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9 Febbraio 2023
9:17

Come commerciavano nell’antichità? Ecco quali sono le antiche rotte o vie commerciali

Lo sviluppo di reti per lo scambio di beni ha caratterizzato le società già dalle epoche più antiche. Le rotte commerciali, marittime e terrestri, hanno così permesso anche la diffusione di conoscenze, tecnologie, costumi e religioni.

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Come commerciavano nell’antichità? Ecco quali sono le antiche rotte o vie commerciali
vie e rotte commerciali nell'antichita

Il mondo mediterraneo e quello orientale sono connessi da millenni, molto più di quanto siamo comunemente portati a pensare. Come lo sappiamo? È semplice: nel tempo sono stati trovati beni e reperti archeologici di certe aree del mondo a centinaia, se non a migliaia, di chilometri di distanza. Grazie a questi rinvenimenti è stato possibile ricostruire le antiche rotte o vie commerciali, via terra e via mare.

Lo studio delle rotte marittime attraverso il Mediterraneo e delle vie di terra che collegavano l’Estremo Oriente all’Occidente ci sta aiutando a comprendere come e perché avvenissero gli scambi tra le diverse società del mondo antico e come queste ultime si siano influenzate l'un l'altra. Vediamo in sintesi cosa è stato scoperto finora.

Il Mediterraneo: bacino di collegamento tra popoli diversi

Gli esseri umani hanno solcato i mari fin dall'antichità e i contatti via mare hanno caratterizzato le società mediterranee fin dal Periodo Neolitico. Uno dei primi beni a essere scambiato via mare, già dal VI millennio a.C, è stata l’ossidiana, una roccia magmatica resistente e lucente. Il commercio dell’ossidiana suggerisce il grado di conoscenza del mare e della navigazione posseduto già dalle prime comunità neolitiche mediterranee, che furono non solo in grado di colonizzare varie isole al centro del Mediterraneo (Malta, Lampedusa, Pantelleria, le Iole Eolie e le Isole dell’Egeo), ma anche di stabilire delle reti di scambio tra queste ultime e il continente europeo.

ossidiana scambi commerciali

In seguito fu soprattutto la ricerca dei metalli – prima il rame, poi lo stagno, l’oro, l’argento e il piombo – a stimolare lo sviluppo di reti commerciali che hanno attraversato il Mediterraneo in lungo e in largo, partendo dalle coste del Vicino Oriente fino ad arrivare oltre lo Stretto di Gibilterra.

I Micenei

Alcune civiltà del Mediterraneo resero gli scambi commerciali la loro principale attività e fonte di successo. I Micenei (XV-XIII secolo a.C.) stabilirono intensi scambi commerciali con i centri costieri dell’Italia meridionale, diffondendo non solo i prodotti, ma anche alcuni degli elementi più distintivi della loro cultura, come le tombe con una camera circolare, parzialmente interrate, coperte da una pseudo-cupola e spesso sormontate da un tumulo di terra (le tholoi micenee).

antica tomba micenea

I Fenici

I Fenici (XII-VII secolo a.C.), ai quali spetta il primato nella gestione delle rotte commerciali marittime, furono tra i principali protagonisti del commercio mediterraneo. Le fonti scritte suggeriscono che già intorno al 1100 a.C. questi abili naviganti e commercianti raggiunsero Cadice, a circa 4.000 Km di distanza da Tiro, loro città di origine sulle coste dell’odierno Libano. I Fenici si spinsero in Sardegna per il rame e il piombo, in Spagna per l’oro e l’argento, arrivando fino in Inghilterra per lo stagno.

mappa rotte fenici
Carta delle principali rotte dei Fenici nell’antichità (credit: Akigka, DooFi)

Il successo dei Fenici dipese da due fattori: l’abilità nella navigazione e la costituzione di empori commerciali (i cosiddetti fondaci) che poi divennero delle vere e proprie colonie. La navigazione avveniva nei mesi caldi ed era sia di piccolo cabotaggio, rimanendo sempre in vista della costa, che di altura: i marinai fenici erano in grado di navigare in mare aperto orientandosi di notte grazie alle stelle (l’Orsa Minore era infatti nota anche come Stella Fenicia). Le navigazioni non erano mai troppo lunghe ed erano intervallate da soste presso i fondaci, che fornivano riparo e acqua dolce e consentivano gli scambi tra i prodotti esportati (legname, vetro e prodotti tessili) e quelli importati (soprattutto metalli).

I Romani

Dopo i Fenici e i Cartaginesi, il dominio del commercio marittimo mediterraneo fu ereditato dai Romani, che idearono per la prima volta un modello di gestione commerciale su vasta scala. Il commercio marittimo romano si basava sull’esistenza di empori (emporoi) e imprenditori (naukleroi) e sull’istituzione di un prestito sulle merci da rimborsare in caso di incidente (fenus nauticum). Con l’espandersi dei confini dell’impero vennero create grandi aziende commerciali specializzate e grandi imprese di trasporto marittimo che possedevano navi e trasportavano ogni tipo di merce.

Immagine
Mappa delle rotte commerciali dell’Impero Romano alla fine del II secolo d.C. (credit: Adhavoc)

Le vie più famose di collegamento tra Oriente e Occidente

Alcune famose vie commerciali collegavano nell'antichità l’Estremo Oriente ai porti mediterranei della costa del Vicino Oriente, da cui poi si snodavano le rotte mediterranee. La Via della Seta è solo una delle vie di terra che collegavano l’Oriente e l’Occidente e i beni trasportati lungo queste rotte erano moltissimi.

La Via della Seta

A partire dal I secolo a.C. la Via della Seta fu utilizzata per portare la seta dalla Cina all’Impero Romano scambiandola con lana, argento e oro. La Via della Seta partiva dall’entroterra asiatico, precisamente dalla città cinese di Xi’am, viaggiava lungo la Grande Muraglia prima di attraversare le montagne del Pamir in Afghanistan e scendere lungo i Monti Elburz in Iran, procedeva verso i monti del Tauro in Turchia e sboccava ad Antiochia sulla costa del Levante, dove le merci venivano caricate su navi dirette ai diversi porti del Mediterraneo.

Nel complesso la lunghezza della Via della Seta era di circa 6.500 Km, con una serie di avamposti commerciali distribuiti lungo l’intero percorso. Con la caduta dell’Impero Romano (IV secolo d.C.) la Via della Seta fu abbandonata fino al suo ripristino avvenuto nel XIII secolo ad opera dei Mongoli. È appunto in questo periodo che si colloca il viaggio di Marco Polo, forse uno dei più famosi viaggiatori ad avere percorso questa rotta commerciale.

La via della seta

La Via dell’Incenso

La Via dell’Incenso era una rotta carovaniera che si sviluppò in epoca romana per trasportare l’incenso e la mirra, reperibili nelle regioni più meridionali della Penisola Arabica (attualmente Yemen e Oman), fino ai centri principali dell’Impero Romano. Particolarmente apprezzati per il loro intenso profumo, l’incenso e la mirra si ottenevano dall’essiccazione della linfa degli alberi e venivano commercializzati sotto forma di pepite di linfa.

Entrambi i prodotti erano usati in diversi aspetti della vita quotidiana dalle classi più ricche del mondo romano, greco ed egiziano, così come nei rituali di sepoltura e imbalsamazione. La Via dell'Incenso, sulla quale viaggiavano anche molte spezie provenienti dall’Estremo Oriente, venne gradualmente abbandonata quando lo sviluppo delle tecniche di navigazione consentirono la nascita di rotte marittime più veloci ed economiche (come la Via delle Spezie).

commercio mirra

La Via delle Spezie

Nell'antichità le spezie sono state oggetto di commercio tra Oriente e Occidente soprattutto in epoca romana e medievale. Fino al XV secolo il commercio delle spezie ebbe come intermediari i mercanti arabi e persiani; dopodiché, con l’inizio dell’epoca delle grandi esplorazioni in mare (XV-XVII secolo), gli europei stabilirono contatti diretti con i centri produttori delle spezie. Si sviluppò così la Via delle Spezie, che collegava l’Europa all’India e all’Indonesia. Il percorso della rotta delle spezie prevedeva di circumnavigare l’Africa e raggiungere direttamente l’India; da qui si snodava la seconda parte della rotta con la circumnavigazione dell’India, passando per l’Indonesia fino ad arrivare alle Isole Molucche, le cosiddette Isole delle Spezie.

Prodotti come cannella, noce moscata, chiodi di garofano, pepe, zafferano e zenzero venivano usate in ambito sia alimentare che farmacologico. Le spezie erano beni di tale valore che, ad esempio, venivano quotate nella Firenze rinascimentale e il pepe era usato come moneta.

commercio spezie

La rotta Nord-Europea

Una rotta speciale si sviluppò già intorno al 3000 a.C. in Nord Europa per consentire il commercio dell’ambra. Una vera e propria Via dell’ambra fu però sviluppata dai Romani che apprezzavano il valore non solo decorativo, ma anche medicinale di questa resina fossile. L’ambra veniva trasportata dal Mar Baltico e dal Mare del Nord fino a Italia, Grecia ed Egitto; un ulteriore percorso prevedeva il congiungimento della Via dell’Ambra alla Via della Seta passando per il Mar Nero.

La rotta Trans-Sahariana

La rotta Trans-Sahariana, infine, era una rotta carovaniera che attraversava le immense distese del deserto nord-africano fino all’Africa occidentale. Dal IV all’XI secolo d.C. questa rotta fu percorsa da carovane di oltre mille tra dromedari e cammelli, che consentivano il commercio di prodotti come oro, sale, piume di struzzo e schiavi. La rotta Trans-Sahariana fu anche veicolo di diffusione della religione e della cultura islamiche tra le popolazioni berbere del Nord Africa. Rimase in uso fino al XVI secolo, quando lo sviluppo delle rotte commerciali transatlantiche determinò lo spostamento dell’asse commerciale dalle zone dell’entroterra a quelle costiere dell’Africa settentrionale ed occidentale.

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