Il Runit Dome – o Struttura di confinamento del Cratere Cactus – è una struttura a forma di cupola sulle Isole Marshall, nell'atollo di Enewetak, in Oceania, costruita tra il 1977 e il 1980. Talvolta descritto in modo pittoresco come "tomba" o "sarcofago", questa struttura in calcestruzzo dal diametro di 115 metri racchiude al suo interno più di 80 mila m3 di materiale radioattivo prodotti durante i test atomici svolti nell'atollo tra il 1946 e il 1958. L'isola a oggi è disabitata e nel corso del tempo ha attratto diverse critiche, soprattutto da parte delle popolazioni locali, per paura di una possibile contaminazione ambientale.
Storia del Cactus Crater
Anno 1947, Isole Marshall. All'epoca tutto l'arcipelago era sotto il controllo degli USA e tra il 1946 e il 1958 vennero qui condotti 67 test nucleari. Tra questi, uno tra i più famosi fu il Cactus test, durante il quale venne fatta detonare una bomba da 18 kilotoni sull'Isola di Runit, nell'atollo di Enewetak. Ovviamente prima di dare il via ai test, si decise di ricollocare temporaneamente i 150 residenti dell'attollo in quello di Ujelang, a circa 250 km di distanza. Loro riusciranno a fare ritorno nelle proprie abitazioni solo nel 1980, dopo un complesso lavoro di ripristino dell'area da parte del Governo USA. Tutte le isole tornarono quindi ad essere abitate… tutte tranne una: l'isola di Runit.
Qui infatti nel 1977 si sfruttò la presenza del cratere per dare vita a una a struttura di contenimento in calcestruzzo al cui interno furono confinati più di 80 mila metri cubi di suolo e detriti radioattivi.
La costruzione del Runit Dome
Il Runit Dome è composto da più livelli sovrapposti gli uni agli altri, come indicato anche dall'immagine sottostante.
In cima è presente un livello in calcestruzzo spesso 45 centimetri che sovrasta un ulteriore layer di calcestruzzo cavo al centro, al cui interno sono presenti scorie contaminate. Esiste poi un muro laterale per proteggere i fianchi della struttura ma, come si può notare, nessun livello di confinamento inferiore. La base del Runit Dome infatti è il cratere stesso, che a sua volta contiene materiale contaminato.
I possibili rischi legati alla radioattività
L'idea di avere un deposito di materiale radioattivo a pochi chilometri da casa propria ha preoccupato le autorità locali nel corso degli anni. Attualmente uno tra i report più approfonditi sull'argomento è stato realizzato nel 2020 dall'US Department of Energy e proprio qui viene detto che al momento la struttura in calcestruzzo non presenta particolari criticità ed è ancora in grado di garantire la sicurezza del sito – nonostante nel corso del tempo siano state individuate alcune crepe sulla sua superficie.
Ciononostante resta alta l'attenzione per una possibile contaminazione di acqua sotterranea, vista la mancanza di un sistema di confinamento alla base dell'opera: si ipotizza che già ora ci possano essere valori anomali e che potrebbero anche peggiorare nei prossimi anni. Proprio per questo motivo è in programma di realizzare un programma di analisi radiochimica delle acque sotterranee, così da ottenere una panoramica più chiara e valutare quali interventi portare avanti in futuro.