Il 2022 è stato un vero periodo nero per le Big Tech: molte compagnie USA hanno dovuto fare dei licenziamenti in massa e in molti si chiedono quale sia il vero motivo dietro i tagli ai dipendenti. Scelte strategiche sbagliate o necessità derivanti dal mercato? Tra l'altro c'é un'azienda che non sta seguendo questo trend. Qual è, e per quale motivo non sta facendo licenziamenti in massa?
Chi sono le Big Tech coinvolte nella crisi?
Partiamo dalle basi: il termine "Big tech" è un termine giornalistico utilizzato per identificare le aziende leader nel loro settore che hanno un notevole potere economico e influenza sulla società e sull'economia globale. Parliamo di veri colossi dell'informatica come Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.
Un'azienda, infatti, viene generalmente considerata "Big Tech" in seguito alla valutazione di diversi parametri come la dimensione, la dominanza del mercato, il livello di innovazione che essa è capace di portare, l'impatto globale e la disponibilità di dati.
Proprio per la grandezza che le caratterizza, sembra incredibile che anche aziende come queste possano attraversare periodi di crisi: si tende a credere che esse siano escluse da qualsiasi oscillazione di mercato e che la loro stabilità economica non possa essere messa in discussione in alcun modo. Eppure nel corso del 2022 (e anche in questo inizio di 2023) la crisi non ha risparmiato neanche questi "colossi" che hanno dovuto fronteggiare il periodo nero facendo grossi tagli del personale.
Come vedremo, le ragioni di tali tagli possono in parte essere ricondotte a delle cause comuni.
Le ragioni della crisi
Durante gli ultimi due anni di pandemia, a causa delle restrizioni e delle chiusure imposte dalle autorità sanitarie c'è stato un aumento significativo nell'utilizzo dei servizi digitali necessari per mantenere le attività e le relazioni sociali a distanza. Servizi per la comunicazione online, lo streaming di contenuti e l'e-commerce hanno vissuto un vero e proprio periodo d'oro.
Come conseguenza, il settore tecnologico ha registrato una crescita significativa, con un aumento medio del 86% delle quotazioni in borsa. Questo successo è stato dovuto sia all'aumento degli investimenti che all'interesse degli investitori per le opportunità di guadagno rapido e facile che le aziende tecnologiche offrivano.
Le aziende fornitrici di tali servizi hanno beneficiato di questa tendenza e hanno assunto un numero significativo di nuovo personale per soddisfare la domanda crescente.
Tuttavia, con il passare del tempo, l'economia globale è stata colpita da una serie di sfide, tra cui l'aumento dei prezzi dell'energia e il conseguente impatto della crisi sui consumatori. Il mercato IT nel corso del 2022 ha visto un'enorme flessione verso il basso: a causa del diffuso ritorno al lavoro in presenza, gli strumenti per la collaborazione online sono tornati a non essere più strettamente necessari; lo shopping online è mediamente diminuito in tutto il mondo, sia a causa della crisi economica, sia per il ritorno dei consumatori nei negozi fisici; le interazioni sociali sono tornate ad essere "fisiche" e la presenza sui social media è di conseguenza diminuita.
Tutti questi fattori, congiuntamente con la riduzione della domanda, l'aumento dei costi e la necessità di adattarsi alle nuove circostanze economiche, hanno avuto un effetto significativamente negativo su molte aziende della Silicon Valley che, come risultato, hanno dovuto prendere la difficile decisione di licenziare alcuni dei propri dipendenti per far fronte alle difficoltà finanziarie.
Apple: l'unica eccezione
Tutta colpa del Covid quindi?
Il lockdown ha avuto un ruolo fondamentale nel creare una "bolla" che ora ha iniziato a sgonfiarsi. Tuttavia sarebbe sbagliato non tenere in considerazione che le aziende hanno approfittato di questa tendenza, investendo in nuove tecnologie, nuovi dipendenti e processi di espansione troppo ambiziosi. Esse hanno sopravvalutato la loro forza e si sono poste obiettivi troppo ottimistici, basando le loro azioni sull'ipotesi che il successo generato dalla pandemia e dai mercati sarebbe durato per sempre.
L'eccezionalità della situazione pandemica costituiva di per sé un elemento da non sottovalutare. Infatti non tutte le Big Tech hanno fatto il proverbiale passo più lungo della gamba: negli ultimi anni Apple ha portato avanti una politica di assunzioni più cauta e ha affrontato in modo più "illuminato" il periodo d'oro, non lasciandosi andare a facili entusiasmi.
Il numero di loro dipendenti, infatti, dal 2018 al 2022 è cresciuto di "appena" il 24% (da 132 mila a 164 mila), senza impennate particolari in prossimità del periodo pandemico. Questo ha consentito all'azienda di Cupertino di non dover fare alcun licenziamento nel corso del 2022, ma di doversi solo limitare all'interruzione delle assunzioni.
Cosa riserva il futuro?
Difficile, ad oggi, prevedere come evolverà questa situazione.
Diversi esperti a questa specifica domanda rispondono, seppur con tutta la cautela del caso, che è ragionevole aspettarsi che nel corso del 2023, questo trend prosegua fino a che non si sarà tornati ad un rapporto tra richieste di mercato e impiegati prossimo ai livelli pre-pandemici. Solo una vera e propria rivoluzione tech potrebbe dare il via ad un altro inatteso periodo d'oro… e, per quello che sappiamo, questa rivoluzione potrebbe essere già dietro l'angolo.