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4 Giugno 2024
21:30

Il Museo del Fallimento: i flop commerciali più assurdi della storia

Da oggetti e alimenti di dubbio gusto fino al gioco da tavola di Donald Trump: in Svezia c'era un Museo che raccoglieva i più grandi fallimenti commerciali contemporanei, ricordando che tutti possono sbagliare e che senza rischi il progresso non esiste.

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Il Museo del Fallimento: i flop commerciali più assurdi della storia
Museo dei fallimenti

Nei musei solitamente vediamo opere compiute e maestose, ma nel Museo del Fallimento c'è una collezione di prodotti da tutto il mondo che hanno fatto flop. La curiosa esposizione è stata aperta nel 2017 a Helsingborg (Svezia) per raccogliere progetti falliti e ricordarci una cosa importantissima: senza fallimento non c'è progresso.

Del resto, anche le grandi multinazionali e gli inventori più geniali da sempre fanno molteplici errori e passi falsi sulla strada dell'innovazione, e allora perché non esporre questi epic (e non sempre così epici) fails a noi comuni mortali? L'esposizione raccoglie più di 200 oggetti incredibili, dalla TV 3D al bagno portatile per i giocatori di golf; dalla sedia oscillante dimagrante alla bicicletta di plastica, che di sicuro era leggera da trasportare, ma che era completamente instabile! E che dire del profumo della Harley-Davidson e delle Pringles senza grassi, che avevano fatto venire la diarrea a molti amanti delle patatine a causa di uno degli ingredienti?

Fra i tanti pezzi assurdi in esposizione ci sono i contrari delle "bontà culinarie" che non hanno mai fatto breccia nel cuore dei consumatori, come le lasagne della Colgate, il ketchup verde e la Coca-Cola gusto caffè. Chissà perché sono rimaste sugli scaffali!

Immagine
Le fallimentari lasagne di Colgate. Credits: Museo del Fallimento

Impossibile poi non citare un raccapricciante strumento degli anni '30 per praticare "lobotomie rapide" e il gioco da tavolo di Trump, che vendette poche misere copie e venne ritirato nel giro di un mese dal commercio.

Gioco da tavola Trump
Gioco da tavola di Donald Trump. Credits: Museo del Fallimento

E come dimenticare la famosissima DeLorean DMC-12 di Ritorno al Futuro con le porte ad ali di gabbiano e la carrozzeria in acciaio inossidabile che venne realizzata negli anni '80 e che pochissimi acquistarono? Bella, sì, ma un pezzo da museo.

DeLorean di Ritorno al Futuro
DeLorean di Ritorno al Futuro. Credits: Museo del Fallimento

Menzione speciale anche per un pezzo quasi impossibile da osservare, il DIVX, ossia un DVD usa e getta. Chi lo comprava poteva vedere il film all'interno solo una volta, dopodiché il DIVX non era più leggibile. Un usa e getta senza arte né parte.

Una menzione speciale va alla prima fotocamera digitale Kodak, anch'essa in esposizione, che in realtà ebbe un enorme successo commerciale, ma che segnò l'inizio della fine dell'azienda. Questo perché Kodak decise di non cambiare il proprio modello di business per mantenere i profitti provenienti dalla stampa di foto su carta Kodak, soccombendo ai successivi sviluppi tecnologici.

Prima Kodak digitale
Prima macchina fotografica digitale, la Kodak DCS (1975)

Ma a chi è venuta in mente questa idea espositiva? Tutto merito di Samuel West, psicologo e appassionato di innovazione che era stufo di leggere solo storie di successo sui giornali. Insomma, che cosa c'era dietro quei prodotti o quelle imprese compiute? Il processo e il fallimento per arrivarci erano molto più interessanti secondo lui, e da qui è nata l'idea della mostra statica in Svezia che poi è diventata anche itinerante, viaggiando tra Asia, Stati Uniti e Canada. West dichiarò:

Spero che chi visiterà questo posta capisca che dobbiamo diventare più bravi a imparare dal fallimento. Per farlo, è fondamentale essere disposti a discutere i nostri insuccessi.

Con il tempo la mostra è diventata unicamente itinerante (l'esposizione statica in Svezia è chiusa dal 2018) e continua a girare per tutto il mondo, portando in ogni città la bellezza e l'importanza del fallimento.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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