
Ogni giorno in Italia si bevono oltre 95 milioni di tazzine di caffè: in media 1,6 a persona al giorno, che in un anno fanno circa 5,5 kg a testa, consumati più a casa che al bar. Con questi numeri, l’Italia è il 7° Paese al mondo per consumo pro capite, anche se le nostre abitudini stanno cambiando: sempre più italiani scelgono capsule, cialde e metodi alternativi alla moka. Al primo posto in classifica c'è la Finlandia con un consumo pro capite di 10,5 kg.
La prima bottega di caffè del mondo occidentale aprì a Venezia nel 1683, sotto i portici di Piazza San Marco. Un secolo dopo, in città ce n’erano già centinaia. E ancora oggi il caffè è un rito italiano, bevuto non più solo nelle caffetterie ma soprattutto a casa, grazie all’evoluzione delle macchine da caffè.
E se il caffè macinato in sacchetti resta il più venduto (68%), cialde e capsule stanno rivoluzionando i consumi: quasi 1 famiglia su 2 possiede una macchina per caffè sistema chiuso (erano il 29,5% nel 2019) e nel 2024, le cialde di caffè hanno raggiunto il 18% del volume di vendita, ma il 61% del totale economico delle vendite, a causa del prezzo al kg nettamente superiore. Il caffè solubile invece resta poco apprezzato dai nostri connazionali (meno del 5%).
Ma aldilà della tipologia scelta, i dati ci dicono che gli italiani amano il caffè. Quasi 3 italiani su 4 lo bevono quotidianamente, e solo il 5% non lo beve mai, preferendo tè, ginseng, deca o caffè d’orzo.
E non è solo questione di caffeina: l’82% apprezza la cura nella presentazione (dalla scelta della tazzina e del cucchiaino all’accostamento con un bicchiere d’acqua o un cioccolatino) e il 78% ama aspettare che salga la moka o scenda l’espresso al bar. Non mancano però neanche gli apprezzamenti per i metodi di nicchia, come la cuccuma napoletana, il caffè turco o l’alambicco di vetro.
Per 9 italiani su 10 il caffè poi non è solo una bevanda, ma un rito quotidiano: un’abitudine che ci dà la carica al mattino, ma anche un momento d’incontro o un gesto d’affetto verso le persone a cui lo offriamo.
Complessivamente, in Italia si bevono oltre 1.100 tazzine al secondo. Questi numeri collocano l’Italia al settimo Paese al mondo per consumo di caffè pro capite (5,5 kg), dietro solo a Finlandia (10,5 kg), Svezia (9 kg), Danimarca (7,4 kg), Brasile (6,4 kg), Canada e Germania (6,2 kg).
In Italia il caffè non lo si consuma soltanto, ma lo si trasforma ed esporta anche. Complessivamente, in questo settore operano circa un migliaio di aziende italiane e nel 2024 la produzione italiana di caffè ha superato le 430 mila tonnellate, per un valore di 4,7 miliardi di euro, con un incremento dell’8,5% rispetto al 2023.
Nel 2024, l’industria italiana del caffè ha infatti importato più di 10 milioni di sacchi di caffè verde, soprattutto da Brasile (36%), Vietnam (20%), Uganda (14%) e India (9%). Con un aumento di oltre 12mila tonnellate rispetto all’anno precedente, ci confermiamo come terzo Paese al mondo per l’importazione di caffè verde, dopo USA e Germania. Il caffè verde importato è stato poi trasformato in caffè tostato che in parte va ad alimentare i consumi interni e in parte viene esportato. Nel dettaglio, nel 2024 abbiamo esportato il corrispettivo di 56 miliardi di tazzine di caffè (+8,9%), soprattutto verso i Paesi dell’Europa Occidentale (che assorbono oltre il 60%).
Insomma, in Italia il caffè non rappresenta solo un rituale e una preferenza nei consumi, ma anche un’industria importante sul piano globale.