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29 Luglio 2024
9:00

Come è nata la prima webcam? Serviva per monitorare i livelli del caffè

La prima webcam al mondo è stata creata nel 1991 grazie al cocente bisogno di caffeina di alcuni ricercatori dell'Università di Cambridge che volevano tenere sott'occhio il livello di caffè nella macchinetta fuori dal loro laboratorio. Due anni dopo la Trojan Room Coffee Pot finiva in rete per la prima volta, diventando la caffettiera più famosa - e osservata - del mondo.

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Come è nata la prima webcam? Serviva per monitorare i livelli del caffè
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Si sa, la necessità è madre di tutte le invenzioni, e questa verità vale anche per la prima webcam della storia, la Trojan Room Coffee Pot, inventata nel 1991 da Quentin Stafford-Fraser e Paul Jardetzky, due ricercatori del Laboratorio di Informatica dell'Università di Cambridge. Come suggerisce il nome dell'invenzione, la prima webcam al mondo aveva che fare con il caffè, ed è stata realizzata perché i due ricercatori non volevano sprecare un viaggio fino alla caffettiera se questa fosse stata vuota al loro arrivo.

Siamo nel 1991, nel laboratorio informatico dell'università conosciuto da tutti gli studenti come "Trojan Room". Tra un esperimento e l'altro il gruppo di ricercatori aveva solo un pensiero: prendersi una bella tazza di caffè. La beffa era che in quell'area del campus di macchinetta ce n'era solo una, e tutti se la contendevano. Addirittura c'erano alcuni studenti che si facevano viaggi a vuoto da scala a scala per poi scoprire che non ne rimaneva più nemmeno un goccio, in preda alla più totale disperazione.

Una sera due di loro, Stafford-Fraser e Jardetzky, stanchi di fare viaggi infruttuosi si chiesero: ma come lo risolviamo questo problema? Con la tecnologia! Fu così che montarono una telecamera su un supporto e la puntarono verso la macchinetta del caffè, poi passarono i cavi sotto il pavimento tra il corridoio e la Trojan Room. La telecamera a sua volta era collegata a un frame-grabber (dispositivo cattura immagini) del laboratorio, e grazie al programma server scritto da Jardetzkj e al programma client scritto da Stafford-Fraser – il cui nome era XCoffee – che si collegava al server tutti i ricercatori potevano vedere in un angolo dello schermo del proprio PC l'immagine (delle dimensioni di una icona, 120×120 pixel) della caffettiera in bianco e nero.

Nel novembre del 1993 la caffettiera di Cambridge approdò sul web grazie ad altri due scienziati amanti del caffè, Daniel Gordon e Martyn Johnson, e fu così che la "Trojan Room Coffee Pot" diventò la prima webcam della storia.

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Un ricercatore osserva i livelli di caffè dallo schermo del computer del laboratorio, un Acorn Archimedes.

Vi starete chiedendo: ma a chi fregava di sapere quanta caffeina era rimasta in quel piccolo laboratorio fuori dalla Trojan Room di Cambridge? Beh, a molti! La webcam diventò virale tra gli utenti nerd di tutto il mondo, e più di 2 milioni di persone controllavano almeno una volta al giorno il livello del caffè rimasto. Arrivò persino una e-mail dal Giappone in cui veniva chiesto se fosse possibile lasciare accesa una luce durante la notte, cosicché il livello del caffè si potesse vedere anche a fusi orari così diversi.

Ma anche la popolare caffettiera dovette andare in pensione: il 22 agosto 2001 apparve l'ultima immagine trasmessa dalla storica webcam, mentre una mano spegneva il sistema. Del resto ormai il software era vecchio, e da tempo i ricercatori volevano disfarsi del computer a cui era connessa la telecamera.

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La prima e l’ultima immagine della Trojan Room Coffee Pot.

La macchinetta del caffè era così famosa all'epoca che anche se ormai non era più in servizio fu aggiudicata dal giornale tedesco Der Spiegel (la cui redazione la usò per un po' di tempo) a un'asta su eBay, fruttando 3.350 sterline ai ricercatori, che con quei soldi probabilmente ne comprarono una molto più moderna. La fine di un'era, certo, ma che aveva aperto le porte a uno dei dispositivi più acquistati al mondo: le webcam.

Fonti
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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