
Con l’invasione dell'Ucraina da parte della Russia, è saltato l‘approvvigionamento di gas proveniente da questo Paese verso l’Italia. Da dove arriva quindi oggi il fas in italia?
In questo video, cerchiamo di rispondere alla domanda con l’ausilio di mappe e grafici.
Nel 2024 sono stati consumati complessivamente 61,8 miliardi di metri cubi di gas naturale. Di questo, la produzione interna è una piccolissima fetta di questo gas, per diversi motivi. Il grosso, e parliamo del 95% circa viene importato dall’estero.
Da dove arriva il gas naturale in Italia?
Come potrete vedere dalla mappa nel video, il gas in Italia ha dieci punti d’ingresso: 5 via gasdotto, cioè attraverso una rete di tubi, e 5 via mare.
Partendo dai gasdotti, queste sono le percentuali di arrivo del gas da ciascun Paese:
2025 gennaio – giugno
- Olanda – Norvegia: 13%
- Algeria: 34%
- Puglia: 15%
- Azerbaijan: 2%
- Libia: 2 %
- Russia: 1%
Prima dell’invasione dell’Ucraina, le percentuali erano queste:
- Russia: 34%
- Olanda – Norvegia: 2%
- Algeria: 25%
- Azerbeijan: 8% (entrato in funzione a fine anno)
- Libia: 4%
Come vedete, la percentuale di gas da Tarvisio e quindi dalla Russia, è diminuita molto e questo non è avvenuto con uno schiocco di dita, è un’operazione ingegneristica non banale.
Per il resto, circa il 30 percento delle importazioni viene dal GNL, che sta per “Gas naturale liquefatto”. In questo caso, il gas naturale viene sottoposto ad un passaggio di stato, da gassoso a liquido, portandolo a una temperatura di -162 gradi Celsius.
Dove si conserva il gas? I siti di stoccaggio
Ma come vedrete nel video, non si tratta solo di far arrivare il gas nel nostro Paese. Ma anche di conservarlo, per poi utilizzarlo quando è più necessario. E’ come quando andate a fare la spesa: se non consumate subito quello che avete comprato, volete che si conservi il più a lungo possibile.
Come vedrete nel video, lungo la rete ci sono anche degli impianti di stoccaggio per conservarlo, ovvero ex giacimenti esauriti di gas nel sottosuolo. In Italia, ce ne sono in totale 12, sparsi lungo il
territorio. La loro capacità massima di stoccaggio è circa 17 miliardi di metri cubi, un volume che comprende anche una riserva strategica che in Italia ammonta a circa 4,5 miliardi di metri cubi.
Capite che questi impianti sono cruciali per mantenere la stabilità energetica del Paese, dato che il consumo di gas naturale varia durante l’anno: tipicamente d’inverno, con i riscaldamenti accesi, la domanda sale, rispetto all’estate. E poi in momenti di crisi avere scorte pronte fa la differenza. Lo vediamo nel recente passato, con il distacco dalla Russia, dove ogni metro cubo di gas è prezioso.
In Italia sarà costruito un nuovo gasdotto
Proprio nell’ottica di gestire i flussi di gas nella maniera più efficiente possibile, in Italia è in corso il progetto per costruire un nuovo gasdotto, la cosiddetta linea Adriatica.
Si tratta di un’opera che collegherà Sulmona, in Abruzzo, con Minerbio, in Emilia Romagna e che passerà lungo il versante adriatico degli Appennini. Il suo obiettivo è quello di incrementare la capacità di trasporto del gas da sud a nord. Questa tratta sarà completata entro il 2027 e aumenterà di 10 miliardi di metri cubi la capacità di trasporto annuale e quindi la capacità di gas che viene trasportato.
Concludiamo il video con una riflessione sulla necessità di investire nel gas naturale, nonostante il nostro Paese punti ad un graduale decarbonizzazione.
Come ripetiamo spesso nei nostri video, la transizione energetica è un processo che non avviene dall’oggi al domani, ma richiede tempo. Ad oggi, dipendiamo ancora fortemente, come abbiamo visto, dal gas naturale per soddisfare la domanda di energia e quindi occorre gestirlo nel miglior modo possibile.