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30 Maggio 2025
7:00

La raccolta dei dati di Meta AI è iniziata: ecco cosa fare se non vi siete opposti in tempo

Meta usa i post pubblici su Facebook e Instagram per addestrare la sua AI. Se non vi siete opposti entro il 26 maggio, potete ancora limitare l’uso futuro dei vostri dati compilando un apposito modulo. In questo caso, però, l'azione non ha effetti retroattivi.

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La raccolta dei dati di Meta AI è iniziata: ecco cosa fare se non vi siete opposti in tempo
Meta AI

L'addestramento di Meta AI, l'intelligenza artificiale generativa di Meta, è iniziato il 27 maggio utilizzando i dati condivisi pubblicamente dagli utenti europei su Facebook e Instagram. L'ultimo giorno utile per opporsi è stato il 26 maggio tramite un apposito modulo. Se non lo avete fatto, i contenuti che avete già pubblicato e che sono già visibili a chiunque possono essere impiegati da Meta per addestrare la propria AI. Questo include post, commenti, reel e descrizioni, ma esclude messaggi privati e chat che restano protetti. Anche se non avete esercitato il cosiddetto “diritto di opposizione” nei tempi previsti, potete ancora limitarne l'uso per il futuro, sebbene i vostri dati passati restino accessibili al sistema. È inoltre disponibile un secondo modulo per i casi in cui le vostre informazioni siano state pubblicate da altri utenti. In questo approfondimento vi spieghiamo esattamente quali dati sono coinvolti, cosa succede se non avete agito in tempo, quali strumenti avete ancora a disposizione e perché il tema è oggetto di osservazione da parte delle autorità europee sulla privacy.

Come opporsi all'addestramento di Meta AI oggi

Meta ha iniziato ad addestrare il suo modello linguistico generativo con i contenuti pubblici provenienti dai social network più usati in Europa: Facebook e Instagram. Si tratta di testi, immagini, commenti e video caricati da utenti maggiorenni, visibili a chiunque e non protetti da restrizioni di privacy. Questi dati permettono all'AI di Meta di sviluppare una comprensione linguistica e culturale più precisa del contesto europeo, rendendo le sue risposte più pertinenti quando viene utilizzata come assistente digitale. È importante chiarire che le conversazioni private su WhatsApp e Messenger restano escluse da questo processo, grazie alla crittografia end-to-end, una tecnologia che impedisce anche a Meta stessa di leggerne il contenuto.

Fino al 26 maggio, era possibile opporsi all'utilizzo dei propri contenuti compilando un modulo specifico. Questa azione aveva un effetto retroattivo: impediva cioè a Meta di includere nel proprio processo di addestramento anche tutto ciò che avevate pubblicato in passato. Ora questa possibilità non è del tutto svanita, ma ha perso una parte importante della sua efficacia. Se decidete oggi di compilare il modulo in questione, reperibile a questo link per Facebook e a quest'altro link per Instagram, potete ancora impedire l'uso dei vostri contenuti futuri, ma quelli già caricati fino al momento della richiesta potranno comunque essere utilizzati da Meta AI.

C'è un secondo modulo che merita attenzione, ed è quello relativo alle cosiddette “informazioni di terzi”, reperibile su questa pagina. Serve per segnalare l'utilizzo, da parte di Meta AI, di dati che vi riguardano ma che non avete pubblicato voi. Ad esempio, se un altro utente ha condiviso un'immagine o un testo che vi riguarda e questi contenuti compaiono nelle risposte di Meta AI, potete inviare una richiesta specifica per farli rimuovere dal processo di addestramento. Va detto, però, che a questo riguardo Meta richiede che forniate prove concrete: vi verrà chiesto di descrivere i prompt (cioè i comandi testuali) usati per ottenere quella risposta, e allegare eventuali screenshot. È un processo più tecnico, ma fondamentale per tutelare anche le informazioni personali condivise da altri senza il vostro consenso.

È impossibile disattivare Meta AI

Al momento non esiste un'opzione per disattivare completamente Meta AI dalle piattaforme, ma potete decidere se interagirci oppure no. Questo è rilevante perché, come già detto prima, anche le vostre interazioni con l'assistente virtuale possono essere usate per perfezionare il modello, inclusi i messaggi che inviate via chat su Messenger o le domande che fate nelle ricerche interne ai social. In questo caso, non è possibile evitare che questi dati vengano raccolti, salvo astenersi dal comunicare direttamente con Meta AI.

Proprio l'impossibilità di disattivare Meta AI ha attirato l'attenzione della DPC (Data Protection Commission), l'autorità irlandese incaricata della protezione dei dati personali per conto dell'Unione Europea. La DPC ha partecipato alle verifiche preliminari sul funzionamento di Meta AI e continuerà a monitorarne l'evoluzione. Alcuni nodi critici restano aperti, in particolare riguardo all'uso dei prompt da parte degli utenti: questi comandi potrebbero infatti essere condivisi con partner esterni, secondo quanto indicato nei termini d'uso di Meta. La possibilità che vengano utilizzati in ambiti delicati come la salute o il business solleva interrogativi significativi su come vengono trattate le informazioni sensibili, anche quando non sono formalmente protette da privacy. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione e quali provvedimenti prenderanno le autorità per garantire la privacy dei cittadini europei.

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