le porte della camera da letto si aprirono da sole.

In seguito a questi presagi, ma anche per il cattivo stato della sua salute, rimase a lungo indeciso se restare in casa e differire gli affari che si era proposto di trattare davanti al Senato. Alla fine, poiché Decimo Bruto lo esortava a non privare della sua presenza i senatori accorsi in gran numero che lo stavano aspettando, uscì.

Alla congiura, tenutasi nella Curia di Pompeo, aderirono circa ottanta senatori, sebbene all'atto pratico solo venti persone parteciparono attivamente all'omicidio (tra di loro, oltre ad alcuni senatori, c'era anche un consolare e alcuni pretori). Cesare infatti venne assassinato con 23 pugnalate, di cui 22 non mortali. Quella che lo uccise fu la seconda, in pieno petto. Il 15 marzo, quindi, viene storicamente ricordato come il giorno del "cesaricidio", ossia l'omicidio di Cesare.

Ancora oggi nel gergo comune si usa dire “Guardati dalle Idi di marzo" per mettere in guardia qualcuno da un pericolo imminente. La frase fu coniata da Shakespeare nella sua celebre tragedia Giulio Cesare.

Avatar utente
Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views