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3 Agosto 2025
18:30

Il più grande progetto di estrazione dell’uranio sotto il Bacino di Ordos: la Cina produce il primo barile

La Cina ha prodotto il primo barile di uranio dal suo più grande progetto minerario basato sull'utilizzo dell'innovativa tecnologia di estrazione attraverso la lisciviazione in situ.

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Il più grande progetto di estrazione dell’uranio sotto il Bacino di Ordos: la Cina produce il primo barile
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Credit: CNNC

La Cina ha raggiunto un nuovo traguardo nel settore minerario e energetico, con la produzione del primo barile di uranio dai depositi sedimentari del Bacino di Ordos, nella Mongolia interna, come comunicato dal China National Nuclear Corporation (CNNC). Si tratta dei primi risultati del progetto dimostrativo "National No. 1 Uranium", che ha l’obiettivo di espandere la produzione di uranio in Cina estraendo il metallo dalle riserve situate nel nord del Paese, segnando così l’inizio della più ampia fase estrattiva degli ultimi 70 anni. La novità principale, tuttavia, riguarda il processo estrattivo che non prevede scavi, ma piuttosto l’estrazione dell’uranio attraverso la tecnologia in-situ leaching.

Lo sviluppo dei giacimenti di uranio in Cina si è, per lungo tempo, concentrato nel sud del Paese, dove la produzione è avvenuta principalmente da riserve localizzate in rocce vulcaniche o granitiche. Negli ultimi due decenni, tuttavia, sono state scoperte enormi riserve di uranio in rocce sedimentarie, in particolare arenarie di origine fluvio-eolica, situate nel nord del Paese, in aree come il Bacino di Ordos, nella Mongolia interna, già noto per le sue imponenti riserve di idrocarburi. Rappresenterebbero le principali riserve di uranio a livello nazionale, in un contesto in cui, nel 2023, le riserve complessive della Cina sono state stimate in circa 2,8 milioni di tonnellate metriche.

Il 12 luglio 2024, il governo cinese ha dato il via al progetto dimostrativo “National No. 1 Uranium”, il cui obiettivo è sbloccare il potenziale delle riserve nel nord del Paese, a lungo considerate economicamente non sfruttabili. Esattamente un anno dopo, il 12 luglio 2025, è stato prodotto il primo barile di uranio, segnando un traguardo storico non solo per l’industria mineraria e per l’economica della Cina, dando ufficialmente avvio al più grande progetto di estrazione di uranio domestico degli ultimi 70 anni, ma anche un’importante conquista tecnologica con un impatto globale.

Costruzione del sito di estrazione nel Bacino di Ordos nel luglio del 2024. Credits: CNNC.
Costruzione del sito di estrazione nel Bacino di Ordos nel luglio del 2024. Credits: CNNC.

Infatti, per l’estrazione dell’uranio, non sono stati utilizzati i metodi minerari convenzionali che prevedono la rimozione della roccia mineralizzata dal sottosuolo, la sua frantumazione e successivi trattamenti chimico-fisici per separare il metallo. Al contrario, per la prima volta nella storia dell’estrazione mineraria in Cina, è stata utilizzata la tecnologia della lisciviazione in situ (in-situ leaching), anche note come estrazione per soluzione.

Quest’approccio consiste nel lasciare la roccia mineralizzata nel suo sito naturale nel sottosuolo ed estrarne l’uranio sciogliendo i minerali in cui è contenuto attraverso il pompaggio di una soluzione lisciviante. In breve, una soluzione, in questo caso composta da anidride carbonica (CO2) e ossigeno (O2), viene iniettata nello strato di roccia mineralizzata tramite uno o più pozzi di pompaggio. La soluzione reagisce con i minerali di uranio, sciogliendoli. In questo modo, l’uranio entra a far parte della soluzione che viene poi pompata in superficie attraverso fori di drenaggio. Il processo avviene in circuito chiuso, senza contaminazioni nel sottosuolo. Si tratta di un metodo di estrazione e trattamento che garantisce zero emissioni di rifiuti, nessun impatto ecologico visibile, poiché non richiede scavi o alterazioni della superficie, e comporta un utilizzo sostenibile dell’anidride carbonica.

Rappresentazione schematica della tecnologia di estrazione per soluzione. Credit: World Nuclear Association.
Rappresentazione schematica della tecnologia di estrazione per soluzione. Credit: World Nuclear Association.

Oltre all’approccio innovativo, il progetto “National No. 1 Uranium” rappresenta un’avanguardia anche dal punto di vista tecnologico e informatico, grazie all’impiego di automazione, controllo remoto e analisi di dati attraverso machine learning e AI. Queste tecnologie consentono un’operazione intelligente del processo estrattivo anche a migliaia di chilometri di distanza.

Il successo di questo progetto apre le porte a una fase di espansione e accelerazione dello sviluppo delle risorse uranifere in Cina, gettando le basi per la costruzione di nuove basi minerarie e generando un impatto economico e sociale significativo a livello nazionale. La notizia ufficiale è stata pubblicata il 16 luglio sul sito della China National Nuclear Corporation (CNNC), un'impresa statale centrale attiva nello sviluppo dell'energia nucleare, nella costruzione di impianti e nelle applicazioni tecnologiche del nucleare.

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