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10 Gennaio 2025
11:26

La truffa delle false convocazioni giudiziarie dal Capo della Polizia: come riconoscerla e proteggersi

Attenzione alle truffe delle false convocazioni giudiziarie, che sfruttano autorità (come il Capo della Polizia) e loghi ufficiali allo scopo di spaventare le proprie vittime ed estorcere loro denaro. Per difendersi bisogna non rispondere a simili messaggi e segnalare l'accaduto alla Polizia Postale.

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La truffa delle false convocazioni giudiziarie dal Capo della Polizia: come riconoscerla e proteggersi
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Le truffe online sono sempre più raffinate e mirate. Questo perché i criminali informatici sanno bene che, per accalappiare le proprie vittime, devono tendere trappole mirate, in grado di far leva sulla paura e l'ignoranza di alcune dinamiche online (e non solo) per aver successo. Tra le truffe online più sofisticate presenti nell'ultimo periodo c'è quella delle false convocazioni giudiziarie, che sfrutta il nome delle autorità allo scopo di indurre le vittime a credere di essere coinvolte in indagini penali. In questi falsi avvisi, i criminali utilizzano loghi istituzionali e riferimenti a figure autorevoli, come il Capo della Polizia, che viene presentato falsamente come direttore del reparto “cybercrime”. Lo scopo? Spaventare le vittime, manipolarle psicologicamente e costringerle a pagare somme di denaro per evitare conseguenze legali inesistenti. Per difendersi da simili raggiri è importante riconoscere gli elementi distintivi di questa truffa, non seguire le indicazioni dei criminali informatici e segnalare l'accaduto alle autorità.

Come riconoscere la truffa delle false convocazioni giudiziarie

La truffa delle false convocazioni giudiziarie è, a tutti gli effetti, una strategia di phishing (una tecnica di inganno online per rubare dati o denaro) ha elementi ricorrenti: messaggi ufficiali apparentemente autentici (nei messaggi vengono spesso usati loghi ufficiali, intestazioni di enti pubblici o riferimenti alla legge), accuse gravi come il coinvolgimento in reati di pedopornografia e minacce di iscrizione in registri inventati, come un inesistente “Registro dei delinquenti sessuali”. Tutto questo mira a generare panico e ad accelerare una risposta impulsiva.

La minaccia è amplificata anche dalla menzione di conseguenze gravi, come l’arresto. In alcuni casi, i truffatori potrebbero persino allegare documenti falsi, come presunti mandati di arresto o rapporti d’indagine, per far crescere ulteriormente la pressione psicologica spingendo l'utente a mettersi in contatto con il truffatore. È qui che scatta la seconda fase della truffa: la richiesta di pagamento di una somma di denaro per “risolvere” la situazione.

Riguardo a questa truffa, in una nota ufficiale presente sul proprio sito Web, la Polizia Postale avverte:

Nessuna Forza di polizia contatta mai direttamente i cittadini, attraverso e-mail o SMS, per chiedere loro dati personali o pagamenti in denaro, con la minaccia di procedimenti penali a loro carico.

Immagine
Esempio di falsa convocazione giudiziaria. Credit: Polizia di Stato.

Come proteggersi dalle false convocazioni giudiziarie

Per difendersi dalla truffa delle false convocazioni giudiziarie, bisogna adottare i seguenti comportamenti raccomandati dalle autorità, che sono validi in realtà per qualsiasi frode online.

  • Mantenete la calma e analizzate attentamente il messaggio ricevuto.
  • Non ignorate i segnali d’allarme che includono, tra le varie cose, richieste urgenti di pagamento e linguaggio intimidatorio.
  • Non rispondete al messaggio e non seguite le istruzioni che contiene. Questo significa, nella fattispecie, non cliccare su eventuali link presenti al suo interno, non fornite dati personali, non scaricare eventuali allegati e, naturalmente, non pagare le cifre richieste.
  • Contattate le autorità, come la Polizia Postale, per denunciare l'accaduto.
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