
Dietro i suoni duri e gutturali della lingua tedesca si cela un mondo di metafore e significati nascosti veramente unici, come per esempio la Zweisamkeit, la “solitudine di coppia” o "duitudine", un concetto tanto triste quanto meraviglioso che parla di isolamento e di unità allo stesso tempo. Un vortice di azioni e di sentimenti intensi la cui altra faccia terrificante della medaglia è la paura di rimanere da soli perdendo il proprio partner. Una parola relegata solitamente all’amore romantico, ma in realtà non è sempre così: è anche il caso delle unitissime e famosissime gemelle danzanti Alice ed Ellen Kessler, che a 89 anni, si sono spente il 17 novembre 2025 a Grünwald, Monaco di Baviera con il suicidio assistito. “Deutsche Sprache, schwere Sprache” recita un famoso detto tedesco, che significa “lingua tedesca, lingua difficile” perché si sa, questo idioma non è affatto facile da apprendere per chi non è cresciuto in un contesto germanofono.
Solamente il tedesco è in grado di racchiudere una complessità apparentemente controsenso come quella della Zweisamkeit. Non la lingua “cattiva” dai suoni irruenti come spesso si pensa, bensì, come altre lingue con alle spalle secoli di storia, una lingua in grado di esprimere concetti profondi con parole elaborate. Basti pensare a uno dei più grandi protagonisti del Romanticismo Ottocentesco, Johann Wolfgang von Goethe, che ci ha regalato opere come “I dolori del giovane Werther” e “Le affinità elettive”, due opere che trattano sensibilmente temi complessi quali l’amore, la passione e il conflitto tra sentimento e razionalità. Oppure ancora, Friedrich Schiller, poeta e filosofo che parla della libertà, del conflitto tra ideale e realtà e, anch'egli, dell’armonia tra ragione e sensibilità. Se poi pensiamo alla lirica tedesca dell’Ottocento, Richard Wagner ha portato a teatro opere raffinate ricche di suoni e parole che riflettono l'ascesa del romanticismo, facendo uso più sinfonico dell'orchestra e integrando elementi narrativi, poetici e teatrali.
Insomma, i tedeschi sanno di quali argomenti parlare e soprattutto sanno trasmettere moltissimo con parole apparentemente semplici, e Zweisamkeit rappresenta l’emblema perfetto della dolce sensazione che si prova quando due persone, solitamente una coppia, prova talmente tanto piacere nella propria solitudine amorosa tanto da isolarsi dal mondo esterno. Una parola composta da zwei, “due” e Einsamkeit, “solitudine”, che a sua volta racchiude ein, “uno”; si potrebbe parlare di “duitudine” in italiano, ma in questo caso parrebbe più suggerire una complicità e non renderebbe bene come l’analogo germanico, in grado di esprimere maggiormente il senso di intimità e completezza che gli individui provano nella relazione, tanto profondamente da bastare a se stessi.
I tedeschi stessi si riferiscono alla Zweisamkeit come il quality time passato con il proprio partner: cene esclusive, vicinanza fisica ed emotiva, rituali quotidiani ripetuti, intere settimane o weekend dedicati all’altra persona e, in generale, momenti di qualità trascorsi con la persona con la quale si è deciso di intraprendere l'unione di “due corpi, un’anima”.
Si tratta della tragicità delle “affinità elettive” che lascia un senso di amaro in bocca, ma che ci smuove profondamente. La Zweisamkeit ci ricorda soprattutto che anche le parole germaniche più dure possono contenere una bellezza profonda, e che la vera comprensione delle emozioni richiede un linguaggio capace di abbracciare le contraddizioni della vita, anche quando quest’ultima ci sembra un peso terribile da vivere in solitudine.