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Il folklore giapponese è ricco di mostri ed eventi soprannaturali ma, tra tutti, uno di questi è stato particolarmente discusso negli ultimi decenni: l'Utsuro-bune. Non si tratta di una spaventosa creatura ma di una particolare barca a forma di scodella che, secondo molti ufologi, non sarebbe altro che un oggetto volante non identificato (UFO). Quello che la leggenda descrive come un'imbarcazione proveniente dal mare e con a bordo una strana ragazza, quindi, non sarebbe altro che uno tra i primi contatti documentati tra l'Essere Umano e una qualche civiltà aliena.
Ma cosa c'è di vero in questa storia?
Cosa racconta la leggenda dell'Utsuro-bune
Stando a quanto riportato da vari manoscritti dell'epoca, nel 1803 sulle coste della provincia di Hitachi arrivò una strana imbarcazione a forma di scodella con a bordo una bellissima ragazza. Lei aveva una carnagione chiara, capelli e sopracciglia rosse, con un abito mai visto dagli abitanti dell'area e in grado di parlare solo una lingua straniera che nessuno era in grado di interpretare. In mano teneva una scatola: secondo alcune versioni della leggenda questa era vuota, mentre secondo altri conteneva la testa dell'amante morto. Per quanto riguarda invece l'imbarcazione – chiamata Utsuro-bune, letteralmente nave cava – questa sarebbe stata alta 3,3 metri e larga 5,4, a forma di scodella, ed era realizzata in legno di palissandro e ferro con finestrelle di vetro. Anche in questo caso la barca è soggetta a descrizioni diverse a seconda del racconto preso in considerazione. In alcuni testi, per esempio, viene descritto come un mezzo quasi totalmente nero – e su questo punto ci torneremo a breve.

Tornando invece alla leggenda, inizialmente gli abitanti di quelle aree cercarono di comunicare con quella ragazza ma dopo poco tempo, non riuscendo a capirsi, decisero di re-imbarcarla e spedirla al largo, da dove era venuta. Da quel momento nessuno ebbe più sue notizie.
La possibile spiegazione degli Utsuro-bune
Per molti decenni questa curiosa storia non fu di particolare interesse e fu relegata a semplice leggenda popolare. Questo almeno fino all'incidente di Roswell, quando nel 1947 fu segnalata la presunta caduta di un UFO nel New Mexico. Da quel momento in poi la comunità ufologica continuò a espandersi, fino a incappare nel racconto dell'Utsuro-bune e supporre che quella strana imbarcazione non fosse altro che una navicella aliena e che la strana ragazza fosse in realtà un'extraterrestre.
Di parere diverso invece storici ed esperti di folklore giapponese che attribuiscono a questa leggenda un significato simbolico, da non prendere alla lettera, come raccontato anche dall'esperto Kunio Yanagita al The Public Domain Review:
La storia tipica del folklore è che un'antenata di una famiglia era una nobildonna straniera che attraversò il mare in nave
L'idea dietro a queste storie era di assegnare un'origine mitica alla propria famiglia, così da legittimare la propria importanza all'interno della società.

Questo elemento va unito a un secondo, cioè l'isolazionismo del Paese durante il periodo Edo, cioè quando gli scambi commerciali con l'Europa iniziarono a diventare sempre più consistenti. Una buona parte del Paese infatti era contraria a questa apertura e, per questo motivo, potrebbero aver rispolverato il mito dell'origine "mitologica" per rafforzare e divulgare la propria identità nazionale, in contrapposizione alla contaminazione straniera – rappresentata in questo caso dalla donna che non viene accolta ma respinta.
La visione isolazionista di questa storia potrebbe essere confermata anche dal colore scuro che spesso assume l'Utsuro-bune nei racconti: così come la strana nave-scodella era nera, così lo erano le navi europee, ricoperte di catrame per essere impermeabilizzate.

Secondo un'altra ipotesi, invece, la ragazza avrebbe fattezze simili a quelle della dea Shōfukuji venerata in un tempio situato a poca distanza: la storia non sarebbe quindi altro se non una "trovata commerciale" per incrementare il numero di pellegrini. A oggi quindi non sappiamo con esattezza se sia mai esistita un'imbarcazione del genere ma, con i dati a nostra disposizione, è verosimile che si tratti di una leggenda raccontata a fini "culturali" più che di un probabile contatto con qualche civiltà aliena.