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In Italia vengono uccisi più uomini che donne, ma i femminicidi fanno più rumore: dati e moventi dietro gli omicidi

Non è il numero totale a spiegare i femminicidi, ma i moventi: nell’82% dei casi le donne italiane vengono uccise per dinamiche di potere e controllo.

25 Novembre 2025
6:00
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In Italia vengono uccisi più uomini che donne, ma i femminicidi fanno più rumore: dati e moventi dietro gli omicidi
Video a cura di Riccardo De Marco
Chimico e divulgatore scientifico
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Dagli ultimi dati disponibili dell'Istat emerge che, nel 2023, di 334 omicidi 117 erano donne e 217 erano uomini, con un tasso di omicidi dello 0,57% ogni 100 mila abitanti. A vedere questi dati, si potrebbe pensare: allora perché si parla sempre più spesso di femminicidi e così poco di omicidi maschili? Ebbene, sono i moventi a far parlare soprattutto di femminicidi, perché rivelano una violenza legata alle disuguaglianze di genere e alle relazioni affettive, diversa da quella che porta agli omicidi degli uomini.

Nel nostro Paese, infatti, i femminicidi — ossia l'uccisione delle donne in quanto donne —  rappresentano l'82% degli omicidi di donne, dato preoccupante che non trova controparte negli omicidi maschili, i cui moventi sono attribuibili a liti, futili motivi (rancori personali) o alla criminalità organizzata.

Quand'è che un omicidio si può definire "femminicidio"

Per comprendere l'entità del fenomeno, c'è da capire prima di tutto quand'è che si parla di "femminicidio": mentre un omicidio di donna può essere generico (può avere qualsiasi movente: litigi, criminalità, rapina, banda), il femminicidio avviene quando una donna viene uccisa proprio perché donna. Un omicidio di questo tipo, quindi, è radicato in dinamiche di potere, controllo e discriminazione contro la donna proprio per il suo genere.

Il femminicidio è quasi sempre commesso da partner ed ex partner della vittima, ma anche (in minor parte) da familiari, e il movente è quasi sempre legato a una questione di possesso, gelosia, non accettazione di una separazione, o alla volontà dell’uomo di impedire l’autonomia della donna.

Quali sono i dati degli omicidi in Italia: tra numeri e moventi

Guardiamo con attenzione ai dati Istat. Come anticipato in apertura, di 334 omicidi 117 erano donne e 217 erano uomini. Il 93,3% degli autori di omicidio è un uomo (nell'88,9% dei casi di donne uccise e nell’80,6% degli uomini uccisi), e il 6,7% degli omicidi è compiuto da donne.

In particolare, in Italia, gli uomini più a rischio si trovano nella fascia tra i 25 e i 34 anni (1,63 per 100 mila abitanti). Il movente per cui due terzi dei giovani adulti è rimasta uccisa nel 2023 è riconducibile a una lite (66,7%) o rimane imprecisato pur essendo stato scoperto l’autore (11,9%).

Per le donne invece il rischio di essere vittima di omicidio aumenta con l’età. Le più esposte, infatti, sono quelle molto anziane: tra loro si registra un tasso di 0,67 omicidi ogni 100 mila donne over 84, che in Italia corrisponde a circa 10 femminicidi all’anno in questa fascia d’età. Principalmente, questo tipo di femminicidi accade per mano di partner o familiari, che motivano l’omicidio con l’idea di "mettere fine alla sofferenza della donna", sia fisica che psichica. Ma al di là di questo dato, come riporta l'Istat, il contesto in cui avvengono gli omicidi di donne è prevalentemente quello familiare o affettivo (82% dei casi). I dati non sono migliori per le donne straniere: nel 2023, in 14 delitti su 16, le donne straniere sono state uccise in ambito familiare.

I moventi degli omicidi, nella maggior parte dei casi, sono da ricercare in liti, futili motivi e rancori personali, ma nel caso dei femminicidi si aggiungono anche i motivi passionali: per le vittime femminili tra i 35 e i 44 anni, sei omicidi su dieci rientrano in questi motivi. In più di un caso su due (51,5%) le donne italiane sono state uccise dai partner (41% attuali e 12,8% ex fidanzati, ex coniugi o ex conviventi), e il numero sale per le donne straniere (68,7%).

Ma forse il dato che parla più chiaro è il più semplice: nel 2023, di 63 donne uccise nell'ambito di coppia, 61 assassini erano i loro partner maschi (96,8%), confermando un quadro complesso riguardo a un problema che non si può nascondere: quello dell'omicidio di genere, quasi sempre anticipato da un quadro di violenze ben preciso.

Le forme di violenza che possono sfociare in femminicidio

Non tutte le forme di violenza sfociano in femminicidio, che è solo l'epilogo. A precedere quest'ultimo, infatti, possono esserci diverse forme di violenza, tra abusi che toccano varie sfere (fisica, sessuale, psicologica, economica, stalking e molestie).

Questo tipo di abusi si declina in: percosse, minacce fisiche e verbali, rapporti sessuali non consensuali, manipolazione, isolamento della persona da amicizie e familiari, stalking, invasioni della privacy, controllo della vita quotidiana e delle finanze. Quest'ultimo punto viene spesso sottovalutato nella narrazione dei femminicidi, ma è ciò che spesso e volentieri porta le donne abusate a rimanere accanto ai compagni che ne abusano, perché la condizione di precarietà  non permette loro un reale allontanamento. Oltretutto, prima ancora del controllo finanziario (ossia sottrarre denaro o bloccare l'accesso ai conti), il partner può impedire alla compagna di lavorare, rendendo la situazione ancora peggiore.

Attenzione, quindi: un litigio di coppia che sfocia, ad esempio, tra gli insulti, non è automaticamente violenza. Lo diventa quando c'è una disparità di potere che danneggia l'altra persona.

Secondo gli ultimi dati Istat (2025) il 31,9 % delle donne italiane dai 16 ai 75 anni, quindi circa 1 donna su 3, ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita (il 17,9% ha subito violenza psicologica e il 6,6% violenza economica). Solo lo scorso anno, almeno 6 milioni e 400 mila (il 31,9%) donne over 16 hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale (teniamo in considerazione il fatto che questo dato potrebbe essere anche più alto, perché non tutte le vittime denunciano).

Omicidi nel mondo: com'è la situazione e il dato allarmante

A livello mondiale, circa l’81 % delle vittime di omicidio sono uomini. Il tasso globale di omicidi con vittime maschili è di circa 9,1 ogni 100.000 maschi, circa quattro volte quello delle femmine (circa 2 ogni 100.000 femmine). I moventi, però, non riguardano quasi mai contesti familiari o relazioni, ma — proprio come per l'Italia — conflitti interpersonali, criminalità organizzata, liti o motivi economici, che si intensificano soprattutto in contesti di forti diseguaglianze sociali e attività illegali (e gli assassini sono dello stesso genere nella quasi totalità dei casi).

Se gli uomini vengono uccisi soprattutto fuori dalle mura domestiche, per le donne il pericolo si concentra invece proprio nell’ambiente familiare, e i dati dell'ultimo report delle Nazioni Unite (2023) offrono un quadro significativamente grave della questione.  Ogni giorno, nel mondo, 140 donne e ragazze muoiono per mano del partner o di un parente stretto, il che significa una donna uccisa ogni 10 minuti (circa 85.000 vittime all'anno). Ma chi sono gli assassini? Il 60% di questi omicidi (51.000) non è stato commesso da sconosciuti, ma da partner o altri familiari. In tutto il mondo, quindi, ad uccidere le donne sono quasi sempre persone di fiducia, e le cause sono sempre riconducibili a questioni di controllo e potere sulla vita delle donne, che in quanto donne devono obbedire, pena la morte.

I dati sono impressionanti: il continente che detiene i più elevati tassi di femminicidio è l'Africa, con 21.000 donne uccise all'anno, ma i dati sono incompleti (oscillano tra 18.600-24.600), e le vittime potrebbero essere molte di più rispetto a quelle dichiarate. In Asia il numero scende, ma di poco, con 18.500 vittime. Seguono poi le Americhe con 8.300 donne uccise, l'Europa  (2.300) e l'Oceania, con circa 300 vittime. Se in Europa (64%) e nelle Americhe (58%) la maggior parte dei femminicidi è commessa dai partner, in Africa, Asia e Oceania cambia la natura di chi commette il crimine: in questi continenti, infatti, la maggior parte delle vittime di femminicidio è stata uccisa da familiari (59%) anziché da partner (41%).

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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