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26 Settembre 2022
16:05

Il monossido di diidrogeno e la storia della beffa dell’acqua

Il linguaggio scientifico a volte è lontano da quello quotidiano generando fraintendimenti, come quello che portò a pensare che l'acqua fosse da bandire perché pericolosa.

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Il monossido di diidrogeno e la storia della beffa dell’acqua
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La cosiddetta “beffa dell’acqua” fu una finta campagna via internet per bandire il monossido di diidrogeno, ovvero l’acqua. Questa beffa, indipendentemente dalle intenzioni degli ideatori, evidenziò come è facile fraintendere il linguaggio scientifico e trarre conclusioni sbagliate. Lo scherzo funzionò talmente bene che molte persone aderirono alla causa, chiedendo di abolire questa sostanza "pericolosa".
Approfondiamo la storia di questo scherzo diffusosi tramite internet che ha fatto il giro del mondo.

Cos'è il monossido di diidrogeno e perché si chiama così

Nella vita di tutti i giorni usiamo dei termini comuni per indicare sostanze generiche, ma in chimica bisogna essere precisi e fiscali quando si danno i nomi alle cose.
Ci sono tanti modi di chiamare le molecole ma per rendere la chimica una scienza universale c'è bisogno di un linguaggio comune che, come la matematica, comunichi attraverso simboli e numeri di che molecola stiamo parlando e che struttura ha. Ecco perché è stata fondata nel 1919 la IUPAC (International Union for Pure and Applied Chemistry), l'autorità mondiale che si occupa di dare un nome universale a molecole ed elementi, semplificando gli scambi di conoscenze e strutturando un metodo unificato e regolamentato in materia di nomenclatura e terminologia chimica.
Non c'è quindi da stupirsi se si usano nomi complicati come monossido di diidrogeno per intendere una molecola formata da un atomo di ossigeno (mono= uno) e due atomi di idrogeno (di= due). Questa molecola è comunemente nota come… acqua (H2O).

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La beffa sui "pericoli del monossido di diidrogeno"

Il linguaggio è un'arma potentissima: se n'era già accorto Gutenberg con l’invenzione della stampa e ne aveva parlato anche Orwell nella sua opera "1984" citando la neolingua. Il principio base della neolingua ruota attorno a un concetto piuttosto semplice: se non conosciamo una parola (ad esempio “libertà”) non possiamo esprimere neanche il suo concetto associato che diventa quindi impensabile. Allo stesso modo la comunicazione parziale, omessa e non accessibile, crea campo libero per la manipolazione dell’informazione. Ed è ciò che è successo sotto il nome di "Coalizione per il bando del monossido di diidrogeno", uno scherzo ben pensato che però ci deve far riflettere.

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Vi invitiamo a partecipare ad un piccolo esperimento e a leggere attentamente questa frase (che riprende in parte ciò che fu pubblicato nella coalizione contro il DHMO) :

Il monossido di diidrogeno (DHMO) è incolore, inodore, insapore, può trasmettere malattie severe e causare la morte. L'esposizione prolungata alla sua forma solida provoca scottature e gravi danni ai tessuti. I sintomi dell'ingestione di DHMO possono includere sudorazione e minzione eccessive e possibilmente una sensazione di gonfiore, nausea, vomito e squilibrio elettrolitico corporeo. Per coloro che sono diventati dipendenti, il ritiro del DHMO significa morte certa.

Continuiamo dicendo che il monossido di diidrogeno:

  1. È in grado, tramite l’azione di batteri, di ossidare alcuni metalli e creare ruggine;
  2. Spesso è rilevato in grandi percentuali nelle biopsie dei tumori;
  3. Può ustionare se in stato di gas e danneggiare il corpo se in stato solido;
  4. Partecipa alla formazione delle piogge acide;
  5. È il principale agente di erosione del suolo;
  6. È in grado di modificare drasticamente il paesaggio;
  7. Riduce l’attrito dei freni delle automobili.

Ora, rispondete con sincerità: messa in questi termini, voi la bandireste questa sostanza?
Presentate in una certa maniera, e senza sapere che si parla di acqua, le motivazioni per preoccuparsi del monossido di diidrogeno potrebbero essere più che credibili se proposte ad un pubblico generico.

Che lezione ci insegna questa storia?

Molte persone sono state tratte in inganno dal tranello del nome non essendo a conoscenza dei termini tecnici utilizzati in ambito scientifico. La nomenclatura IUPAC è come se fosse una lingua, parlata quasi esclusivamente da chi la mastica ogni giorno: i chimici.
È assolutamente normale non sapere cosa sia il monossido di diidrogeno, chi è stato "beffato" è caduto in un tranello ben architettato che si basa sulla paura e sul sospetto nei confronti di parole delle quali non si conosce appieno il significato. Questo esempio è emblematico e dimostra come sia allarmante il fatto che il linguaggio scientifico possa allontanarsi così tanto dalla percezione comune. Ecco perché è sempre più importante avvicinare la scienza alle persone, usando un linguaggio comprensibile a tutti e terra-terra. Il linguaggio POP sarà il futuro!

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