Lunedì 6 febbraio 2023 alle ore 4:17 (ore locali, in Italia 2:17), una violenta scossa di terremoto di magnitudo Richter 7.8 ha colpito la Turchia meridionale, a circa 26 km dal distretto di Nurdağı, nella provincia di Kahramanmaraş. L'epicentro aveva coordinate 37.174°N 37.032°E ed era situato a pochi km dal confine con la Siria settentrionale. La scossa è stata seguita da altre di intensità minore nelle ore successive, la più forte delle quali ha raggiunto magnitudo 6.7, e si parla già di disastro: migliaia di feriti, oltre 5000 vittime (stima in costante aggiornamento) e migliaia di edifici crollati. Per questo motivo l'intensità sulla scala Mercalli MCS è pari al IX grado ed è stato stimato uno spostamento reciproco tra le placche di circa 3 metri.
Aggiornamento: alle ore locali 14:24 del 6 febbraio una nuova scossa di magnitudo 7.5 ha colpito la Turchia con un epicentro posto a circa 4 km dal distretto di Ekinözü.
Inizialmente è stata anche diramata un'allerta tsunami per le coste italiane ma, per fortuna, è stato revocata e non sono stati osservati maremoti nella nostra penisola.
Queste le parole del presidente turco Recep Tayyp Erdogan:
Auguro una pronta guarigione a tutti i nostri cittadini colpiti dal terremoto che si è verificato a Kahramanmara e che è stato avvertito in molte parti del nostro Paese. Sotto il coordinamento dell'AFAD, tutte le autorità competenti sono in stato di allerta.
Inoltre il presidente ha aggiunto che questo è probabilmente il più grande disastro che ha colpito il Paese dopo il terremoto di Erzincan del 1939, durante il quale persero la vita circa 30 mila persone.
La faglia est-anatolica che ha innescato il terremoto in Turchia
La sequenza sismica che ha devastato Turchia e Siria il 6 febbraio 2023 è stata innescata dalla cosiddetta faglia est-anatolica, rappresentata con una linea rosa nell'immagine A e lunga circa 500 km. Si tratta di una struttura che si trova nella parte orientale della Turchia in un punto che collega tre diverse placche tettoniche: quella anatolica con quella araba e con quella africana. È caratterizzata da un movimento trascorrente – ovvero le placche scorrono le une accanto alle altre con un movimento orizzontale: in questo caso il movimento del suolo si ipotizza essere pari a circa 3 metri.
In quest'area a sud della Turchia nel corso della storia si sono verificati numerosi terremoti con magnitudo simili a quelli odierni. Una caratteristica interessante è che la quasi totalità di questi terremoti si sono formati a basse profondità: anche il sisma più intenso avvenuto in Turchia il 6 febbraio ha fatto registrare un ipocentro di soli 17,9 km.